La Backdoor KeyPlug di APT41 sta infettando le Industrie Italiane
Red Hot Cyber
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza. La vera forza della cybersecurity risiede nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Cerca
LECS 970x120 1
Fortinet 320x100px
La Backdoor KeyPlug di APT41 sta infettando le Industrie Italiane

La Backdoor KeyPlug di APT41 sta infettando le Industrie Italiane

Redazione RHC : 3 Giugno 2024 07:42

Durante un’approfondita investigazione, il team di Tinexta Cyber ha identificato una backdoor denominata KeyPlug che ha colpito per mesi diverse industrie italiane. Questa backdoor risulta essere stata attribuita all’arsenale del gruppo originario della Cina APT41.

APT41, noto con altri alias come Amoeba, BARIUM, BRONZE ATLAS, BRONZE EXPORT, Blackfly, Brass Typhoon, Earth Baku, G0044, G0096, Grayfly, HOODOO, LEAD, Red Kelpie, TA415, WICKED PANDA e WICKED SPIDER è originario dalla Cina (con possibili collegamenti governativi). E’ conosciuto per le sue complesse campagne e varietà di settori colpiti, il loro intento varia dall’esfiltrazione di dati sensibili ai guadagni economici.

Tale backdoor è scritta sia per colpire i sistemi operativi e Windows che Linux ed utilizza diversi protocolli di comunicazione che dipendono dalla configurazione del campione del malware stesso.


Cve Enrichment Redhotcyber

CVE Enrichment
Mentre la finestra tra divulgazione pubblica di una vulnerabilità e sfruttamento si riduce sempre di più, Red Hot Cyber ha lanciato un servizio pensato per supportare professionisti IT, analisti della sicurezza, aziende e pentester: un sistema di monitoraggio gratuito che mostra le vulnerabilità critiche pubblicate negli ultimi 3 giorni dal database NVD degli Stati Uniti e l'accesso ai loro exploit su GitHub.

Cosa trovi nel servizio:
✅ Visualizzazione immediata delle CVE con filtri per gravità e vendor.
✅ Pagine dedicate per ogni CVE con arricchimento dati (NIST, EPSS, percentile di rischio, stato di sfruttamento CISA KEV).
✅ Link ad articoli di approfondimento ed exploit correlati su GitHub, per ottenere un quadro completo della minaccia.
✅ Funzione di ricerca: inserisci un codice CVE e accedi subito a insight completi e contestualizzati.


Supporta Red Hot Cyber attraverso: 

  1. L'acquisto del fumetto sul Cybersecurity Awareness
  2. Ascoltando i nostri Podcast
  3. Seguendo RHC su WhatsApp
  4. Seguendo RHC su Telegram
  5. Scarica gratuitamente “Byte The Silence”, il fumetto sul Cyberbullismo di Red Hot Cyber

Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì.

Il team di Tinexta Cyber ha analizzato entrambe le varianti, sia quella per Microsoft Windows, sia quella per Linux, mostrando gli elementi in comune che rendono la minaccia capace di restare resiliente all’interno dei sistemi aggrediti, nonostante fossero presenti apparati di difesa perimetrale come Firewall e NIDS ed EDR installati su tutti gli endpoint.

Analisi Tecnica

Il primo campione di malware analizzato è un impianto che aggredisce i sistemi operativi Microsoft Windows. L’infezione parte non direttamente dall’impianto stesso, ma da un altro componente che funge da loader, scritto nel framework .NET.

Esso è stato progettato per decrittare un altro file che si fingeva essere un file di tipo icona. La decifrazione è tramite AES, noto algoritmo di crittografia simmetrica, con delle chiavi conservate direttamente nel sample stesso.

Figura 1: Decifrazione del componente successivo tramite l’algoritmo AES

Una volta completate tutte le operazioni di decifrazione, può essere analizzato il nuovo payload, con hash SHA256 399bf858d435e26b1487fe5554ff10d85191d81c7ac004d4d9e268c9e042f7bf. Approfondendo tale campione malware è possibile rilevare una diretta corrispondenza con struttura della malware con il rapporto di Mandiant “Does This Look Infected? A Summary of APT41 Targeting U.S. State Governments“. A prova di ciò, la configurazione descritta nell’appendice del file corrisponde a quella descritta da Mandiant, che avviene tramite la chiave XOR 0x59.

Figura 2: Decifrazione della configurazione

La versione Linux del malware Keyplug, invece, è leggermente più complessa e sembra utilizzare VMProtect. Durante l’analisi statica, sono state rilevate molte stringhe relative al packer UPX, ma la routine di decompressione automatica non ha funzionato. Questa variante è progettata per decodificare il codice del payload durante l’esecuzione e, una volta completata questa operazione, si rilancia utilizzando la syscall fork. Questo metodo interrompe il flusso di controllo dell’analista, rendendo più difficile l’analisi del malware.

Tuttavia, analizzando la decodifica della configurazione del malware, emergono immediatamente le somiglianze con la sua variante Windows:

Figura 3: Confronto tra la variante Windows e la variante Linux di Keyplug

Correlando le informazioni presenti nella comunità di cybersecurity, è emerso un potenziale nesso tra il gruppo APT41 e la società cinese I-Soon. Il 16 febbraio, una grande quantità di dati sensibili del Ministero della Sicurezza Pubblica cinese è stata esposta e poi diffusa su GitHub e Twitter, generando grande fermento nella comunità della cybersecurity. Questo evento ha immediatamente catturato l’attenzione di organizzazioni private e ricercatori, interessati a comprendere le implicazioni della fuga di dati e il suo potenziale impatto sulle pratiche e politiche di sicurezza informatica. Pare che la fuga di dati massiccia, apparsa su GitHub, sia il risultato di una violazione da parte di un appaltatore privato del Ministero della Sicurezza Pubblica cinese, noto come i-Soon (o Anxun). I dati pubblicati includono una vasta gamma di conversazioni, manuali utente, piani governativi ufficiali, progetti, numeri di telefono e informazioni personali degli impiegati.

