Redazione RHC : 25 Settembre 2025 06:52
L’intelligenza artificiale viene sempre più descritta come un’arma a doppio taglio, capace di offrire enormi vantaggi ma anche di aprire nuove strade alla criminalità digitale. Durante la conferenza “TRUST AICS – 2025″ a Hyderabad, esperti di sicurezza informatica e diritto hanno sottolineato come la stessa tecnologia che potenzia difese e innovazione venga ormai utilizzata in modo crescente da truffatori per orchestrare frodi sofisticate, difficili da rilevare con gli strumenti tradizionali.
La gravità del fenomeno è stata ribadita dai dati della Telangana Cyber Security Bureau: ogni giorno arrivano quasi 250 segnalazioni di crimini informatici, con perdite economiche pari a circa 60 milioni di euro. Questa frequenza dimostra come l’abuso dell’IA sia già un’emergenza concreta e non più un rischio teorico, con conseguenze che colpiscono cittadini, aziende e istituzioni.
Nonostante i rischi, l’intelligenza artificiale resta un alleato indispensabile per la sicurezza. Aziende e organizzazioni stanno investendo sempre più in strumenti di governance basati su algoritmi intelligenti. Secondo esperti del settore, sistemi di monitoraggio potenziati dall’IA sono in grado di rilevare segnali di non conformità in tempo reale e di prevenire incidenti prima che si trasformino in danni.
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Al centro delle discussioni ci sono i modelli linguistici di grandi dimensioni, che oggi rappresentano il cuore dello sviluppo dell’IA. Essi offrono enormi possibilità, ma pongono anche problemi cruciali di gestione dei dati, localizzazione, protezione della privacy e parità di accesso. Senza un’attenzione mirata a questi aspetti, la tecnologia rischia di amplificare disuguaglianze e vulnerabilità.
Diversi relatori hanno evidenziato la necessità di una responsabilità condivisa. Gli sviluppatori sono chiamati a garantire la diversità e la qualità dei dati di addestramento, le organizzazioni che adottano le soluzioni devono vigilare su possibili bias e imparzialità, mentre i regolatori devono fornire linee guida chiare e imporre standard per un utilizzo sicuro ed etico dell’IA.
Infine, è emerso con forza il nodo della responsabilità legale. Il quadro normativo attuale, secondo giuristi intervenuti al dibattito, appare inadeguato a fronteggiare i danni causati da strumenti di intelligenza artificiale.
Serve definire con precisione chi debba rispondere in caso di frodi o abusi: sviluppatori, aziende utilizzatrici o fornitori dei modelli. Solo con regole chiare e condivise sarà possibile sfruttare al meglio il potenziale dell’IA senza lasciare cittadini e imprese esposti a rischi incontrollati.
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