Follow Up di NoName057(16) sulla infrastrutture Italiane. Colpita Autorità trasporti e Corte costituzionale
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Follow Up di NoName057(16) sulla infrastrutture Italiane. Colpita Autorità trasporti e Corte costituzionale

Follow Up di NoName057(16) sulla infrastrutture Italiane. Colpita Autorità trasporti e Corte costituzionale

Redazione RHC : 25 Marzo 2023 18:35

Ancora una volta gli hacktivisiti filorussi di NoName057(16), hanno colpito degli obiettivi italiani da questa mattina alle ore 11.00. I siti coinvolti da questo Follow-Up sono i seguenti:

  • https://www.autorita-trasporti.it/
  • https://secure.autorita-trasporti.it/ART_Login/LoginB.aspx
  • https://www.cortecostituzionale.it/default.do

Sono ormai giorni che gli hacktivisti stanno prendendo di mira le infrastrutture italiane con attacchi DDoS, e anche i siti dove sono passati in precedenza ancora non hanno le protezioni del caso.

Ad esempio la Corte costituzionale è stata colpita il 23 marzo scorso e al momento risulta parzialmente raggiungibile. Altresì l’autorità dei trasporti è stata colpita da NoName il 22 marzo scorso e al momento ha attivo il Geolocking.


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In effetti non sono solo questi i siti sui quali è ripassato NoName057(16) nel corso degli ultimi mesi e alcune infrastrutture si sono fatte trovare impreparate per ben 3 volte, come ad esempio il sito dei Carabinieri.

Ricordiamo che soluzioni enterprise come Cloudflare o Akamai, anche se abbastanza costose, si riescono a mettere su con pochissimo tempo e sono gestite dal fornitore del servizio.

Di seguito quanto riportato sui canali Telegram del gruppo:

Affinché l'Italia non sia gelosa del fatto che non le prestiamo la dovuta attenzione, siamo andati al segmento italiano di Internet🇮🇹

Sbattuto il portale del regolamento sui trasporti (ART):

❌https://check-host.net/check-report/f492154kfa6

Abbiamo inviato missili DDoS al sito di autorizzazione del portale italiano dell'autorità di regolamentazione dei trasporti - la risorsa è ora disponibile solo dall'IP italiano😁:

❌https://check-host.net/check-report/f49236bk339
Il portale della Corte costituzionale italiana è stato sbattuto:

❌https://check-host.net/check-report/f492524k60a

Chi sono gli hacktivisti di NoName057(16)

NoName057(16) è un gruppo di hacker che si è dichiarato a marzo del 2022 a supporto della Federazione Russa. Hanno rivendicato la responsabilità di attacchi informatici a paesi come l’Ucraina, gli Stati Uniti e altri vari paesi europei. Questi attacchi vengono in genere eseguiti su agenzie governative, media e siti Web di società private

Le informazioni sugli attacchi effettuati da NoName057(16) sono pubblicate nell’omonimo canale di messaggistica di Telegram. Secondo i media ucraini, il gruppo è anche coinvolto nell’invio di lettere di minaccia ai giornalisti ucraini. Gli hacker hanno guadagnato la loro popolarità durante una serie di massicci attacchi DDOS sui siti web lituani.

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Relativamente all’Italia, il gruppo ha effettuato una serie di attacchi di Distributed Denial of Service ad obiettivi come:

Le tecniche di attacco DDoS utilizzate dal gruppo sono miste, prediligendo la “Slow http attack”.

Che cos’è un attacco Distributed Denial of Service

Un attacco DDoS (Distributed Denial of Service) è un tipo di attacco informatico in cui vengono inviate una grande quantità di richieste a un server o a un sito web da molte macchine diverse contemporaneamente, al fine di sovraccaricare le risorse del server e renderlo inaccessibile ai suoi utenti legittimi.

