
L’UE, preoccupata per il possibile abuso della pubblicità politica per minare le elezioni, intende aiutare i cittadini a comprendere meglio quando vedono annunci politici e comprendere chi c’è dietro.
Le proposte dell’UE sono volte a garantire sondaggi e referendum equi e trasparenti vietando il targeting politico e le “tecniche di amplificazione” utilizzate per raggiungere un pubblico più ampio, utilizzando dati sensibili come etnia, convinzioni religiose o orientamento sessuale, senza il permesso dei cittadini.
La Commissione europea spera che tutti i 27 Stati membri dell’UE e il Parlamento europeo discutano e approvino le proposte a livello di legislazione nazionale entro il 2023 (le elezioni del Parlamento europeo sono previste nel 2024).
Aziende come Facebook e Google dovranno affrontare multe se non si conformano. Facebook, spesso criticato per la sua mancanza di trasparenza sulla pubblicità politica, ha accolto con entusiasmo le nuove proposte dell’UE.
Come riportato da Google sul suo blog, sostiene le proposte e raccomanda che la CE definisca chiaramente la pubblicità politica e chiarisca le responsabilità per le piattaforme tecnologiche e gli inserzionisti, mantenendo i requisiti flessibili.
Twitter, che ha vietato gli annunci politici sulla sua piattaforma nel 2019, ha affermato che
“l’influenza politica dovrebbe essere guadagnata, non acquistata”
Inoltre, ha limitato e rimosso il micro-targeting da altri tipi di annunci.
Secondo le proposte dell’UE, gli annunci politici dovrebbero essere chiaramente contrassegnati con il nome dello sponsor che ha pagato la sponsorizzazione e dovrebbe essere ben visibile.
Dovrebbe esserci anche un avviso che spieghi ai cittadini il costo della pubblicità e da dove sono stati prelevati i soldi per pagarla. Il materiale deve avere un collegamento diretto al sondaggio pertinente.
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