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Nasce a Roma “Open Lab”: la fucina delle tecnologie emergenti.

Redazione RHC : 20 Febbraio 2022 00:17

A Roma Tiburtina nasce ‘Roma Open Lab’, l’officina delle idee della futura Smart City al servizio dei cittadini. Un laboratorio per fare ricerca, innovazione e sperimentare l’applicazione delle nuove tecnologie digitali. Roma Open Lab è la Casa delle Tecnologie Emergenti (CTE) di Roma, il primo living lab permanente, con sede nell’hub della Stazione Tiburtina, che si candida a diventare l’officina delle idee della futura Roma Smart City.

CTE: che cos’è, come nasce e perché

La Casa delle Tecnologie Emergenti vuol essere innanzitutto uno spazio fisico, una piattaforma di connessione e contaminazione che strutturalmente manca alla città. Un centro all’avanguardia, un luogo aperto alle esigenze della città e dei cittadini dove sviluppare e condividere idee, sperimentare nuove tecnologie e trasferire le conoscenze acquisite verso tutti quei soggetti che possono trarre particolari benefici dal digitale. Basti pensare alle piccole e medie imprese che, grazie ai progetti di ricerca e innovazione, hanno la possibilità di accrescere la propria competitività sul mercato, con importanti ricadute in termini di aumento dell’attrattività dei territori e rilancio dell’economia.

Obiettivo: realizzare un modello innovativo di “Startup City” secondo l’approccio dell’ecosistema e del partenariato pubblico-privato in cui la collaborazione e il dialogo tra i soggetti (Università – Imprese – Pubblica Amministrazione) rappresenta il vero valore aggiunto.

Un laboratorio dove fare ricerca, sperimentare innovazione e tecnologia. Uno spazio fisico dove si incontrano start-up, aziende, università e giovani con l’obiettivo di sviluppare applicazioni utili ai cittadini. È questo il progetto dal titolo ‘Casa delle tecnologie emergenti’ che dagli inizi del mese di febbraio sarà avviato nella ‘bolla’ della stazione Tiburtina: all’interno dei locali di circa mille metri quadri che Rete Ferroviaria Italia ha concesso in uso gratuito per trent’anni a Roma Capitale.

L’obiettivo è creare applicazioni utili su mobilità e turismo, consolidando poi un modello da replicare anche in altri ambiti”

come spiega Monica Lucarelli, assessora al Commercio e alle Attività produttive dell’attuale giunta capitolina.


Dall’Internet of Things (IoT) al Blockchain all’Intelligenza artificiale (AI) passando per lo sviluppo delle reti di nuova generazione 5G, le soluzioni basate su tecnologie emergenti, applicate al contesto della quotidianità cittadina (ad esempio il trasporto pubblico, il turismo, l’illuminazione pubblica, la sicurezza urbana, monitoraggio e gestione ambientale etc. etc.), possono garantire un miglioramento della qualità della vita e un generale risparmio sia in termini energetici che economici.

Perché una città connessa e digitale è una città sempre più sostenibile, efficiente e innovativa. In una sola parola: smart.

Il bando del MISE

A rendere possibile la realizzazione della ‘Casa delle tecnologie emergenti’ all’interno di uno degli scali più importanti della città è stato un bando del Mise a cui ha partecipato Roma con la precedente amministrazione comunale.Roma è tra le cinque città italiane ad essersi aggiudicata il bando del Ministero per lo Sviluppo Economico volto ad incentivare lo sviluppo della competitività del nostro paese sul fronte dell’innovazione del sistema produttivo, della digitalizzazione della PA e della valorizzazione delle eccellenze tecnologiche e di know-how, nell’ambito della ricerca scientifica e delle imprese che operano in Italia.

La casa dei talenti digitali

L’area scelta per generare innovazione e si trova all’incrocio dei quartieri Pietralata, Nomentano e Tiburtino, crocevia di elementi urbani eterogenei.Hub metro-ferroviario connesso con le altre stazioni ferroviarie e Metro di Roma, dorsale TAV e aeroporti: la Stazione Ferroviaria di Roma Tiburtina con i suoi oltre 50 mln di passeggeri l’anno, rappresenta una location strategica dove far nascere la Casa delle Tecnologie Emergenti.

Nello specifico si tratta di uno spazio fisico di circa 700 mq a livello della galleria commerciale della stazione e della “bolla” sospesa sovrastante, entrambi collegati internamente, oltre ad uno spazio distaccato interno alla stazione, sul lato dell’ingresso di via di Pietralata.

Curato sotto il profilo architettonico, lo spazio è esclusivo anche per il suo impatto scenografico, caratterizzato da grandi open space con ampie vetrate, che da un lato offrono una suggestiva veduta sulla piattaforma ferroviaria sottostante ed il relativo contesto urbano; dall’altro guardano all’interno della grande galleria commerciale sospesa al di sopra della piattaforma stessa.

Roma Capitale godrà a titolo gratuito per trent’anni anni del diritto d’uso dei locali della Stazione che ospiteranno sviluppatori, pionieri e startupper del cambiamento alla ricerca di soluzioni innovative e vincenti per tutti.

