
I ricercatori di Trend Micro hanno rilevato una campagna malware su larga scala che prende di mira gli utenti in Brasile. Viene distribuita tramite la versione desktop di WhatsApp ed è caratterizzata da un elevato tasso di infezione. Il malware, denominato internamente SORVEPOTEL , non ruba dati né crittografa, come avviene di solito con spyware o ransomware. Il suo obiettivo principale è replicarsi il più rapidamente possibile e infettare nuovi sistemi.
L’infezione inizia con un messaggio di phishing inviato da un contatto WhatsApp compromesso. Questo crea l’illusione di autenticità e invoglia la vittima ad aprire il file ZIP allegato. Il file è camuffato da documento innocuo, ad esempio una ricevuta o un file presumibilmente correlato a un’app medica. Secondo Trend Micro, in alcuni casi, un archivio ZIP simile è stato distribuito anche via e-mail da indirizzi falsi ma apparentemente legittimi.
Una volta aperto l’archivio, l’utente viene attirato sul collegamento allegato (file LNK) destinato a Windows. L’esecuzione automatica di questo collegamento attiva uno script di PowerShell , che contatta un server esterno.
Christmas Sale -40% 𝗖𝗵𝗿𝗶𝘀𝘁𝗺𝗮𝘀 𝗦𝗮𝗹𝗲! Sconto del 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮 del Corso "Dark Web & Cyber Threat Intelligence" in modalità E-Learning sulla nostra Academy!🚀
Fino al 𝟯𝟭 𝗱𝗶 𝗗𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲, prezzi pazzi alla Red Hot Cyber Academy. 𝗧𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗰𝗼𝗿𝘀𝗶 𝘀𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮.
Per beneficiare della promo sconto Christmas Sale, scrivici ad [email protected] o contattaci su Whatsapp al numero di telefono: 379 163 8765.
Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì. |
L’elemento centrale dell’intero schema è il meccanismo di propagazione tramite WhatsApp Web. Se il malware rileva che la versione web del messenger è attiva su un computer infetto, invia automaticamente lo stesso file ZIP a tutti i contatti e ai gruppi di chat dell’utente.
Questo metodo di auto propagazione tramite WhatsApp consente al malware di diffondersi rapidamente su nuovi sistemi praticamente senza alcun intervento umano.
Secondo Trend Micro, “questa campagna automatizzata genera un volume elevato di messaggi spam e spesso porta WhatsApp a bloccare l’account compromesso per violazione dei termini di servizio“. I ricercatori osservano che gli autori della campagna sembrano essere interessati alla portata dell’infezione piuttosto che all’accesso a informazioni sensibili. Non sono state trovate prove di furto di dati o crittografia dei file.
Delle 477 infezioni registrate, 457 si sono verificate in Brasile. Tra i soggetti interessati figurano agenzie governative, istituti scolastici, industria, tecnologia, edilizia e servizi pubblici.
I ricercatori sottolineano che l’email di phishing è progettata per essere aperta su un computer, il che potrebbe indicare che l’attacco è mirato alle aziende piuttosto che agli utenti comuni.
“SORVEPOTEL dimostra come i criminali informatici sfruttino sempre di più le piattaforme di comunicazione più diffuse, come WhatsApp, per distribuire malware in modo rapido e diffuso, con un coinvolgimento minimo delle vittime“, conclude Trend Micro.
Seguici su Google News, LinkedIn, Facebook e Instagram per ricevere aggiornamenti quotidiani sulla sicurezza informatica. Scrivici se desideri segnalarci notizie, approfondimenti o contributi da pubblicare.

CyberpoliticaDietro il nome tecnicamente anodino di ChatControl si muove una delle più profonde torsioni del rapporto tra Stato, tecnologia e cittadini mai tentate nell’Unione europea. Non è una legge “contro la pedopornografia online”, come viene…
CulturaConosciamo quello che è stato considerato uno degli uomini di scienza, forse pari solo a Einstein, più poliedrici e geniali dello scorso secolo. Con un ampissimo spettro di talenti scientifici, sviluppati anche grazie ad un…
CybercrimeLa comunità dei criminali informatici sta rapidamente aumentando il suo interesse nel reclutare personale all’interno delle aziende. Invece di sofisticati attacchi esterni, i criminali si affidano sempre più a fonti interne, ovvero persone disposte a…
CyberpoliticaNella Virginia settentrionale, lungo quello che viene ormai definito il “corridoio dei data center”, sorgono enormi strutture senza finestre che costituiscono l’ossatura fisica della corsa statunitense all’intelligenza artificiale. Questi edifici, grandi quanto hangar industriali, assorbono…
HackingIl team AI Research (STAR) di Straiker ha individuato Villager, un framework di penetration testing nativo basato sull’intelligenza artificiale, sviluppato dal gruppo cinese Cyberspike. Lo strumento, presentato come soluzione red team, è progettato per automatizzare…