Inoltre, dalle analisi incrociate, Hector è un possibile RAT (Remote Administration Tool) se non KeyPlug stesso, tra l’arsenale di APT41 scovato grazie al leak di I-SOON, secondo la quale può essere impiegato sia su Windows e Linux, ed utilizza il protocollo WSS.  WSS (WebSocket Secure) è un protocollo di rete utilizzato per stabilire una connessione WebSocket sicura tra un client e un server. È la versione crittografata del protocollo WS (WebSocket) e si basa su TLS (Transport Layer Security) per fornire sicurezza, analogamente a come HTTPS è la versione sicura di HTTP. Tuttavia, questo tipo di protocollo non è molto adottato dagli attaccanti per le minacce malware, facendo, quindi, restringere l’attribuzione verso questa tipologia di minaccia.

Figura 4: Screenshot della backdoor Hector


La confidenza di tale ipotesi non può essere verificata, ma è stata ipotizzata anche da Recorded Future. Non avendo evidenze a disposizione, ma nel caso potesse esserlo, la struttura della campagna e gli attori responsabili di essa potrebbero essere collegati nel seguente modo:

Figura 5: Tracciamento della campagna di Keyplug

Conclusioni

In conclusione, si può ipotizzare una connessione tra il gruppo APT41 e l’incidente della fuga di dati ISOON. Luigi Martire,  Tinexta Cyber – CERT Technical Leader evidenzia che “APT41, che si ipotizza avere legami con la Cina, si è sempre distinto per la sua sofisticazione e per la sua capacità di condurre operazioni di spionaggio cibernetico a livello globale. Uno degli strumenti che ha usato e che continua a usare è proprio Keyplug, una backdoor modulare, capace di eludere i principali sistemi di rilevamento ha offerto all’attaccante la possibilità di restare silente all’interno dei sistemi compromessi per mesi.

I rischi legati allo spionaggio industriale perpetrato da gruppi come APT41 sono significativi. Le loro operazioni possono mirare a rubare proprietà intellettuale, segreti commerciali e informazioni sensibili che potrebbero conferire vantaggi competitivi illeciti.”

Le aziende che operano in settori tecnologicamente avanzati o strategici sono particolarmente vulnerabili, e le conseguenze di tali attacchi possono includere perdite economiche ingenti, danni alla reputazione e compromissione della sicurezza nazionale.

Le tecniche avanzate utilizzate e la vasta gamma di settori presi di mira coincidono con il modus operandi tipico di APT41, suggerendo un possibile collegamento a questa campagna di spionaggio cibernetico. Approfondire l’indagine sulla fuga di dati ISOON, soprattutto in merito agli strumenti e alle metodologie impiegati, potrebbe offrire ulteriori indicazioni sul coinvolgimento di APT41 o di gruppi simili.

  • aes
  • apt41
  • backdoor
  • cina
  • cybercrime
  • edr
  • endpoint
  • firewall
  • http
  • intelligence
  • linux
  • Malware
  • nids
  • payload
  • tls
  • websocket
  • windows
Immagine del sitoRedazione
La redazione di Red Hot Cyber è composta da un insieme di persone fisiche e fonti anonime che collaborano attivamente fornendo informazioni in anteprima e news sulla sicurezza informatica e sull'informatica in generale.

Lista degli articoli

Articoli in evidenza

Immagine del sito
L’interruzione di Cloudflare del 5 dicembre 2025 dovuta alle patch su React Server. L’analisi tecnica
Di Redazione RHC - 07/12/2025

Cloudflare ha registrato un’interruzione significativa nella mattina del 5 dicembre 2025, quando alle 08:47 UTC una parte della propria infrastruttura ha iniziato a generare errori interni. L’inci...

Immagine del sito
GlobalProtect di Palo Alto Networks è sotto scansioni Attive. Abilitate la MFA!
Di Redazione RHC - 07/12/2025

Una campagna sempre più aggressiva, che punta direttamente alle infrastrutture di accesso remoto, ha spinto gli autori delle minacce a tentare di sfruttare attivamente le vulnerabilità dei portali V...

Immagine del sito
Rilasciata FreeBSD 15.0: ecco le novità e i miglioramenti della nuova versione
Di Redazione RHC - 06/12/2025

Dietro molte delle applicazioni e servizi digitali che diamo per scontati ogni giorno si cela un gigante silenzioso: FreeBSD. Conosciuto soprattutto dagli addetti ai lavori, questo sistema operativo U...

Immagine del sito
React2Shell: due ore tra la pubblicazione dell’exploit e lo sfruttamento attivo
Di Redazione RHC - 06/12/2025

Molto spesso parliamo su questo sito del fatto che la finestra tra la pubblicazione di un exploit e l’avvio di attacchi attivi si sta riducendo drasticamente. Per questo motivo diventa sempre più f...

Immagine del sito
Cloudflare dichiara guerra a Google e alle AI. 416 miliardi di richieste di bot bloccate
Di Redazione RHC - 05/12/2025

Dal 1° luglio, Cloudflare ha bloccato 416 miliardi di richieste da parte di bot di intelligenza artificiale che tentavano di estrarre contenuti dai siti web dei suoi clienti. Secondo Matthew Prince, ...