
Redazione RHC : 31 Dicembre 2024 07:45
Cariad, la divisione software automobilistica della Volkswagen, ha subito una esposizione dei dati che ha interessato circa 800.000 veicoli elettrici.
A causa di un’errata configurazione dell’archiviazione cloud di Amazon, i dati sono rimasti non protetti per diversi mesi. Di conseguenza, gli aggressori avrebbero potuto accedere alla geolocalizzazione delle automobili con una precisione di diversi centimetri, nonché ai dati personali dei conducenti.
Le informazioni riguardavano i proprietari di automobili Volkswagen, Audi, Seat e Skoda. Di particolare preoccupazione era il fatto che i dati includessero coordinate dettagliate della posizione dei veicoli, comprese longitudine e latitudine quando il motore elettrico era spento.
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La vulnerabilità è stata identificata dal Chaos Computer Club (CCC), la più grande organizzazione europea di hacker etici.
Secondo quanto riferito, hanno ricevuto informazioni da un interno, hanno testato l’accesso e hanno fornito a Cariad i dettagli tecnici della vulnerabilità. CCC rileva che il team di sicurezza dell’azienda ha risposto prontamente, risolvendo il problema lo stesso giorno in cui è stato notificato.
Si ritiene che circa 460.000 veicoli dispongano di dati geografici. Tra loro c’erano le auto degli agenti di polizia di Amburgo, di presunti agenti dei servizi segreti e di politici tedeschi, tra cui Nadja Weipert e Markus Grübel.
L’hacking è stato reso possibile dalla memoria rimasta in una delle applicazioni Cariad. Il dump conteneva chiavi di accesso al cloud, dove erano archiviati i dati del cliente. Ciò ha consentito l’accesso alle coordinate e ad altri dettagli come la posizione delle stazioni di ricarica selezionate.
Cariad sottolinea che l’hacking ha richiesto il superamento di più livelli di sicurezza. La pseudonimizzazione dei dati ha reso difficile collegarli a utenti specifici, ma Spiegel e CCC sono riusciti a combinare dati disparati per identificare alcuni conducenti.
La maggior parte dei veicoli interessati si trovava in Germania (300.000), ma i dati includevano anche veicoli in Norvegia, Svezia, Regno Unito, Paesi Bassi, Francia, Belgio e Danimarca. L’azienda assicura che la fuga di notizie non ha influenzato il controllo del veicolo e che solo gli specialisti del CCC hanno avuto accesso ai dati.
La Volkswagen sottolinea che la raccolta dei dati aiuta a sviluppare funzioni digitali e a migliorare le apparecchiature di ricarica e che i clienti hanno la possibilità di disattivare la raccolta dei dati in qualsiasi momento. Tuttavia, l’incidente ha dimostrato chiaramente che anche i sistemi di sicurezza innovativi non sono immuni da errori di sicurezza di base.
Redazione
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