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Gruppi ProAna e ProMia: La Pericolosa Oscurità del Web che Attira i Giovani

Gruppi ProAna e ProMia: La Pericolosa Oscurità del Web che Attira i Giovani

Simone D'Agostino : 31 Luglio 2024 08:27

In un’epoca in cui Internet è parte integrante della vita dei giovani, esistono angoli oscuri che possono essere pericolosi e distruttivi. I gruppi ProAna (pro-anoressia) e ProMia (pro-bulimia) sono comunità online che promuovono comportamenti estremamente dannosi.

Questo articolo cerca di esplorare la natura di questi gruppi e il loro impatto devastante sulla salute dei più giovani.

I gruppi ProAna e ProMia

I gruppi ProAna e ProMia glorificano i disturbi alimentari, incoraggiando pratiche pericolose come il digiuno estremo, l’uso eccessivo di lassativi e il vomito autoindotto. Questi gruppi condividono “thinspiration” (immagini e citazioni che promuovono una magrezza malsana) e consigli su come nascondere i sintomi dei disturbi alimentari, creando una cultura di competizione nociva e supporto negativo.


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Gli utenti sono spesso giovani già affetti da disturbi alimentari e non hanno competenze mediche, rendendo i loro consigli particolarmente pericolosi. Alcuni cercano addirittura dei  “coach” che li guidino in queste pratiche dannose, che possono portare a gravi complicazioni per la salute, tra cui malnutrizione, disidratazione, problemi cardiaci e, in casi estremi, la morte.

Psicologicamente, gli amministratori di questi spazi rafforzano l’autostima bassa, la depressione e l’isolamento sociale, rendendo ancora più difficile per i giovani cercare aiuto. Quello che rende davvero pericolosi questi blog è l’aspetto empatico: ragazzi con disturbi del comportamento alimentare (DCA) si sentono compresi dagli iscritti, rafforzando il legame e vedendo come “nemici” coloro che cercano di allontanarli da queste pratiche. Spesso viene chiesto loro di pubblicare costantemente foto che attestano la perdita di peso, obiettivo continuamente incitato e incoraggiato dagli altri membri della comunità.

I comandamenti della magrezza

All’interno delle discussioni gli amministratori arrivano a stilare una serie di comandamenti della magrezza da seguire, quali:

  • Se non sei magra non sei bella.
  • Essere magri è molto più importante che stare bene di salute.
  • Per essere magra puoi comprare vestiti, tagliare i capelli, prendere lassativi, digiunare e fare qualsiasi cosa.
  • Potrai mangiare ma poi ti devi sentire in colpa.
  • Potrai mangiare cibi grassi ma poi ti devi punire.
  • Dovrai contare le calorie e limitarle in maniera minuziosa.
  • Perdere peso è positivo, aumentare è negativo.
  • Non sarai mai troppo magra.
  • Essere magri e digiunare è sintomo di forza e trionfo.

L’impatto della tecnologia

I social e i forum online hanno facilitato la diffusione di questi gruppi. Algoritmi che promuovono contenuti simili a quelli già visualizzati dagli utenti possono facilmente esporre adolescenti e giovani adulti a materiale ProAna e ProMia. Nonostante gli sforzi di molte piattaforme per bloccare questi contenuti, le comunità ProAna e ProMia trovano spesso modi per eludere le restrizioni, utilizzando termini in codice o migrando verso spazi web meno regolamentati. Di seguito l’immagine dell’esito di una ricerca su Instagram del termine ProAna

Casi di studio italiani

In Italia, ci sono stati casi di giovani influenzati negativamente da queste comunità online:

  • Giulia (nome di fantasia) 17 anni: Attratta da un gruppo ProAna su Instagram, ha sviluppato abitudini alimentari estremamente restrittive, perdendo drasticamente peso. La sua famiglia ha notato il cambiamento e, grazie all’intervento di uno specialista, Giulia è stata avviata a un percorso di recupero.
  • Federica (nome di fantasia) 15 anni: Federica ha trovato supporto in un gruppo ProMia su un forum italiano. Gli utenti del forum la incoraggiavano a vomitare dopo i pasti e a mantenere segreto il suo disturbo. Solo dopo essere svenuta a scuola e ricoverata per disidratazione, la verità è emersa e i genitori hanno potuto cercare aiuto medico.
  • Coach ProAna: Un coach ProAna incitava decine di ragazze minorenni a pratiche pericolose di dimagrimento e autolesionismo. Grazie alla denuncia di una quindicenne ricoverata per disturbi alimentari è stato possibile  fermare l’attività del “coach”, che spingeva le ragazze a consumare meno di 500 calorie al giorno e a farsi docce gelate per stimolare l’organismo.

Prevenzione e contrasto

Per combattere efficacemente questi gruppi, sono necessari diversi approcci:

  • Iniziative delle piattaforme social: Le piattaforme stanno implementando misure per rilevare e rimuovere contenuti ProAna e ProMia. Tuttavia, è essenziale che questi sforzi siano continui e migliorati costantemente.
  • Ruolo di genitori ed educatori: La consapevolezza e l’educazione sui pericoli dei disturbi alimentari devono iniziare in famiglia e a scuola. Genitori ed educatori devono essere attenti ai segnali di disturbi alimentari e promuovere una cultura della salute e dell’accettazione del proprio corpo.
  • Professionisti della salute: La collaborazione tra professionisti della salute e le piattaforme social può contribuire a creare risorse di supporto facilmente accessibili.
  • Segnalare i contenuti pericolosi: Segnalare i gruppi ProAna e ProMia alle piattaforme social e alle autorità competenti può fare la differenza, proteggendo i più giovani da queste influenze dannose.

La situazione legislativa

In Italia, esistono proposte di legge per contrastare i gruppi ProAna e ProMia, ma finora nessuna è stata definitivamente approvata. Ad esempio, una proposta di legge del 2014 mirava a introdurre il reato di “istigazione all’anoressia e alla bulimia” nel codice penale, con pene fino a un anno di reclusione e multe salate per chi istiga a pratiche alimentari pericolose. Tuttavia, queste iniziative hanno sollevato anche critiche, poiché spesso chi crea o partecipa a questi gruppi è a sua volta affetto da disturbi alimentari e necessita di cure piuttosto che di punizioni.

Conclusione

La lotta contro i gruppi ProAna e ProMia richiede uno sforzo congiunto tra piattaforme tecnologiche, famiglie, scuole e professionisti della salute. È fondamentale aumentare la consapevolezza sui pericoli di questi gruppi e promuovere una cultura che valorizzi la salute e il benessere psicofisico. Solo attraverso un approccio integrato e collaborativo possiamo proteggere i giovani da queste influenze distruttive e garantire un ambiente online più sicuro e sano.

Come adulti, abbiamo il dovere di fare la differenza. La comunicazione aperta e il supporto possono essere le armi più potenti contro queste pericolose influenze online. Non sottovalutiamo i segnali di disagio e cerchiamo sempre l’aiuto di professionisti della salute quando necessario.

Immagine del sitoSimone D'agostino
Nato a Roma, con oltre 30 anni in Polizia di Stato, oggi è Sostituto Commissario alla SOSC Polizia Postale Udine. Esperto in indagini web e dark web, è appassionato di OSInt, che ha insegnato alla Scuola Allievi Agenti di Trieste. Ha conseguito un Master in Intelligence & ICT all'Università di Udine (110 e lode), sviluppando quattro modelli IA per contrastare le frodi su fondi UE. È impegnato nella formazione per elevare la sicurezza cibernetica.

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