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Attacco informatico rivendicato all’italiana CreditTeam. E’ stata la cybergang NoEscape che ha in mano 121GB

Attacco informatico rivendicato all’italiana CreditTeam. E’ stata la cybergang NoEscape che ha in mano 121GB

Chiara Nardini : 27 Giugno 2023 07:10

Nella giornata di ieri, come abbiamo riportato su Twitter la banda di criminali informatici di NoEscape, rivendica all’interno del proprio Data Leak Site (DLS) un attacco informatico all’italiana CreditTeam. Dal post pubblicato dalla cybergang, i criminali informatici riportano di essere in possesso di 12GB di dati esfiltrati dalle infrastrutture IT dell’azienda e minacciano di pubblicarli tra 8 giorni.

Ancora non sappiamo se tali dati risultano di proprietà dell’azienda, anche perché non è ancora presente all’interno del loro sito nessun comunicato stampa relativamente all’accaduto.

Sul sito della gang è attivo un countdown che mostra che tra 8gg, alle 18:34 ci sarà un aggiornamento del post. Sicuramente la gang in quella data pubblicherà una parte dei dati in loro possesso per aumentare la pressione sulla vittima.

News all’interno della Home Page del sito underground di NoEscape.

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Nel post, la cybergang riporta che è in possesso dei dati dell’azienda, ma anche di altre aziende che hanno avuto a che fare con la CreditTeam, riportando che sono in possesso dei passaporti e dei dati delle carte di credito dei clienti. Pertanto è consigliabile immediatamente una denuncia relativamente a queste ultime da parte dei legittimi proprietari.

Erogatore di finanza agevolata e intermediazione creditizia finalizzata ad aumentare la liquidità e la crescita aziendale. I servizi della società comprendono l'ottenimento di contributi a fondo perduto, bonus fiscali e finanziamenti agevolati per micro PMI, start-up e liberi professionisti

Sono presenti tutti i documenti finanziari, fiscali, riservati della società, nonché importanti documenti finanziari e creditizi dei loro clienti. Dove sono presenti i documenti di reddito e di credito, oltre ai documenti passaporti dei titolari di azienda, sono presenti anche gli estremi ei dati di credito delle carte dei titolari di azienda.

Esistono documenti finanziari di aziende con cui il Credit Team ha lavorato. Oltre alle aziende qui rappresentate, abbiamo circa 100 aziende. Immagina l'entità della perdita:

www.ambrosini.it
www.combustibilicereda.it
www.capoferri.it
www.eredibaitelli.it
www.bontempiimpiantipec.it

Questa è solo una parte di loro, e ce ne sono molti, se non collaborano, non solo ne soffriranno, ma anche i proprietari di queste società i cui dati verranno trapelati. Non capiscono la gravità della situazione.

Pertanto questo incidente (ancora da confermare in quanto all’interno del sito

Come spesso riportiamo, l’accesso alle Darknet è praticabile da qualsiasi persona che sappia utilizzare normalmente un PC. Questo è importante portarlo all’attenzione in quanto molti sostengono il contrario, spesso nei comunicati dopo la pubblicazione dei dati delle cybergang ransomware e tali informazioni sono pubblicamente consultabili come fonti aperte.

Come avevamo anticipato all’inizio dell’articolo, al momento della scrittura non è presente un comunicato stampa sul sito della vittima che avverte dell’incidente informatico.

Come nostra consuetudine, lasciamo spazio ad una dichiarazione da parte dell’azienda qualora voglia darci degli aggiornamenti su questa vicenda e saremo lieti di pubblicarla con uno specifico articolo dando risalto alla questione.

RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali. Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni in modo anonimo possono accedere utilizzare la mail crittografata del whistleblower.

Cos’è il ransomware as a service (RaaS)

Il ransomware, è una tipologia di malware che viene inoculato all’interno di una organizzazione, per poter cifrare i dati e rendere indisponibili i sistemi. Una volta cifrati i dati, i criminali chiedono alla vittima il pagamento di un riscatto, da pagare in criptovalute, per poterli decifrare.

Qualora la vittima non voglia pagare il riscatto, i criminali procederanno con la doppia estorsione, ovvero la minaccia della pubblicazione di dati sensibili precedentemente esfiltrati dalle infrastrutture IT della vittima.

Per comprendere meglio il funzionamento delle organizzazioni criminali all’interno del business del ransomware as a service (RaaS), vi rimandiamo a questi articoli:

Come proteggersi dal ransomware

Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, e anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino non ha avuto successo.

Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono in ordine di complessità:

  • Formare il personale attraverso corsi di Awareness;
  • Utilizzare un piano di backup e ripristino dei dati per tutte le informazioni critiche. Eseguire e testare backup regolari per limitare l’impatto della perdita di dati o del sistema e per accelerare il processo di ripristino. Da tenere presente che anche i backup connessi alla rete possono essere influenzati dal ransomware. I backup critici devono essere isolati dalla rete per una protezione ottimale;
  • Mantenere il sistema operativo e tutto il software sempre aggiornato con le patch più recenti. Le applicazioni ei sistemi operativi vulnerabili sono l’obiettivo della maggior parte degli attacchi. Garantire che questi siano corretti con gli ultimi aggiornamenti riduce notevolmente il numero di punti di ingresso sfruttabili a disposizione di un utente malintenzionato;
  • Mantenere aggiornato il software antivirus ed eseguire la scansione di tutto il software scaricato da Internet prima dell’esecuzione;
  • Limitare la capacità degli utenti (autorizzazioni) di installare ed eseguire applicazioni software indesiderate e applicare il principio del “privilegio minimo” a tutti i sistemi e servizi. La limitazione di questi privilegi può impedire l’esecuzione del malware o limitarne la capacità di diffondersi attraverso la rete;
  • Evitare di abilitare le macro dagli allegati di posta elettronicaSe un utente apre l’allegato e abilita le macro, il codice incorporato eseguirà il malware sul computer;
  • Non seguire i collegamenti Web non richiesti nelle e-mail;
  • Esporre le connessione Remote Desktop Protocol (RDP) mai direttamente su internet. Qualora si ha necessità di un accesso da internet, il tutto deve essere mediato da una VPN;
  • Implementare sistemi di Intrusion Prevention System (IPS) e Web Application Firewall (WAF) come protezione perimetrale a ridosso dei servizi esposti su internet.
  • Implementare una piattaforma di sicurezza XDR, nativamente automatizzata, possibilmente supportata da un servizio MDR 24 ore su 24, 7 giorni su 7, consentendo di raggiungere una protezione e una visibilità completa ed efficace su endpoint, utenti, reti e applicazioni, indipendentemente dalle risorse, dalle dimensioni del team o dalle competenze, fornendo altresì rilevamento, correlazione, analisi e risposta automatizzate.

Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.

La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda.

Oggi occorre cambiare immediatamente mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.

Immagine del sitoChiara Nardini
Esperta di Cyber Threat intelligence e di cybersecurity awareness, blogger per passione e ricercatrice di sicurezza informatica. Crede che si possa combattere il cybercrime solo conoscendo le minacce informatiche attraverso una costante attività di "lesson learned" e di divulgazione. Analista di punta per quello che concerne gli incidenti di sicurezza informatica del comparto Italia.

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