
Il calcolo quantistico consente un’elaborazione potente oltre cento milioni di volte la velocità di un computer classico.
In parole povere, un computer quantistico è in grado di elaborare simultaneamente ogni possibile risposta ad un problema.
Il modo in cui lo fa è incredibilmente complesso perché imbriglia i comportamenti bizzarri, e in gran parte ancora piuttosto misteriosi (e dannatamente instabili) della fisica quantistica.
Come nella rete ARPAnet, nel lontano 1969 erano interconnessi solo 4 nodi, che sarebbero diventati quindici nel 1971 e trentasette nel 1972. Ciascun nodo poteva essere programmato in modo remoto (cioè a distanza) da altri nodi e la rete permetteva, a ricercatori e scienziati, di sfruttare le capacità elaborative dei nodi remoti, così come se la potenza di calcolo si fosse trovata nella località in cui essi si trovavano e conducevano i propri studi e le proprie ricerche.
Analogamente, un Internet quantistico sarebbe rivoluzionario.
Consentirebbe ai dispositivi quantistici di fornire livelli sorprendenti di privacy e sicurezza e il potere computazionale per risolvere i tipi di problemi complessi che non sarebbero sostenibili da un computer classico.
I paesi e le aziende che hanno gettato alacremente le basi per un Internet quantistico sono stati finora in grado di collegare solo due dispositivi quantistici. Ma ora, i fisici della Delft University of Technology nei Paesi Bassi hanno collegato con successo tre dispositivi quantistici.
Potrebbe non sembrare molto, ma in termini di calcolo quantistico è enorme.
“Questa è la prima volta che una rete è stata costruita da processori quantistici”, ha detto a Inverse l’ autore principale dello studio Ronald Hanson.
Hanson è un fisico sperimentale, Distinguished Professor presso la Delft University of Technology e ricercatore principale presso QuTech, un centro di ricerca dedicato al calcolo quantistico e all’Internet quantistico.
La rete sviluppata da Hanson e colleghi ci avvicina di un passo all’Internet quantistico, ma non siamo ancora arrivati.
Invece, dimostra come i dispositivi quantistici potrebbero, con continui progressi, comunicare tra loro su distanze maggiori per creare un Internet quantistico funzionante nel prossimo futuro.
“Con questa prima rete ora realizzata, possiamo iniziare a usarla come banco di prova unico per lo sviluppo di Internet quantistico”, afferma Hanson. “Lavoreremo per migliorare la sua funzionalità aumentando le prestazioni e aumentando il numero di qubit nei processori.”
Fonti
https://www.historyofinformation.com/detail.php?entryid=3823
https://www.inverse.com/innovation/quantum-internet-is-coming
Seguici su Google News, LinkedIn, Facebook e Instagram per ricevere aggiornamenti quotidiani sulla sicurezza informatica. Scrivici se desideri segnalarci notizie, approfondimenti o contributi da pubblicare.


L’Open Source Intelligence (OSINT) è emersa, negli ultimi anni, come una delle discipline più affascinanti, ma anche più insidiose, nel panorama dell’informazione e della sicurezza. La sua esse...

La psicologia delle password parte proprio da qui: cercare di capire le persone prima dei sistemi. Benvenuti in “La mente dietro le password”, la rubrica che guarda alla cybersecurityda un’angol...

Le estensioni del browser sono da tempo un modo comune per velocizzare il lavoro e aggiungere funzionalità utili, ma un altro caso dimostra con quanta facilità questo comodo strumento possa trasform...

Una nuova versione, la 8.8.9, del noto editor di testo Notepad++, è stata distribuita dagli sviluppatori, risolvendo una criticità nel sistema di aggiornamento automatico. Questo problema è venuto ...

Questa non è la classica violazione fatta di password rubate e carte di credito clonate.È qualcosa di molto più delicato. Il data breach che ha coinvolto Pornhub nel dicembre 2025 rappresenta uno d...