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Categoria: Diritti

Digital Crime: Detenzione o accesso a materiale pedopornografico

Il contenuto della norma L’art. 600-quater c.p sanziona chi consapevolmente acquisisce o detiene materiale pornografico realizzato con l’impiego di individui di età inferiore ai 18 anni. La norma in questione punisce le condotte alternative di procurarsi o detenere materiale pedopornografico. In passato, la visione di materiale pedopornografico veniva considerata penalmente irrilevante se avveniva senza che il possessore del materiale avesse una relazione con il mercato di quest’ultimo. In altre parole, la legge non puniva la mera visione del materiale, ma focalizzava l’attenzione sul legame del possessore con il mercato della pedopornografia. Tuttavia, la situazione è cambiata con l’introduzione dell’ultimo comma, derivante dall’art.

Google Accusata di Utilizzare Chrome per Rubare Dati e Battere la Concorrenza

Dalle indagini del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e della legge europea sui mercati digitali (DMA) è emerso che Google sta utilizzando il browser Chrome per ottenere un vantaggio rispetto alla concorrenza. Chrome raccoglie dati sulle prestazioni del dispositivo e li condivide esclusivamente con Google. Questa informazione è stata confermata dalla società in seguito alle prime dichiarazioni sulla Piattaforma X. Luca Casonato ha riferito che “Chrome offre a tutti i siti *.google.com pieno accesso alle informazioni sul carico della CPU e della memoria, nonché informazioni dettagliate sulla CPU e sul sistema. Questi dati non sono disponibili per altri siti, solo per *.google.com.” Secondo lui, ciò si ottiene tramite

Digital Crime: La violenza sessuale virtuale

Il contenuto della norma   Un tema relativamente nuovo è quello della violenza sessuale realizzata a distanza attraverso le tecnologie dell’informazione. Sempre più frequenti, infatti,  sono i casi in cui un soggetto, attraverso l’installazione di una web cam chiede prestazioni sessuali ad altra persona o impone alla stessa di assistere a suoi atti di autoerotismo. Sul piano giuridico, non essendovi norma specifica,  occorre necessariamente far riferimento all’art.609-bis, che punisce, come violenza sessuale, la condotta di colui che con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità costringa taluno a compiere o subire atti sessuali e quella di colui che induca un  altro

Digital Crime: Istigazione a delinquere realizzata anche per via telematica

Il contenuto della norma  Secondo l’art. 414 c.p., ogni persona che pubblicamente incita altri a commettere uno o più reati viene sol per questo sanzionata penalmente. Se l’istigazione è diretta verso la commissione di delitti,si prevede una pena di reclusione che varia da uno a cinque anni. Al contrario, nel caso in cui l’istigazione sia rivolta a commettere contravvenzioni, la punizione può essere della reclusione fino ad un anno oppure della  multa fino a 206 euro. Se l’istigazione riguarda sia delitti che contravvenzioni, la pena applicata è quella prevista per i delitti, ovvero quella più severa. Inoltre, sono previste pene specifiche anche

Digital Crime: Istigazione a commettere alcuno dei delitti preveduti dai capi primo e secondo realizzata anche per via telematica

Il contenuto della norma  L’articolo 302 c.p. punisce chi incita altre persone a commettere determinati reati gravi. Se l’incitamento non viene seguito, o se viene seguito ma il reato non viene commesso, la persona che ha incitato può essere condannata da uno a otto anni di reclusione. Se l’istigazione avviene tramite tecnologie digitali o telematiche, la pena è aumentata. Tuttavia, la pena non sarà mai più della metà di quella prevista per il reato a cui si riferisce l’istigazione. Se l’istigazione viene seguita e il reato viene effettivamente commesso, l’articolo 302 non si applica più. In questo caso, chi ha incitato sarà

