
Chiara Nardini : 10 Maggio 2023 11:36
La banda di criminali informatici di Bianlian ha rivendicato all’interno del proprio Data Leak
Site (DLS) un attacco informatico all’italiana Lifenet.
I criminali informatici dichiarano che avrebbero esfiltrato 1,5TB di dati dalle infrastrutture IT dell’azienda, riportando che sarebbero in possesso dei dati dei pazienti, degli impiegati, indirizzi, numeri di telefono, email, ma mancano ad ora evidenze specifiche delle veridicità di quanto da loro asserito.
Inoltre riportano che avrebbero anche informazioni relative ai risultati degli esami clinici e informazioni biometriche.

CVE Enrichment Mentre la finestra tra divulgazione pubblica di una vulnerabilità e sfruttamento si riduce sempre di più, Red Hot Cyber ha lanciato un servizio pensato per supportare professionisti IT, analisti della sicurezza, aziende e pentester: un sistema di monitoraggio gratuito che mostra le vulnerabilità critiche pubblicate negli ultimi 3 giorni dal database NVD degli Stati Uniti e l'accesso ai loro exploit su GitHub.
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Revenue: $100 Millions
Data Volume: 1.5 TB
Data description:
Patients’ data: adresses, phone numbers, emails, etc.
Employees’ data: adresses, phone numbers, emails, etc.
Medical data and results.
Biometric data.
Finance & Accounting.
Business data: contracts, agreements, etc.
Partners’ and vendors’ data.
Passports, IFCs, etc.
Nel post, la cyber-gang criminale riporta che l’azienda ha una Revenue di 100 milioni di dollari e fornisce anche 478 file in formato zip pronti al download dal contenuto non noto.


Dopo ulteriori indagini effettuate sulla presunta esposizione di dati a danni di Lifenet, non risultano essere presenti dati sanitari , ma bensì dati molto vecchi utilizzati solo a fini di estorsione.
RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali.
Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni in modo anonimo possono accedere utilizzare la mail crittografata del whistleblower.
Il ransomware, è una tipologia di malware che viene inoculato all’interno di una organizzazione, per poter cifrare i dati e rendere indisponibili i sistemi. Una volta cifrati i dati, i criminali chiedono alla vittima il pagamento di un riscatto, da pagare in criptovalute, per poterli decifrare.
Qualora la vittima non voglia pagare il riscatto, i criminali procederanno con la doppia estorsione, ovvero la minaccia della pubblicazione di dati sensibili precedentemente esfiltrati dalle infrastrutture IT della vittima.
Per comprendere meglio il funzionamento delle organizzazioni criminali all’interno del business del ransomware as a service (RaaS), vi rimandiamo a questi articoli:
Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, e anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino non ha avuto successo.
Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono in ordine di complessità:
Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.
La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda.
Oggi occorre cambiare immediatamente mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.
Chiara Nardini
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