
La CNIL (Commissione nazionale per l’informatica e le libertà) Francese, chiede alla società Clearview AI di interrompere la raccolta e l’uso di foto e video pubblici presi da Internet per alimentare il suo software di riconoscimento facciale.
Questo in quanto ritiene che la società non tratti i dati personali in modo adeguato, inoltre, le richieste di accesso e cancellazione non vengono elaborate dall’azienda.
La notizia è stata annunciata giovedì 16 dicembre intimando a Clearview la cessazione della raccolta e l’uso di fotografie e video accessibili online, nonché di cancellare i dati entro due mesi.
“Questa elaborazione riguarda più di dieci miliardi di immagini e un numero considerevole di persone interessate. Diversi milioni di persone in Francia i cui volti appaiono in una fotografia o in un video pubblicamente accessibili su Internet, e in particolare su un account di social network, potrebbero quindi essere interessati da questo trattamento “
scrive l’ufficio della Cnil.
Come indicato dalla Cnil, tra maggio e dicembre 2020, ha ricevuto diverse denunce relative alle difficoltà incontrate dalle persone, ad esercitare i propri diritti di accesso e cancellazione dei propri dati con Clearview.Questa start-up, con sede a New York, commercializza una piattaforma online su cui è presente un motore di ricerca. Funziona creando una “impronta digitale ” a una foto, pertanto per trovare foto simili basterà ricercare nel database l’impronta esatta.
Clearview descrive il servizio come
“uno strumento di ricerca utilizzato dalle forze dell’ordine“per scovare un sospetto. La polizia può così utilizzare questo strumento per identificare una persona di cui ha un’immagine, ad esempio, da una registrazione di videosorveglianza, ma non ne conosce l’identità.”
Clearview ha ora due mesi per conformarsi ai requisiti dell’autorità francese. Al termine di tale periodo, qualora la società abbia ottemperato a tale diffida, la procedura verrà chiusa. Tuttavia, in caso contrario, è passibile di un’ammenda fino al 4% del suo fatturato mondiale annuo.Clearview sta aumentando il numero di cause legali. Ufficio del Commissario per le informazioni (ICO), l’equivalente della Cnil nel Regno Unito, vuole infliggere una multa di oltre 17 milioni di sterline (circa 19,9 milioni di euro). La start-up è nel mirino anche delle autorità austriache, italiane e greche. In Canada, tre osservatori provinciali sulla privacy il 14 dicembre hanno ordinato alla società di interrompere la raccolta, in quanto hanno utilizzato immagini di persone senza il loro consenso.
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