Queste richieste possono essere inviate da un grande numero di dispositivi infetti da malware e controllati da un’organizzazione criminale, da una rete di computer compromessi chiamata botnet, o da altre fonti di traffico non legittime. L’obiettivo di un attacco DDoS è spesso quello di interrompere le attività online di un’organizzazione o di un’azienda, o di costringerla a pagare un riscatto per ripristinare l’accesso ai propri servizi online.

Gli attacchi DDoS possono causare danni significativi alle attività online di un’organizzazione, inclusi tempi di inattività prolungati, perdita di dati e danni reputazionali. Per proteggersi da questi attacchi, le organizzazioni possono adottare misure di sicurezza come la limitazione del traffico di rete proveniente da fonti sospette, l’utilizzo di servizi di protezione contro gli attacchi DDoS o la progettazione di sistemi resistenti agli attacchi DDoS.

Occorre precisare che gli attacchi di tipo DDoS, seppur provocano un disservizio temporaneo ai sistemi, non hanno impatti sulla Riservatezza e Integrità dei dati, ma solo sulla loro disponibilità. pertanto una volta concluso l’attacco DDoS, il sito riprende a funzionare esattamente come prima.

Che cos’è l’hacktivismo cibernetico

L’hacktivismo cibernetico è un movimento che si serve delle tecniche di hacking informatico per promuovere un messaggio politico o sociale. Gli hacktivisti usano le loro abilità informatiche per svolgere azioni online come l’accesso non autorizzato a siti web o a reti informatiche, la diffusione di informazioni riservate o il blocco dei servizi online di una determinata organizzazione.

L’obiettivo dell’hacktivismo cibernetico è di sensibilizzare l’opinione pubblica su questioni importanti come la libertà di espressione, la privacy, la libertà di accesso all’informazione o la lotta contro la censura online. Gli hacktivisti possono appartenere a gruppi organizzati o agire individualmente, ma in entrambi i casi utilizzano le loro competenze informatiche per creare un impatto sociale e politico.

È importante sottolineare che l’hacktivismo cibernetico non deve essere confuso con il cybercrime, ovvero la pratica di utilizzare le tecniche di hacking per scopi illeciti come il furto di dati personali o finanziari. Mentre il cybercrime è illegale, l’hacktivismo cibernetico può essere considerato legittimo se mira a portare all’attenzione pubblica questioni importanti e a favorire il dibattito democratico. Tuttavia, le azioni degli hacktivisti possono avere conseguenze legali e gli hacktivisti possono essere perseguiti per le loro azioni.

La tecnica del “Slow Http Attack”

L’attacco “Slow HTTP Attack” (l’articolo completo a questo link) è un tipo di attacco informatico che sfrutta una vulnerabilità dei server web. In questo tipo di attacco, l’attaccante invia molte richieste HTTP incomplete al server bersaglio, con lo scopo di tenere occupate le connessioni al server per un periodo prolungato e impedire l’accesso ai legittimi utenti del sito.

Nello specifico, l’attacco Slow HTTP sfrutta la modalità di funzionamento del protocollo HTTP, che prevede che una richiesta HTTP sia composta da tre parti: la richiesta, la risposta e il corpo del messaggio. L’attaccante invia molte richieste HTTP incomplete, in cui il corpo del messaggio viene inviato in modo molto lento o in modo incompleto, bloccando la connessione e impedendo al server di liberare le risorse necessarie per servire altre richieste.

Questo tipo di attacco è particolarmente difficile da rilevare e mitigare, poiché le richieste sembrano legittime, ma richiedono un tempo eccessivo per essere elaborate dal server. Gli attacchi Slow HTTP possono causare tempi di risposta molto lenti o tempi di inattività del server, rendendo impossibile l’accesso ai servizi online ospitati su quel sistema.

Per proteggersi da questi attacchi, le organizzazioni possono implementare soluzioni di sicurezza come l’uso di firewall applicativi (web application firewall o WAF), la limitazione delle connessioni al server e l’utilizzo di sistemi di rilevamento e mitigazione degli attacchi DDoS.

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