
Sono apparse sul mercato le prime soluzioni realmente funzionali che utilizzano l’intelligenza artificiale per individuare vulnerabilità nel codice sorgente. La nuova generazione di sistemi AI-SAST, i cosiddetti “AI Security Engineer”, non si limitano più ad automatizzare l’analisi statica, ma imitano il pensiero di un auditor, identificando difetti logici, errori architetturali e incongruenze tra l’intento dello sviluppatore e l’implementazione.
Un ricercatore che ha testato questi prodotti ha riferito che ZeroPath, Corgea e Almanax attualmente offrono i risultati migliori. Questi strumenti possono individuare vulnerabilità ed errori reali in pochi minuti, inclusi difetti complessi nella logica di business, senza l’utilizzo di rigide regole di firma.
Analizzano il contesto, confrontano funzioni, variabili e dati tra file e generano persino potenziali correzioni del codice. Il tasso di falsi positivi è significativamente inferiore a quello delle piattaforme SAST classiche .
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I motori di intelligenza artificiale di tali sistemi operano in un processo a più fasi. Innanzitutto, indicizzano il repository, costruiscono un albero sintattico astratto e determinano lo scopo dell’applicazione.
Quindi analizzano il codice in modo sequenziale, riga per riga, funzione per funzione e file per file, utilizzando algoritmi di ricerca proprietari, euristiche e query LLM. La fase finale prevede la verifica della raggiungibilità delle vulnerabilità, la valutazione della loro gravità e la deduplicazione automatica dei risultati. Alcune soluzioni, come ZeroPath, analizzano inoltre le dipendenze, determinando se le CVE pubbliche hanno un impatto su un progetto specifico e generando report SOC 2.
Durante i test, ZeroPath ha dimostrato un tasso di rilevamento prossimo al 100% per le vulnerabilità di test e ha identificato oltre 50 nuovi problemi in progetti open source, tra cui curl, sudo, Next.js, Avahi e Squid.
Tra questi, buffer overflow, gestione errata dei certificati, perdite di memoria, controllo improprio delle eccezioni e vulnerabilità nell’implementazione TLS.
Corgea ha ottenuto ottimi risultati nell’utilizzo di codice JavaScript e ha prodotto report dettagliati con grafici di analisi delle taint, sebbene abbia prodotto un numero elevato di falsi positivi. Almanax si è rivelato utile per individuare frammenti dannosi ed errori semplici all’interno di singoli file, ma è stato meno efficace nell’analisi delle relazioni tra i file.
Nonostante le limitate capacità di correzione automatica e i rari errori di classificazione, l’efficacia di tali sistemi è già impressionante. Possono controllare vecchi frammenti di codice, analizzare automaticamente i nuovi commit, integrarsi con CI/CD e aiutare gli sviluppatori a correggere le vulnerabilità prima del rilascio. Al loro attuale basso costo, queste soluzioni stanno diventando uno strumento estremamente conveniente per i penetration tester e i team di sicurezza aziendale.
La conclusione principale dell’autore è che le piattaforme AI-SAST rappresenteranno uno dei progressi tecnologici più significativi nella sicurezza informatica dalla rinascita del fuzzing negli anni 2010. Non sostituiranno completamente i penetration tester , ma svolgono già gran parte del lavoro di routine, migliorando la qualità del codice e riducendo il numero di vulnerabilità critiche.
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