Redazione RHC : 23 Novembre 2023 17:25
Google continua a migliorare il suo chatbot Bard. Di particolare rilievo è il recente aggiornamento che porta l’integrazione di Bard con YouTube. Ora Bard è in grado di analizzare i video, evidenziando le informazioni chiave, senza che l’utente debba nemmeno cliccare sul pulsante di riproduzione del video.
L’innovazione promette di essere uno strumento potente, ma solleva anche interrogativi sull’impatto dell’intelligenza artificiale generativa sui creatori di contenuti.
Per testare l’efficacia di Bard è stata scelta la video ricetta di un cocktail. Bard ha estratto accuratamente gli ingredienti esatti, i dosaggi e le istruzioni per la preparazione dal video. L’unica piccola deviazione era la raccomandazione di agitare la bevanda per 30 secondi, cosa che non si trovava nel video originale. Tuttavia, i risultati del lavoro di Bard possono essere considerati positivi.
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Sorge però un punto problematico. La ricetta è già stata pubblicata sul sito web della fonte video e l’accesso è limitato dall’abbonamento.
Quando si utilizza Bard per ottenere una ricetta da un video, l’utente evita di guardare il video su YouTube, incluso il video di anteprima all’inizio e altri video consigliati alla fine, riducendo potenzialmente le entrate derivanti dai contenuti dell’autore.
Attualmente, la funzionalità è disponibile solo come esperimento facoltativo all’interno di Google Labs. Alcune difficoltà nell’ottenere una risposta limitano il pericolo per i creatori di video di YouTube. Ad esempio, una richiesta diretta di “ricetta completa” da un video non ha restituito risultati, mentre una richiesta di “istruzioni passo passo” ha avuto successo.
Guardando al futuro, possiamo aspettarci di vedere uno strumento di questo tipo integrato direttamente in YouTube, innescando nuove discussioni su come i creatori di contenuti possano trarre vantaggio dall’utilizzo di Bard per analizzare i propri video.
Per ora, l’unico ovvio beneficiario è per Google. Il problema non è nuovo nel campo dell’intelligenza artificiale generativa e l’industria nel suo insieme, compreso Google, non ha ancora trovato una soluzione. Google non ha fornito alcun commento su questo argomento.
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