Chiara Nardini : 22 Maggio 2023 10:49
La banda di criminali informatici di Snatch, incontrata in precedenza con gli attacchi alla Mc Donalds e alla Volvo, questa volta rivendica un attacco informatico all’azienda italiana Comoli Ferrari, come riportato dal ricercatore di sicurezza informatica Pietro Melillo questa mattina.
L’azienda ci ha contattato prontamente poco fa e ci ha informato che dalle analisi svolte fino a questo momento, “non risulta nessun attacco avvenuto ieri sera, e confermiamo la normale operatività”.
Da come riportato dai criminali informatici, il fantomatico attacco sembrerebbe essere stato sferrato in data 21 Maggio 2023, e pubblicato sul Data Leak Site (DLS) della cybergang criminale.
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«Il cyberbullismo è una delle minacce più insidiose e silenziose che colpiscono i nostri ragazzi. Non si tratta di semplici "bravate online", ma di veri e propri atti di violenza digitale, capaci di lasciare ferite profonde e spesso irreversibili nell’animo delle vittime. Non possiamo più permetterci di chiudere gli occhi».
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Nel post, la cybergang criminale riporta che “Comoli Ferrari è uno dei maggiori distributori di soluzioni per l’impiantistica elettrica e idrotermosanitaria completamente italiano, da anni il benchmark di clienti e fornitori di un ampio mercato impiantistico che ricerca prodotti, soluzioni e competenza per quadri elettrici, automazione, domotica, sicurezza, illuminazione, climatizzazione, antenne, cavi, fotovoltaico ed energie alternative, impianti navali.”
Al momento non sono stati pubblicati dei samples specifici che attestano la violazione delle infrastrutture IT dell’azienda, pertanto potrebbe trattarsi di uno scambio di infrastruttura, come spesso accaduto anche con gang come LockBit.
RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali. Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni in modo anonimo possono accedere utilizzare la mail crittografata del whistleblower.
Il ransomware, è una tipologia di malware che viene inoculato all’interno di una organizzazione, per poter cifrare i dati e rendere indisponibili i sistemi. Una volta cifrati i dati, i criminali chiedono alla vittima il pagamento di un riscatto, da pagare in criptovalute, per poterli decifrare.
Qualora la vittima non voglia pagare il riscatto, i criminali procederanno con la doppia estorsione, ovvero la minaccia della pubblicazione di dati sensibili precedentemente esfiltrati dalle infrastrutture IT della vittima.
Per comprendere meglio il funzionamento delle organizzazioni criminali all’interno del business del ransomware as a service (RaaS), vi rimandiamo a questi articoli:
Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, e anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino non ha avuto successo.
Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono in ordine di complessità:
Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.
La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda.
Oggi occorre cambiare immediatamente mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.
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