Mobilità & Turismo

Non c’è innovazione senza sperimentazione. I principali settori strategici scelti per sperimentare nella quotidianità, sulla base dei bisogni reali della città, i progetti di innovazione tecnologica sviluppati all’interno di Roma Open Lab sono:

– la Mobilità, dove la domanda di innovazione è supportata da grandi numeri in fatto di utenti, mezzi e infrastrutture che fanno di Roma un enorme mercato potenziale;

– il Turismo, dove l’offerta di innovazione può integrarsi con un patrimonio storico-culturale unico al mondo, con strutture ricettive e con flussi turistici che la Città Eterna attrae da ogni parte del mondo.

Le idee viaggiano ad alta velocità

In uno luogo simbolo dell’Alta Velocità, la Casa delle Tecnologie Emergenti di Roma, mettendo a sistema saperi e creatività, si prepara ad intraprendere un viaggio con tre principali destinazioni:
rafforzare l’ecosistema dell’innovazione a Roma ossia potenziare la rete, le connessioni e le attività, di coloro che a vari livelli e in vari settori, operano nel campo dell’innovazione.

Per innalzare la competitività del tessuto produttivo, anche alla luce dell’emergenza Covid-19, si è evidenziata la necessità di orientare le piccole e medie imprese verso nuovi modelli di business che sfruttando le tecnologie emergenti consentono di creare valore e di elaborare soluzioni ecosostenibili, sia dal punto di vista ambientale che sociale, così come stabilito anche dal piano europeo Next Generation; – cooperare per colmare il gap sul trasferimento tecnologico: le buone idee non sempre trovano manager capaci di interpretarle e portarle sul mercato con successo.

Ecco che tra le priorità c’è anche quella di stabilire, secondo l’approccio multistakeholder, le modalità di cooperazione tecnica tra i soggetti che si occupano dei programmi di ricerca e di trasferimento delle competenze tecnologiche per colmare la distanza che a volte separa l’innovazione dal mercato;– conseguire la sostenibilità finanziaria pubblico-privata: grazie alla vasta platea di operatori privati che investono in open innovation, Roma Capitale dovrà favorire forme di partenariato pubblico-privato per attrarre risorse e talenti utili a rispondere alla domanda di innovazione della Città in ottica Smart City, partendo dallo sviluppo di infrastrutture, prodotti e servizi tecnologici in favore del benessere del city user (cittadini, pendolari, aziende, turisti etc. etc.).

Next step

Allo stato attuale è in corso la fase di progettazione degli spazi e la definizione degli accordi tra i partner coinvolti nell’iniziativa.In linea con il piano triennale comunicato al MiSE, sono già state avviate le attività di comunicazione relative al progetto CTE tra cui quelle correlate all’evento di presentazione del progetto avvenuto il 15.09.2021.Per l’avvio e la realizzazione delle attività in programma, fondamentale è stata la collaborazione di Roma Capitale, in qualità di capofila di progetto, con i partner universitari e di accelerazione, ovvero Università degli Studi di Roma “Sapienza”, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Università degli Studi “Roma Tre”, Università “Luiss” Guido Carli, LVenture Group, INNOVA – Technology Transfer and Valorization, Peekaboo.Come previsto dal progetto, con la pubblicazione all’Albo Pretorio dell’Avviso Pubblico, con scadenza 28 ottobre 2021, sono partite le attività legate all’individuazione dei co-finanziatori dell’iniziativa (dettagli disponibili ai link di seguito ripostati), in qualità di:

  • Corporate Partner, i quali coadiuveranno la Capofila e i Partner nella definizione delle Challenges verso le startup, nella promozione di workshop, nella formazione per il trasferimento tecnologico e per lo sviluppo di proposte per appalti innovativi;
  • Brand Partner, i quali promuoveranno workshop in co-branding per iniziative al di fuori dei percorsi di accelerazione e di trasferimento tecnologico.

A breve seguirà la selezione (“shake out”) propedeutica alla definizione delle sfide dell’innovazione (“Challenge”). Si tratta di una delle principali attività che andranno ad animare lo spazio di co-working della Casa delle Tecnologie Emergenti in cui imprese, talenti e startup saranno chiamati a sviluppare soluzioni smart tramite applicazioni e servizi IoT, Blockchain e AI.

A questo proposito verranno organizzati incontri di “contaminazione” tra Roma Capitale, i partner tecnologici, le Università e gli acceleratori di startup. Ciascuno, secondo le proprie competenze, illustrerà i fabbisogni di innovazione, le potenzialità industriali, le proprie tendenze di ricerca, le opportunità e le possibilità tecnologiche su cui investire energie e risorse e, non appena la Casa delle Tecnologie Emergenti sarà operativa, saranno rese pubbliche le Challenges a partecipazione aperta.

Per le imprese interessate a collaborare al progetto, è online fino al 28.10.2021 l’avviso di Roma Capitale per il cofinanziamento

Redazione
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