Redazione RHC : 28 Settembre 2024 18:07
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha accusato tre hacker iraniani presumibilmente coinvolti in un attacco informatico alla campagna dell’ex presidente Donald Trump.
Secondo i funzionari Seyyed Ali Aghamiri, Yasar Balaghi e Masoud Jalili agivano per conto del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC), una delle strutture chiave dell’Iran nota per le sue attività di spionaggio informatico. Le accuse coprono il periodo dal 2020 al settembre 2024.Gli hacker hanno hackerato e rubato documenti della campagna di Trump e hanno preso di mira funzionari e rappresentanti dei media statunitensi. Le loro azioni, secondo l’FBI, miravano a minare i processi democratici nel paese.
Inoltre, hanno tentato di trasmettere le informazioni rubate al team di Biden e ai rappresentanti dei media, ma i loro tentativi non hanno avuto successo poiché nessuno dei destinatari ha risposto ai loro messaggi.Gli inquirenti sostengono che gli attacchi informatici mirassero anche alla “vendetta per la morte” del generale Qassem Soleimani, ucciso nel gennaio 2020 durante un’operazione militare statunitense.
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Jalili, che secondo l’accusa è un membro del gruppo paramilitare Basij, e altri due hacker sono stati coinvolti in una serie di attacchi nel corso di diversi anni che hanno colpito sia agenzie governative statunitensi che organizzazioni internazionali.Parallelamente alle accuse, le autorità statunitensi e britanniche hanno emesso un avvertimento congiunto sulle tattiche utilizzate dai gruppi informatici iraniani e hanno imposto sanzioni a sette funzionari iraniani legati all’IRGC.
In particolare, queste sanzioni riguardano gli attacchi hacker volti a interrompere il processo elettorale negli Stati Uniti nel 2020 e nel 2024.L’indagine è in corso e le autorità non hanno escluso ulteriori accuse contro coloro che sono coinvolti in attacchi volti a minare la fiducia nelle elezioni americane.
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