Red Hot Cyber
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza. La vera forza della cybersecurity risiede nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Cerca
UtiliaCS 970x120
Redhotcyber Banner Sito 320x100px Uscita 101125
Panico da AI: stiamo entrando nella fase più pericolosa della rivoluzione digitale

Panico da AI: stiamo entrando nella fase più pericolosa della rivoluzione digitale

Redazione RHC : 8 Agosto 2025 10:23

Negli ultimi mesi, il dibattito sull’intelligenza artificiale ha assunto toni sempre più estremi.

Da un lato, le grandi aziende che sviluppano e vendono soluzioni AI spingono narrazioni apocalittiche, avvertendo che chi non abbraccerà questa tecnologia rischia di essere tagliato fuori dal mercato, o addirittura di soccombere. Dall’altro lato, emergono indagini che raccontano una realtà ben diversa: la fiducia del pubblico e di molte imprese verso l’AI sta diminuendo, in alcuni casi in modo preoccupante. Negli Stati Uniti, questo fenomeno è già visto come un potenziale problema di sicurezza nazionale, perché un’adozione distorta o rallentata potrebbe far perdere terreno nella corsa globale alla supremazia tecnologica.

Le parole di Alon Haimovich, CEO di Microsoft Israele, si inseriscono perfettamente in questo contesto acceso. Intervistato da Calcalist, ha dichiarato che “il modello secondo cui il successo aziendale equivale a molti dipendenti è finito” e che ormai ci si aspetta che ogni lavoratore sappia usare un agente di intelligenza artificiale. Un’affermazione che va oltre la pura constatazione tecnologica: è una presa di posizione netta su un futuro in cui l’AI non sarà un optional, ma una competenza fondamentale per sopravvivere professionalmente.


Rhc Conference Sponsor Program 2

Sponsorizza la prossima Red Hot Cyber Conference!
Il giorno Lunedì 18 maggio e martedì 19 maggio 2026 9 maggio 2026, presso il teatro Italia di Roma (a due passi dalla stazione termini e dalla metro B di Piazza Bologna), si terrà la V edizione della la RHC Conference
Si tratta dell’appuntamento annuale gratuito, creato dalla community di RHC, per far accrescere l’interesse verso le tecnologie digitali, l’innovazione digitale e la consapevolezza del rischio informatico. 
Se sei interessato a sponsorizzare l'evento e a rendere la tua azienda protagonista del più grande evento della Cybersecurity Italiana, non perdere questa opportunità. E ricorda che assieme alla sponsorizzazione della conferenza, incluso nel prezzo, avrai un pacchetto di Branding sul sito di Red Hot Cyber composto da Banner più un numero di articoli che saranno ospitati all'interno del nostro portale. 
Quindi cosa stai aspettando? Scrivici subito a [email protected] per maggiori informazioni e per accedere al programma sponsor e al media Kit di Red Hot Cyber.


Supporta Red Hot Cyber attraverso: 

  1. L'acquisto del fumetto sul Cybersecurity Awareness
  2. Ascoltando i nostri Podcast
  3. Seguendo RHC su WhatsApp
  4. Seguendo RHC su Telegram
  5. Scarica gratuitamente “Byte The Silence”, il fumetto sul Cyberbullismo di Red Hot Cyber

Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì.

Haimovich non risparmia critiche nemmeno alle strategie nazionali. Secondo lui, la raccomandazione del Comitato Nagel di investire 18 miliardi di shekel nello sviluppo di un modello di intelligenza artificiale israeliano non cambierà realmente gli equilibri. L’implicito messaggio è chiaro: il vantaggio competitivo non si gioca solo sulla quantità di fondi investiti, ma sulla capacità di integrare l’AI in ogni aspetto operativo, dal singolo dipendente alle strutture decisionali più alte.

Eppure, mentre i vertici delle big tech e figure come Haimovich invocano un’adozione rapida e capillare dell’AI, cresce la disillusione. Alcuni settori denunciano un hype eccessivo, alimentato ad arte, e temono che la narrativa del “tutto sarà automatizzato” serva più a spingere vendite e abbonamenti che a riflettere la realtà. Altri mettono in guardia sul fatto che la pressione continua a “non restare indietro” possa generare scelte affrettate, con conseguenze economiche e sociali non previste.

