
Come ogni lunedì, sul data leck site (DLS) di Lockbit 2.0 assistiamo a nuove violazioni. Questa settimana ad essere violata è progetto edile srl, una azienda di Castelnuovo Rangone (MO).
Il consueto “countdown” è fissato per il 4 aprile alle 00:00 UTC, quando la cybergang provvederà alla pubblicazione di 14.000 files.
Questo generalmente avviene in quanto l’azienda è reticente a pagare i criminali per riavere i propri dati e aumentando la pressione, i criminali informatici, sperano che il riscatto venga pagato.
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L’impresa nasce nel 1999. Si tratta di un’azienda operante esclusivamente nell’edilizia civile residenziale, sia privata che pubblica. Sin dai primi anni duemila l’impresa Progetto Edile comincia ad operare nel settore delle costruzioni civili, nella ristrutturazione di fabbricati dotandosi di una buona attrezzatura.
L’esperienza e le qualità del Signor Massimo Raineri hanno permesso alla suddetta impresa edile di aumentare le proprie capacità tecniche e produttive al punto di essere considerata una delle imprese edili più affidabili nel proprio territorio.
A rafforzare poi ulteriormente l’organico dell’impresa Progetto Edile si sono unite numerose ditte collaboratrici di professionalità affermata a formare un servizio completo nel settore edile. Nel medesimo anno di costituzione si è affiancata l’Impresa di costruzioni Dimensione S.R.L. che negli ultimi 20 anni ha costruito centinaia di unità immobiliari destinate al mercato immobiliare locale e provinciale.

LockBit ransomware è un malware progettato per bloccare l’accesso degli utenti ai sistemi informatici in cambio di un pagamento di riscatto. Questo ransomware viene utilizzato per attacchi altamente mirati contro aziende e altre organizzazioni e gli “affiliati” di LockBit, hanno lasciato il segno minacciando le organizzazioni di tutto il mondo di ogni ordine e grado.
Si tratta del modello ransomware-as-a-service (RaaS) dove gli affiliati depositano del denaro per l’uso di attacchi personalizzati su commissione e traggono profitto da un quadro di affiliazione. I pagamenti del riscatto sono divisi tra il team di sviluppatori LockBit e gli affiliati attaccanti, che ricevono fino a ¾ dei fondi del riscatto.
E’ considerato da molte autorità parte della famiglia di malware “LockerGoga & MegaCortex”. Ciò significa semplicemente che condivide i comportamenti con queste forme consolidate di ransomware mirato ed ha il potere di auto-propagarsi una volta eseguito all’interno di una rete informatica.
RHC monitorerà la questione in modo da aggiornare il seguente articolo, qualora ci siano novità sostanziali. Nel caso ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni sulla vicenda, possono accedere alla sezione contatti, oppure in forma anonima utilizzando la mail crittografata del whistleblower.
Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino è stato impossibile.
Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono:
Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.
La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda. Oggi occorre cambiare mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.
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