
Nella giornata di ieri, la banda di criminali informatici di Hunters International rivendica all’interno del proprio Data Leak Site (DLS) un attacco informatico all’italiana Benetton.
Ancora non sappiamo se tale attacco informatico abbia realmente colpito le infrastrutture IT della Benetton oppure se si tratti di una filiale o un negozio, in quanto non è ancora presente all’interno del loro sito istituzionale un comunicato stampa relativamente all’accaduto.

Nel post pubblicato nel sito underground, i criminali informatici riportano che sono in possesso di oltre 450 GB di dati, esfiltrati presumibilmente dalle infrastrutture IT dell’azienda e minacciano la pubblicazione degli stessi.
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Sul sito della gang è attivo un countdown che mostra che tra 1gg e 17 ore, ci sarà una pubblicazione di 33,8 MB dei dati. Si tratta di un primo sample, ovvero di una piccola pubblicazione per far comprendere che tali informazioni siano coerenti con la rivendicazione. Successivamente verranno pubblicati ulteriori 433 GB in possesso della cyber gang.

Questo modo di agire – come sanno i lettori di RHC – generalmente avviene quando ancora non è stato definito un accordo per il pagamento del riscatto richiesto da parte dei criminali informatici. In questo modo, i criminali minacciando la pubblicazione dei dati in loro possesso, tentano di aumentare la pressione verso l’organizzazione violata, sperando che il pagamento avvenga più velocemente.
Come nostra consuetudine, lasciamo spazio ad una dichiarazione da parte dell’azienda qualora voglia darci degli aggiornamenti su questa vicenda e saremo lieti di pubblicarla con uno specifico articolo dando risalto alla questione.
RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali. Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni in modo anonimo possono accedere utilizzare la mail crittografata del whistleblower.
Il ransomware, è una tipologia di malware che viene inoculato all’interno di una organizzazione, per poter cifrare i dati e rendere indisponibili i sistemi. Una volta cifrati i dati, i criminali chiedono alla vittima il pagamento di un riscatto, da pagare in criptovalute, per poterli decifrare.
Qualora la vittima non voglia pagare il riscatto, i criminali procederanno con la doppia estorsione, ovvero la minaccia della pubblicazione di dati sensibili precedentemente esfiltrati dalle infrastrutture IT della vittima.
Per comprendere meglio il funzionamento delle organizzazioni criminali all’interno del business del ransomware as a service (RaaS), vi rimandiamo a questi articoli:
Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, e anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino non ha avuto successo.
Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono in ordine di complessità:
Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.
La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda.
Oggi occorre cambiare immediatamente mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.
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