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Questo succede a Vivalia, un ospedale colpito dal ransomware. Enormi gli impatti sui pazienti

Redazione RHC : 18 Maggio 2022 14:18

Nuova riunione dell’Unità di Crisi di Vivalia, a 75 ore dall’attacco informatico di LockBit che ha colpito tutti i sistemi e ha paralizzato la rete. Lo riporta l’azienda sanitaria con un comunicato stampa sulla home page del suo sito.

Vivalia è una società intercomunale belga di assistenza sanitaria creata nel 2008 con l’obiettivo di gestire i servizi ospedalieri e sanitari nei 47 comuni affiliati (tutti i 44 comuni nella provincia del Lussemburgo e altri 3 nella provincia di Namur).

Il lavoro del team IT continua. Gli esperti, aiutati da quelli del Federal Computer Emergency Response Team (CERT) e altri del settore privato, stanno facendo progressi nell’analisi e nel ripristino della rete. La diffusione del virus è stata prevenuta il più possibile, mentre ieri è stato finalizzato il piano di ripartenza. 

“Una ventina di persone stanno svolgendo questo lavoro colossale secondo priorità funzionali stabilite (laboratori, radiologia, cartelle cliniche). Sebbene questi team lavorino instancabilmente, c’è ancora bisogno di tempo e pazienza prima di poter tornare alla normalità.”

Lockbit ha in mano oltre 10.000 file esfiltrati dalle infrastrutture IT dell’azienda che verranno pubblicati, come da “countdown”, tra circa 8 giorni, un tempo più lungo, rispetto allo standard di 6 giorni che la gang imposta prima di rilasciare i dati trafugati nel darkweb.

Questo, come sanno i lettori di RHC, generalmente avviene quando l’azienda è reticente a pagare una forma di riscatto,. In questo modo, minacciando la pubblicazione dei dati in loro possesso, aumenta la pressione verso l’organizzazione violata, sperando che il pagamento avvenga più velocemente.

La data di pubblicazione è il 26 di Maggio alle 17:13ora UTC.

La telefonia dell’azienda ha subito gravi interruzioni e quindi potrebbe essere difficile raggiungere l’ospedale nelle prossime ore/giorni. 

Nonostante l’attività medica sia fortemente rallentata, verrà instituito nella giornata di oggi, 18/05/2022, un call center per rispondere alle domande più frequenti. Il numero verde da chiamare è: 0800/35.168.  

Gli operatori risponderanno alle domande che farà l’utenza, ad esempio se mantenere o meno le consultazioni, la possibilità di fissare un appuntamento, ecc… L’attività medica degli ospedali è degradata e sarà così fino al ripristino della situazione. Questa significa che:

  • Ci saranno annullamenti di operazioni non urgenti;
  • Annullamento delle consultazioni tramite SMS inviate a persone con appuntamento quel giorno;
  • La medicina d’urgenza è mantenuta, ma si richiede alle persone di presentarsi solo in caso di estrema necessità:
  • Tutti gli esami di Radiologia/scintigrafia programmati vengono annullati;
  • Per i centri prelievi e centri Covid l’attività è potuta riprendere martedì, essendo stato predisposto un sistema navetta per le analisi ora svolte nel sito dell’ospedale Godinne (CHU UCL Namur).

“Nei nostri reparti IT privati ​​in seguito all’attacco informatico, i capi dipartimento organizzano e riorganizzano il lavoro secondo necessità. Le persone che non possono essere messe in attività vista la situazione attuale sono ora invitate a recuperare le ore di straordinario e quindi a riposarsi.”

L’ospedale conclude dicendo:

“Ringraziamo ancora una volta tutte le nostre équipe che, in tutte le professioni, stanno dimostrando coraggio e pazienza di fronte a questa situazione eccezionale che, speriamo, finisca al più presto. La prossima riunione dell’unità di crisi è prevista per le 8 di domani mattina per fare il punto della situazione, ma è pronta a riunirsi urgentemente se necessario.”

RHC monitorerà la questione in modo da aggiornare il seguente articolo, qualora ci siano novità sostanziali.

Nel caso in cui l’azienda volesse effettuare una dichiarazione, saremo lieti di pubblicarla all’interno di questa pagina, magari avendo informazioni di cosa si sta facendo per rispondere all’attacco informatico.

Potete contattarci tramite la sezione contatti, oppure in forma anonima utilizzando la mail crittografata del whistleblower.

