
Redazione RHC : 3 Novembre 2022 14:45
La storia dell’hacking di MBDA di luglio continua.
Ricordiamo che poi l’azienda ha smentito le dichiarazioni degli hacker, definendo false le segnalazioni di un attacco informatico, e i dati trafugati non erano segreti ma contenuti in un hard disk.
Ma gli specialisti della sicurezza delle informazioni di CloudSEK non la pensano così.
CVE Enrichment Mentre la finestra tra divulgazione pubblica di una vulnerabilità e sfruttamento si riduce sempre di più, Red Hot Cyber ha lanciato un servizio pensato per supportare professionisti IT, analisti della sicurezza, aziende e pentester: un sistema di monitoraggio gratuito che mostra le vulnerabilità critiche pubblicate negli ultimi 3 giorni dal database NVD degli Stati Uniti e l'accesso ai loro exploit su GitHub.
Cosa trovi nel servizio: ✅ Visualizzazione immediata delle CVE con filtri per gravità e vendor. ✅ Pagine dedicate per ogni CVE con arricchimento dati (NIST, EPSS, percentile di rischio, stato di sfruttamento CISA KEV). ✅ Link ad articoli di approfondimento ed exploit correlati su GitHub, per ottenere un quadro completo della minaccia. ✅ Funzione di ricerca: inserisci un codice CVE e accedi subito a insight completi e contestualizzati.
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Domenica hanno pubblicato un rapporto in cui affermavano di essere stati in grado di ottenere e analizzare un file ZIP protetto da password contenente campioni di dati rubati.
“La password per sbloccare l’archivio è stata fornita in un post pubblicato dal gruppo. Conteneva due cartelle con i dati”
afferma il rapporto.
Secondo gli esperti, le cartelle contenevano file con informazioni personali dei dipendenti MBDA, oltre a molte procedure operative standard che definiscono i requisiti per il controspionaggio della NATO per prevenire minacce legate al terrorismo, spionaggio e sabotaggio.
I file ricevuti includevano anche schizzi interni di schemi di cavi per sistemi missilistici, schemi elettrici e documentazione delle attività che collegavano MBDA al Ministero della Difesa dell’Unione Europea.

Gli specialisti di CloudSEK hanno spiegato che le minacce di Adrastea non sono state credute a causa di numerosi reclami da parte degli utenti dei forum degli hacker. Inoltre, questa è stata la prima operazione di questa cybergang, che mette in dubbio anche la legittimità dei file rilevati.
Ricordiamo che a seguito dell’incidente, anche la NATO ha iniziato delle indagini, anche se non si conoscono ad oggi i risultati.
Redazione
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