Digital Crime: La diffamazione online dal punto di vista Penale

Il contenuto della norma La diffamazione perpetrata attraverso l’uso della rete, fenomeno assai diffuso, non ha portato ad un intervento specifico del legislatore, operando in tal caso l’ipotesi aggravata prevista dal III comma dell’art. 595 c.p., che prevede la punizione della diffamazione realizzata non solo col mezzo della stampa, ma anche quella posta in essere “con qualsiasi altro mezzo di pubblicità”, all’interno del quale rientrerebbe, appunto, lo strumento telematico. Trattandosi di una norma non pensata per condotte realizzate in rete, la giurisprudenza è più volte intervenuta per delimitarne l’ambito di applicazione ed i suoi esatti confini. I quotidiani e le testate on

Digital Crime: Scopri le Severe Pene inflitte ai reati di Pornografia Minorile

Il contenuto della norma Con il primo comma dell’art. 600- ter c.p. si è inteso punire chiunque utilizzi minorenni per realizzare esibizioni o produrre materiale pornografico. Attraverso il secondo comma si punisce, invece, il soggetto che commercia materiale pornografico. Il terzo comma sanziona le condotte di coloro che, anche se non producono direttamente il materiale pornografico, con qualsiasi mezzo, anche per via telematica: distribuiscono, divulgano, diffondono o pubblicizzano materiale pornografico; distribuiscono o divulgano notizie o informazioni finalizzate all’adescamento o allo sfruttamento sessuale dei minori di anni 18. Il quarto comma sanziona chiunque, fuori delle ipotesi previste dai commi precedenti, consapevolmente offre o

Dopo i reclami di noyb, Meta sospende l’addestramento dell’AI nell’Unione Europea. Quali sono gli scenari futuri?

Secondo la nuova privacy policy di Meta, a partire dal 26 giugno 2024, i dati personali dei post (e non dei commenti) pubblici degli utenti registrati come maggiorenni saranno impiegati per l’addestramento del modello di AI di Meta. Nell’informativa privacy viene riportato che la base giuridica impiegata per tale attività di trattamento è quella del legittimo interesse. Per sviluppare e migliorare l’IA di Meta, nell’area geografica europea e nel Regno Unito ci basiamo sul principio degli interessi legittimi per raccogliere ed elaborare le informazioni personali incluse nelle fonti pubblicamente disponibili e concesse in licenza, nonché le informazioni che le persone condividono nei

Google Privacy Sandbox: Verità o Illusione per gli Utenti di Chrome?

Google propone di introdurre un sistema chiamato Privacy Sandbox. L’obiettivo dichiarato è “proteggere la privacy delle persone online fornendo allo stesso tempo alle aziende e agli sviluppatori gli strumenti per gestire attività digitali di successo”. Privacy Sandbox viene presentato come un modo per anonimizzare gli utenti e raggrupparli per interessi, anziché creare profili individuali. In teoria, ciò dovrebbe limitare il tracciamento di individui specifici tra diversi siti e applicazioni. Tuttavia, i piani per sostituire i cookie obsoleti con il sistema Privacy Sandbox hanno incontrato un serio ostacolo: l’introduzione dell’intelligenza artificiale in Chrome. Come riporta Android Police, il nuovo strumento di intelligenza artificiale aiuterà ad analizzare la cronologia delle

Snowden sull’ex direttore della NSA nel CDA di OpenAI. “un tradimento deliberato e calcolato dei diritti di ogni persona sulla Terra”

Edward Snowden, ex dipendente della National Security Agency (NSA) degli Stati Uniti, ha messo in guardia i suoi quasi 6 milioni di follower sui social media sui potenziali rischi derivanti dalla fiducia in OpenAI. Il motivo di questa affermazione è stata la nomina del generale in pensione dell’esercito americano Paul Nakasone nel consiglio di amministrazione di questa società, specializzata nello sviluppo di tecnologie avanzate di intelligenza artificiale. Edward Snowden, ex dipendente della National Security Agency (NSA) degli Stati Uniti, nel 2013 ha denunciato un massiccio programma di sorveglianza dei civili che violava i diritti costituzionali alla privacy. Facendo trapelare migliaia di documenti riservati

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