Negli Stati Uniti, il calo di fiducia nell’AI sta diventando un dossier strategico. Se i cittadini e le imprese percepiscono la tecnologia come inaffidabile o rischiosa, sarà più difficile implementarla nei settori critici. Il rischio, secondo alcuni analisti, è che i competitor internazionali – meno frenati da dubbi etici o regolatori come la Cina – possano superare Washington in applicazioni strategiche, dalla difesa all’economia. Questo crea un paradosso: mentre il settore privato spinge verso un’adozione rapida, lo Stato si trova a dover gestire anche la diffidenza popolare.

Parallelamente, c’è chi sostiene che il tempo della “costruzione selvaggia” dell’AI sia già finito.

Dopo la corsa iniziale, caratterizzata da lanci incessanti e promesse grandiose, si starebbe entrando in una fase di “ricostruzione, dove le aziende cercheranno di correggere i danni e le distorsioni causate da un’adozione frettolosa. Ciò potrebbe significare investimenti in sistemi più trasparenti, modelli meno opachi, e una maggiore attenzione alla sostenibilità sociale dell’AI.

La verità, forse, sta nel mezzo. È difficile negare che l’AI sarà una leva decisiva per la produttività e la competitività, ma allo stesso tempo sarebbe ingenuo ignorare i rischi di una retorica eccessiva. Se da un lato il “terrore tecnologico” può accelerare il cambiamento, dall’altro rischia di alienare lavoratori, cittadini e interi settori, rallentando proprio quel progresso che si vorrebbe spingere.

Nei prossimi anni possiamo aspettarci un terreno di gioco più complesso. Le aziende dovranno bilanciare velocità di adozione e trasparenza, i governi dovranno garantire sicurezza nazionale senza soffocare l’innovazione, e i cittadini dovranno sviluppare un pensiero critico che permetta di distinguere tra reali opportunità e marketing aggressivo.

Chi riuscirà a muoversi in questo equilibrio, sfruttando l’AI come strumento e non come feticcio, sarà pronto per il nuovo paradigma delineato da Haimovich. Gli altri rischiano di scoprire troppo tardi che la vera rivoluzione non è l’AI in sé, ma la capacità di usarla in modo consapevole.

Immagine del sitoRedazione
La redazione di Red Hot Cyber è composta da un insieme di persone fisiche e fonti anonime che collaborano attivamente fornendo informazioni in anteprima e news sulla sicurezza informatica e sull'informatica in generale.

Lista degli articoli

Articoli in evidenza

Immagine del sito
TamperedChef: malware tramite falsi installer di app
Di Redazione RHC - 21/11/2025

La campagna su larga scala TamperedChef sta nuovamente attirando l’attenzione degli specialisti, poiché gli aggressori continuano a distribuire malware tramite falsi programmi di installazione di a...

Immagine del sito
Bug critico da score 10 per Azure Bastion. Quando RDP e SSH sul cloud sono in scacco matto
Di Redazione RHC - 21/11/2025

Una vulnerabilità di tipo authentication bypass è stata individuata in Azure Bastion (scoperta da RHC grazie al monitoraggio costante delle CVE critiche presente sul nostro portale), il servizio g...

Immagine del sito
Rischio sventato per milioni di utenti Microsoft! La falla critica in Microsoft SharePoint da 9.8
Di Redazione RHC - 21/11/2025

Microsoft ha reso nota una vulnerabilità critica in SharePoint Online (scoperta da RHC grazie al monitoraggio costante delle CVE critiche presente sul nostro portale), identificata come CVE-2025-5924...

Immagine del sito
Garante Privacy in crisi: il Segretario Generale lascia dopo la richiesta sulle email dei dipendenti
Di Redazione RHC - 21/11/2025

Il Segretario Generale del Garante per la protezione dei dati personali, Angelo Fanizza, ha rassegnato le proprie dimissioni a seguito di una riunione straordinaria tenuta questa mattina nella sala Ro...

Immagine del sito
Dipendenti Infedeli: licenziato, rientra in azienda e resetta 2.500 password all’insaputa dell’azienda
Di Redazione RHC - 21/11/2025

Un impiegato si è dichiarato colpevole di aver hackerato la rete del suo ex datore di lavoro e di aver causato danni per quasi 1 milione di dollari dopo essere stato licenziato. Secondo l’accusa, i...