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RansomExx colpisce Ermenegildo Zegna, il made in italy maschile.

Redazione RHC : 6 Agosto 2021 22:50

Un’altra vittima italiana colpita di recente da un ransomware, si tratta ancora di RansomExx, il malware che ha colpito la Regione Lazio la settimana scorsa, sul quale abbiamo pubblicato di recente una interessante analisi tecnica.

Si tratta del Gruppo Ermenegildo Zegna, che ha subito un’intrusione nei propri sistemi informatici, avvertendo immediatamente le autorità competenti.

Il Gruppo Zegna (per chi non lo conosce), rappresenta uno dei capisaldi dello stile maschile made in Italy nel mondo. Il Gruppo si è evoluto da produttore esclusivo di tessuti e abbigliamento maschile a fornitore di beni di lusso per clienti di tutto il mondo, tanto che dal 2020 è presente in 80 Paesi con 296 negozi e nel 1991 è stato il primo brand di lusso maschile a entrare nel mercato cinese.

“Non appena la società ha appreso l’accaduto, ha prontamente avviato un’indagine forense, condotta da esperti esterni, e ha messo in atto le azioni necessarie a garantire la sicurezza della propria rete”

ha dichiarato al Corriere della Sera Gildo Zegna, CEO del Gruppo.

“Non abbiamo in nessun modo ceduto ad alcun tipo di ricatto. Questa è stata la nostra immediata risposta”.

Ha detto lapidariamente il CEO.

“Ci siamo attivati immediatamente per tutelare i dati e tutti coloro che a essi sono collegati. Sia nei confronti della nostra clientela e dei consumatori, sia riguardo ai nostri investitori”.

Probabilmente questo attacco è collegato al recente annuncio della quotazione del Gruppo biellese alla Borsa di New York, cosa che avverrà entro la fine del 2021.

“L’indagine è tuttora in corso e vogliamo rassicurare i nostri clienti e partner commerciali che i nostri team stanno lavorando intensamente, mettendo in atto tutti gli sforzi necessari per risolvere la situazione. La nostra priorità principale è garantire la continuità operativa in un ambiente sicuro e protetto”.

A quanto pare, sembra che la cyber gang abbia sottratto 20,74 GB di dati dall’azienda e di aver fatto trapelare 43 archivi (42 archivi di 500 MB di dimensione e 1 archivio contenente 239,54 MB di documenti).

Redazione
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