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Nella mente del criminale informatico: Cosa Spinge un Hacker a Compiere Attacchi?

Daniela Farina : 16 Settembre 2024 08:37

Cosa spinge un hacker criminale oppure un’organizzazione a compiere un attacco informatico? La sicurezza informatica inizia dalla comprensione dell’animo umano. Scopriamo insieme perchè.

La profilazione psicologica cerca di costruire un profilo psicologico di un individuo, in questo caso di un criminale informatico, analizzando le sue azioni, il suo modus operandi e le tracce digitali che lascia.

I fattori che influenzano le emozioni sono diversi ma i più importanti sono:

  • Successo o fallimento: Un attacco riuscito può portare a una sensazione di trionfo e potere, mentre un fallimento può causare frustrazione e rabbia.
  • Riconoscimento: Molti attaccanti cercano il riconoscimento dei loro pari nella comunità hacker. Il fatto di essere considerati un esperto può aumentare l’autostima e la motivazione.
  • Conseguenze delle azioni: Alcuni potrebbero provare rimorso o senso di colpa dopo aver causato danni significativi. Tuttavia, altri potrebbero giustificare le loro azioni sostenendo di aver agito per il bene comune o per difendersi da un torto subito o per grandi guadagni.

La motivazione

  • Economica: Chi agisce per guadagno potrebbe provare eccitazione all’idea di un colpo riuscito e frustrazione se fallisce.
  • Ideologica: Un hacker motivato da ideologie politiche o sociali potrebbe provare soddisfazione nel danneggiare un sistema o nel diffondere informazioni.
  • Vendetta: Un attacco potrebbe essere motivato da rancore personale, e l’attaccante potrebbe provare sollievo o vendetta nel causare danni.

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Altri aspetti da considerare

  • Il ruolo dei media: I media spesso presentano gli hacker come figure romantiche o antieroi, contribuendo a creare un’aura di fascino intorno a questa figura.
  • La dipendenza: Alcuni hacker possono sviluppare una vera e propria dipendenza dall’adrenalina e dalla soddisfazione che provano nel compiere attacchi informatici.
  • L’impatto sociale: Gli attacchi informatici possono avere conseguenze devastanti sulla società, causando perdite economiche, interruzioni dei servizi e danni alla reputazione.

I cyber criminali raramente agiscono da soli ed a tal proposito cerchiamo di scoprire le differenze.

Hacker Solitario vs. Gruppo Organizzato

La profilazione di un hacker, sia esso solitario o parte di un gruppo, è un compito complesso che richiede una profonda conoscenza del mondo del cybercrime. Tuttavia, esistono delle differenze significative nel modus operandi e nei profili psicologici tra queste due tipologie di attaccanti.

Attaccante Solitario:

  • Motivazioni: Spesso guidati da curiosità, vendetta, sfida personale o ideologie.
  • Competenze: Le competenze tecniche possono variare notevolmente, da un principiante a un esperto.
  • Modus operandi: Tende ad essere meno sofisticato e più imprevedibile.
  • Traccia digitale: La traccia digitale è spesso più facile da seguire, poiché il solitario lascia meno false piste.
  • Profilo psicologico: Può essere introverso, solitario, con un forte bisogno di riconoscimento.

Gruppo Organizzato:

  • Motivazioni: Principalmente economiche, ma anche politiche o legate al crimine organizzato.
  • Competenze: Elevato livello di specializzazione, con membri che hanno competenze complementari.
  • Modus operandi: Più sofisticato, pianificato e coordinato.
  • Traccia digitale: La traccia digitale è spesso più difficile da seguire, grazie all’utilizzo di tecniche di offuscamento e alla distribuzione delle responsabilità.
  • Profilo psicologico: I membri possono avere profili psicologici diversi, ma spesso condividono una forte coesione e un senso di appartenenza al gruppo.

Differenze chiave nella profilazione dell’Hacker Solitario e del Gruppo Organizzato

  • Complessità dell’analisi: La profilazione di un gruppo è più complessa, in quanto richiede l’analisi di dinamiche di gruppo, gerarchie e ruoli.
  • Varietà di competenze: Un gruppo organizzato può includere esperti in diverse aree, come hacking, ingegneria sociale.
  • Motivazioni più varie: I gruppi organizzati possono avere motivazioni più complesse e difficili da individuare.
  • Traccia digitale più difficile da seguire: I gruppi organizzati utilizzano spesso infrastrutture complesse e tecniche di offuscamento per nascondere le loro attività.

La psicologia può svolgere un ruolo cruciale nell’identificazione delle emozioni che motivano i criminali informatici, offrendo un contributo significativo alla società in diversi modi:

1. Comprensione delle motivazioni profonde:

  • Profiling psicologico: Attraverso l’analisi del modus operandi, delle comunicazioni online e del contesto sociale, gli psicologi possono costruire profili psicologici degli hacker, cercando di individuare le motivazioni profonde che li spingono ad agire.
  • Teorie della personalità: Applicando teorie della personalità come quella dei Big Five o di Maslow, si possono identificare tratti comuni tra gli hacker, come il bisogno di potere, la ricerca di eccitazione o la volontà di vendicarsi.

2. Identificazione di segnali premonitori:

  • Analisi del linguaggio: Analizzando il linguaggio utilizzato negli ambienti online, gli psicologi possono individuare segnali di allarme, come espressioni di rabbia, frustrazione o desiderio di vendetta, che potrebbero indicare una potenziale minaccia.
  • Monitoraggio dei comportamenti online: Attraverso l’analisi dei comportamenti online, si possono identificare individui che manifestano un interesse eccessivo per argomenti legati alla sicurezza informatica o che mostrano segni di radicalizzazione.

3. Sviluppo di strategie di prevenzione:

  • Interventi educativi: La psicologia può contribuire a sviluppare programmi educativi per sensibilizzare i giovani ai rischi del cybercrime e promuovere comportamenti online responsabili.
  • Interventi riabilitativi: Per gli hacker che desiderano cambiare vita, la psicologia può offrire strumenti e tecniche per affrontare le motivazioni profonde che li hanno spinti a compiere reati informatici.

4. Collaborazione con le forze dell’ordine:

  • Supporto investigativo: Gli psicologi possono fornire alle forze dell’ordine un supporto fondamentale nell’interpretazione delle evidenze digitali e nella costruzione di profili psicologici degli indagati.
  • Negoziazione: In alcuni casi, gli psicologi possono essere coinvolti in negoziazioni con gli hacker per cercare di farli desistere dalle loro azioni o per recuperare i dati rubati.

Conclusione

In conclusione, la psicologia offre un contributo fondamentale alla comprensione delle motivazioni che spingono gli individui a compiere reati informatici.

Attraverso l’analisi dei comportamenti, delle comunicazioni e del contesto sociale, gli psicologi possono aiutare a identificare i segnali premonitori, sviluppare strategie di prevenzione e collaborare con le forze dell’ordine per contrastare il cybercrime.

La psicologia ci insegna a leggere tra le righe, mentre la sicurezza informatica ci insegna a proteggere ciò che conta di più.

Insieme, creano una sinergia potente.

Daniela Farina
Filosofo, psicologo, counselor e coach AICP. Umanista per vocazione lavora in Cybersecurity per professione. In FiberCop S.p.a come Risk Analyst.

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