Uber ammette l'incidente informatico del 2016. Era finalmente ora
Red Hot Cyber
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza. La vera forza della cybersecurity risiede nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Cerca
Banner Ancharia Desktop 1 1
Enterprise BusinessLog 320x200 1
Uber ammette l’incidente informatico del 2016. Era finalmente ora

Uber ammette l’incidente informatico del 2016. Era finalmente ora

Redazione RHC : 3 Agosto 2022 07:00

Uber ammette di aver nascosto un furto di dati riguardante 57 milioni di clienti e conducenti nel 2016. L’azienda di ride-hailing, che ha rivelato questo furto di dati nel 2017 su istigazione del suo nuovo amministratore delegato, lo ha ammesso nell’ambito di un accordo con la procura approvato venerdì 22 luglio 2022.

In cambio della sua ammissione di colpevolezza, non si svolgerà alcun procedimento penale, riferisce Reuters .

Questo furto di dati ha coinvolto nomi, indirizzi e-mail, numeri di telefono e numeri di patente di guida di 50 milioni di clienti e 7 milioni di conducenti Uber in tutto il mondo.


RHC0002 CTIP Corso Dark Web Cyber Threat Intelligence

Vuoi diventare un esperto del Dark Web e della Cyber Threat Intelligence (CTI)?
Stiamo per avviare il corso intermedio in modalità "Live Class" del corso "Dark Web & Cyber Threat Intelligence". 
A differenza dei corsi in e-learning, disponibili online sulla nostra piattaforma con lezioni pre-registrate, i corsi in Live Class offrono un’esperienza formativa interattiva e coinvolgente.  
Condotti dal professor Pietro Melillo, le lezioni si svolgono online in tempo reale, permettendo ai partecipanti di interagire direttamente con il docente e approfondire i contenuti in modo personalizzato.
Questi corsi, ideali per aziende, consentono di sviluppare competenze mirate, affrontare casi pratici e personalizzare il percorso formativo in base alle esigenze specifiche del team, garantendo un apprendimento efficace e immediatamente applicabile. 
Guarda subito l'anteprima gratuita del corso su academy.redhotcyber.com
Contattaci per ulteriori informazioni tramite WhatsApp al 375 593 1011 oppure scrivi a [email protected]


Supporta Red Hot Cyber attraverso: 

  1. L'acquisto del fumetto sul Cybersecurity Awareness
  2. Ascoltando i nostri Podcast
  3. Seguendo RHC su WhatsApp
  4. Seguendo RHC su Telegram
  5. Scarica gratuitamente “Byte The Silence”, il fumetto sul Cyberbullismo di Red Hot Cyber

Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì.

I malviventi sono stati in grado di ottenere questi dati per negligenza degli sviluppatori Uber: hanno avuto accesso a un account GitHub privato utilizzato dagli ingegneri dell’azienda attraverso il quale hanno potuto recuperare le credenziali che davano loro accesso a un account Amazon Web Services contenente le informazioni rubate.

Invece di rendere pubblico questo furto di dati e informare le persone colpite, Uber ha cercato di insabbiarlo.

Il suo ex capo della sicurezza Joseph Sullivan, ora incriminato per aver coperto questo enorme furto di dati, ha pagato agli hacker 100.000 dollari tramite il programma Bug Bounty di Uber e ha fatto firmare loro un accordo di riservatezza per non parlare del loro hack.

Uber oggi riconosce che i suoi team non hanno segnalato la violazione dei dati del novembre 2016 alla Federal Trade Commission (FTC) come avrebbero dovuto. L’attività di VTC sta anche collaborando alle cause contro Joseph Sullivan.

Ma questo accordo è stato reso possibile principalmente dalla rapidità con cui il nuovo management di Uber ha reso pubbliche queste informazioni in seguito alla nomina di Dara Khosrowshahi ad amministratore delegato.

Nel settembre 2018, Uber ha pagato 148 milioni di dollari per risolvere i reclami di 50 stati degli Stati Uniti e Washington DC secondo cui la società di servizi di trasporto era troppo lenta per rivelare l’hacking.

Immagine del sitoRedazione
La redazione di Red Hot Cyber è composta da un insieme di persone fisiche e fonti anonime che collaborano attivamente fornendo informazioni in anteprima e news sulla sicurezza informatica e sull'informatica in generale.

Lista degli articoli

Articoli in evidenza

Immagine del sito
888: il data-leaker seriale! L’outsider del darkweb che ha costruito un impero di dati rubati
Di Luca Stivali - 02/12/2025

Nel panorama dei forum underground esistono attori che operano in modo episodico, alla ricerca di un singolo colpo mediatico, e altri che costruiscono nel tempo una pipeline quasi industriale di comp...

Immagine del sito
Anatomia di una Violazione Wi-Fi: Dalla Pre-connessione alla Difesa Attiva
Di Francesco Demarcus - 02/12/2025

Nel contesto odierno, proteggere una rete richiede molto più che impostare una password complessa. Un attacco informatico contro una rete wireless segue un percorso strutturato che evolve dal monitor...

Immagine del sito
La verità scomoda sul DPO: il problema non è l’IT… è proprio lui!
Di Stefano Gazzella - 02/12/2025

Il DPO, ma anche il consulente privacy, interagisce in modo significativo con il mondo dell’IT. Purtroppo non sempre lo fa in modo corretto, soprattutto perché alcuni falsi miti provocano quel rumo...

Immagine del sito
Durov avverte: “È finita! Addio Internet libero” — L’urlo che sta facendo tremare l’Europa
Di Sandro Sana - 02/12/2025

Il post 462 del canale ufficiale di Durov ha attivato subito la “modalità urlo”: “Fine dell’internet libero. L’internet libero sta diventando uno strumento di controllo”. Niente auguri pe...

Immagine del sito
Nuova ondata di PhaaS: KrakenBite lancia 5 pagine false per banche marocchine
Di Redazione RHC - 01/12/2025

Il mercato clandestino del cybercrime continua a evolversi rapidamente, alimentato da gruppi specializzati che progettano e vendono strumenti per truffe digitali sempre più sofisticate. Tra questi, u...