
La piattaforma di ricompensa per le vulnerabilità HackerOne ha riferito che gli hacker white hat di tutto il mondo hanno ricevuto 81 milioni di dollari di risarcimenti negli ultimi 12 mesi. Secondo l’azienda, si tratta di un aumento del 13% rispetto all’anno precedente.
Oggi, HackerOne gestisce oltre 1.950 programmi di bug bounty e fornisce servizi di divulgazione delle vulnerabilità, penetration test e auditing della sicurezza del codice. Tra i suoi clienti figurano Anthropic, Crypto.com, General Motors, GitHub, Goldman Sachs, Uber e agenzie governative, tra cui il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.
In media, i programmi attivi pagano ai ricercatori circa 42.000 dollari all’anno. I primi 100 programmi sulla piattaforma hanno erogato da soli un totale di 51 milioni di dollari tra luglio 2024 e giugno 2025. I primi dieci programmi hanno erogato 21,6 milioni di dollari del totale.
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Anche i ricercatori stanno assistendo a una crescita dei guadagni: i primi 100 cacciatori di bug guadagnano complessivamente 31,8 milioni di dollari. Sempre più specialisti raggiungono stipendi annui a sei cifre.
HackerOne sottolinea che il forte aumento dei risarcimenti è dovuto al rapido sviluppo di vulnerabilità legate all’intelligenza artificiale. Nell’ultimo anno, il numero di tali segnalazioni è cresciuto di oltre il 200%, mentre i casi di “injection prompt” sono aumentati del 540%, rendendoli la classe di minaccia in più rapida crescita nel settore dell’intelligenza artificiale.
Allo stesso tempo, si registra un calo nelle categorie classiche: XSS e SQL injection stanno diventando meno comuni. Tuttavia, gli errori di autorizzazione, tra cui il controllo di accesso errato e l’IDOR (riferimento diretto a oggetti non sicuri), stanno mostrando un aumento significativo.
Secondo il rapporto, nel 2025 HackerOne ha contato 1.121 programmi che includevano tecnologie di intelligenza artificiale nelle proprie ricerche. Si tratta di un aumento del 270% rispetto all’anno precedente. Inoltre, sono state convalidate oltre 560 segnalazioni inviate da agenti di intelligenza artificiale autonomi.
L’azienda sottolinea che l’uso di strumenti di intelligenza artificiale sta diventando parte integrante dei flussi di lavoro dei ricercatori. Dei 1.820 specialisti intervistati, il 70% ha ammesso di utilizzare tali soluzioni per migliorare l’efficienza del rilevamento delle vulnerabilità.
“Le vulnerabilità dell’intelligenza artificiale sono aumentate di oltre il 200% su base annua e le iniziative aziendali di mitigazione stanno crescendo tre volte più velocemente rispetto allo scorso anno”, ha affermato Kara Sprague, CEO di HackerOne.
Secondo lei, una nuova generazione di cosiddetti “hacker bionici”, che utilizzano l’intelligenza artificiale per migliorare le proprie capacità, è in grado di individuare vulnerabilità su una scala senza precedenti.
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