
Redazione RHC : 14 Marzo 2022 08:57
Il gruppo di cyber-estorsione LockBit ha rivendicato l’attacco informatico a uno dei più grandi produttori di pneumatici del mondo Bridgestone Americas.
I criminali informatici hanno avviato un timer per il pagamento del riscatto e hanno minacciato di pubblicare i dati che avevano rubato dall’azienda, qualora il denaro non fosse stato trasferito in tempo.

Bridgestone possiede dozzine di stabilimenti di produzione in tutto il mondo e impiega oltre 130.000 dipendenti (personale e appaltatori).
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Il 27 febbraio 2022, la società ha avviato un’indagine su un “potenziale incidente di sicurezza delle informazioni” scoperto quella mattina.
A scopo precauzionale, molti stabilimenti di produzione e negozi di pneumatici in Sud e Nord America sono stati disconnessi dalla rete aziendale.
Nessun dettaglio sull’incidente è emerso fino all’altro giorno, quando il ransomware LockBit ne ha rivendicato la responsabilità, aggiungendo Bridgestone all’elenco delle vittime.
La natura dei dati rubati dagli hacker e le possibili conseguenze della loro fuga sono ancora sconosciuti.
Lo scorso anno, LockBit è stato il gruppo di cyber-ransomware più attivo ad attaccare il settore industriale, secondo un rapporto di febbraio della società di sicurezza informatica Dragos.
Ha rappresentato 103 attacchi, mentre la quota del successivo Conti – 63.
LockBit ransomware è un malware progettato per bloccare l’accesso degli utenti ai sistemi informatici in cambio di un pagamento di riscatto. Questo ransomware viene utilizzato per attacchi altamente mirati contro aziende e altre organizzazioni e gli “affiliati” di LockBit, hanno lasciato il segno minacciando le organizzazioni di tutto il mondo di ogni ordine e grado.
Si tratta del modello ransomware-as-a-service (RaaS) dove gli affiliati depositano del denaro per l’uso di attacchi personalizzati su commissione e traggono profitto da un quadro di affiliazione. I pagamenti del riscatto sono divisi tra il team di sviluppatori LockBit e gli affiliati attaccanti, che ricevono fino a ¾ dei fondi del riscatto.
E’ considerato da molte autorità parte della famiglia di malware “LockerGoga & MegaCortex”. Ciò significa semplicemente che condivide i comportamenti con queste forme consolidate di ransomware mirato ed ha il potere di auto-propagarsi una volta eseguito all’interno di una rete informatica.
RHC monitorerà la questione in modo da aggiornare il seguente articolo, qualora ci siano novità sostanziali. Nel caso ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni sulla vicenda, possono accedere alla sezione contatti, oppure in forma anonima utilizzando la mail crittografata del whistleblower.
Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino è stato impossibile.
Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono:
Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.
La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda. Oggi occorre cambiare mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.
Redazione
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