
Redazione RHC : 28 Giugno 2025 20:43
La prima edizione delle Olimpiadi Internazionali di Cybersecurity si è conclusa a Singapore con un risultato eccellente per l’Italia. Quattro studenti italiani hanno conquistato il podio, vincendo medaglie d’oro e d’argento nella competizione che ha riunito circa 150 talenti provenienti da 30 paesi del mondo.
La squadra italiana, capitanata da Gaspare Ferraro e Matteo Rossi, ha ottenuto una medaglia d’oro Leonardo Mattei del Liceo Scientifico “Antonio Labriola” di Roma e Jacopo Di Pumpo dell’I.T.S.O.S “Marie Curie” di Cernusco sul Naviglio. Inoltre, Alan Davide Bovo dell’Istituto Superiore “Pascal Comandini” di Cesena e Stefano Perrucci dell’Istituto Tecnico “Enrico Fermi” di Francavilla Fontana (Brindisi) hanno vinto una medaglia d’argento.
L’Italia è risultata il miglior Paese per punteggio totale e ospiterà l’edizione 2027 delle Olimpiadi Internazionali di Cybersecurity. “Siamo molto orgogliosi dell’eccellente risultato ottenuto da tutta la nostra squadra”, ha dichiarato Gaspare Ferraro, coordinatore del team.
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L’evento, ospitato dalla National University of Singapore, uno dei migliori atenei al mondo, ha visto i partecipanti sfidarsi in due giorni di competizione individuale di tipo CTF (Capture-The-Flag) su tematiche come web security, reverse engineering, binary exploitation, digital forensics e crittografia.
I quattro studenti italiani erano stati selezionati in base ai risultati ottenuti alle Olimpiadi Italiane di Cybersicurezza.
Leonardo Mattei aveva partecipato all’edizione del 2025 della Capture The Flag di Red hot Cyber classificandosi al secondo posto con il team Winnerz (2350 punti) , dietro al team italo-brasiliano di PizzaFeijoada (4210 punti). Al terzo posto si sono classificati il team dei CarbonHackers (con 2350 punti).
Qua potete vedere la video intervista al minuto 1:53. Complimenti ancora a tutto il team dei Winnerz e a Leonardo Mattei. Sì, lo sappiamo… siamo ancora in debito con voi per quella maglietta. Promettiamo che il prossimo anno rimediaremo — parola di RHC!

Tutto questo, per dire che in Italia siamo pieni di competenze e di ethical hacker molto bravi. La cosa importante, oggi più che mai, è iniziare a pensare che queste persone possono davvero fare la differenza in contesti tecnologicamente avanzati, sia pubblici che privati.
Non dobbiamo dimenticare mai che la cybersecurity è prima di tutto una materia tecnica, solo in un secondo momento giuridica. Del resto, gli hacker criminali della giurisprudenza non se ne curano affatto. Ed è per questo che servono competenze solide, pratiche e aggiornate: perché chi sa come funziona davvero un attacco informatico, sa anche come prevenirlo, mitigarne gli effetti o rispondere in modo efficace.
Sostenere questi giovani talenti, creare percorsi formativi strutturati e valorizzare le professionalità che già operano nel settore è una priorità strategica. Perché il futuro della sicurezza digitale passa proprio da loro.
Redazione
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