Cos’è il ransomware LockBit

Il ransomware, è una tipologia di malware che viene inoculato all’interno di una organizzazione, per poter cifrare i dati e rendere indisponibili i sistemi. Una volta cifrati i dati, i criminali chiedono alla vittima il pagamento di un riscatto, da pagare in criptovalute, per poterli decifrare.

Qualora la vittima non voglia pagare il riscatto, i criminali procederanno con la doppia estorsione, ovvero la minaccia della pubblicazione di dati sensibili precedentemente esfiltrati dalle infrastrutture IT della vittima.

Per comprendere meglio il funzionamento delle organizzazioni criminali all’interno del business del ransomware as a service (RaaS), vi rimandiamo a questi articoli:

LockBit 2.0 è una cyber gang criminale che adotta il modello ransomware-as-a-service (RaaS), anche se la sua struttura presenta variazioni che la differenziano da un tipico modello di affiliazione.

LockBit ransomware è un malware progettato per bloccare l’accesso degli utenti ai sistemi informatici in cambio di un pagamento di riscatto. Questo ransomware viene utilizzato per attacchi altamente mirati contro aziende e altre organizzazioni e gli “affiliati” di LockBit, hanno lasciato il segno minacciando le organizzazioni di tutto il mondo di ogni ordine e grado.

Si tratta del modello ransomware-as-a-service (RaaS) dove gli affiliati depositano del denaro per l’uso di attacchi personalizzati su commissione e traggono profitto da un quadro di affiliazione. I pagamenti del riscatto sono divisi tra il team di sviluppatori LockBit e gli affiliati attaccanti, che ricevono fino a ¾ dei fondi del riscatto.

E’ considerato da molte autorità parte della famiglia di malware “LockerGoga & MegaCortex”. Ciò significa semplicemente che condivide i comportamenti con queste forme consolidate di ransomware mirato ed ha il potere di auto-propagarsi una volta eseguito all’interno di una rete informatica.

Come proteggersi dal ransomware

Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, e anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino non ha avuto successo.

Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono in ordine di complessità:

  • Formare il personale attraverso corsi di Awareness;
  • Utilizzare un piano di backup e ripristino dei dati per tutte le informazioni critiche. Eseguire e testare backup regolari per limitare l’impatto della perdita di dati o del sistema e per accelerare il processo di ripristino. Da tenere presente che anche i backup connessi alla rete possono essere influenzati dal ransomware. I backup critici devono essere isolati dalla rete per una protezione ottimale;
  • Mantenere il sistema operativo e tutto il software sempre aggiornato con le patch più recenti. Le applicazioni ei sistemi operativi vulnerabili sono l’obiettivo della maggior parte degli attacchi. Garantire che questi siano corretti con gli ultimi aggiornamenti riduce notevolmente il numero di punti di ingresso sfruttabili a disposizione di un utente malintenzionato;
  • Mantenere aggiornato il software antivirus ed eseguire la scansione di tutto il software scaricato da Internet prima dell’esecuzione;
  • Limitare la capacità degli utenti (autorizzazioni) di installare ed eseguire applicazioni software indesiderate e applicare il principio del “privilegio minimo” a tutti i sistemi e servizi. La limitazione di questi privilegi può impedire l’esecuzione del malware o limitarne la capacità di diffondersi attraverso la rete;
  • Evitare di abilitare le macro dagli allegati di posta elettronicaSe un utente apre l’allegato e abilita le macro, il codice incorporato eseguirà il malware sul computer;
  • Non seguire i collegamenti Web non richiesti nelle e-mail;
  • Esporre le connessione Remote Desktop Protocol (RDP) mai direttamente su internet. Qualora si ha necessità di un accesso da internet, il tutto deve essere mediato da una VPN;
  • Implementare sistemi di Intrusion Prevention System (IPS) e Web Application Firewall (WAF) come protezione perimetrale a ridosso dei servizi esposti su internet.
  • Implementare una piattaforma di sicurezza XDR, nativamente automatizzata, possibilmente supportata da un servizio MDR 24 ore su 24, 7 giorni su 7, consentendo di raggiungere una protezione e una visibilità completa ed efficace su endpoint, utenti, reti e applicazioni, indipendentemente dalle risorse, dalle dimensioni del team o dalle competenze, fornendo altresì rilevamento, correlazione, analisi e risposta automatizzate.

Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.

La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda.

Oggi occorre cambiare immediatamente mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.

Redazione
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