E se domani agli USA girasse male e ci spegnessero il cloud? L'Europa? Paralizzata in 2 secondi
Red Hot Cyber
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza. La vera forza della cybersecurity risiede nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Cerca
UtiliaCS 970x120
Banner Ransomfeed 320x100 1
E se domani agli USA girasse male e ci spegnessero il cloud? L’Europa? Paralizzata in 2 secondi

E se domani agli USA girasse male e ci spegnessero il cloud? L’Europa? Paralizzata in 2 secondi

Redazione RHC : 7 Dicembre 2025 17:48

Negli ultimi mesi due episodi apparentemente scollegati tra loro hanno messo in luce una verità scomoda: l’Europa non controlla più la propria infrastruttura digitale. E questa dipendenza, in uno scenario geopolitico sempre più teso, non è soltanto un rischio economico, ma una vulnerabilità sistemica.

Il primo campanello d’allarme è arrivato quando Microsoft ha improvvisamente disabilitato l’accesso ad Azure all’unità di intelligence israeliana. Si trattava dell’Unità 8200, precedentemente accusata di aver spiato i palestinesi nei territori controllati da Israele utilizzando la tecnologia Microsoft. Nessun preavviso, nessuna gradualità: un interruttore che si spegne e mostra quanto il potere decisionale su infrastrutture critiche sia nelle mani di poche corporation globali.

Il secondo episodio è di oggi, ancora più emblematico, riguarda la recente disputa fra X (la piattaforma di Elon Musk) e la Commissione europea. Dopo una multa da 120 milioni di euro per violazioni delle norme europee, X non ci sta, e ha cancellato l’account pubblicitario della Commissione, accusandola di aver utilizzato in modo improprio gli strumenti della piattaforma. Bruxelles si è difesa ricordando di aver sospeso da mesi ogni forma di pubblicità su X e di aver utilizzato soltanto gli strumenti messi a disposizione.


RHC0002 CTIP Corso Dark Web Cyber Threat Intelligence

Vuoi diventare un esperto del Dark Web e della Cyber Threat Intelligence (CTI)?
Stiamo per avviare il corso intermedio in modalità "Live Class" del corso "Dark Web & Cyber Threat Intelligence". 
A differenza dei corsi in e-learning, disponibili online sulla nostra piattaforma con lezioni pre-registrate, i corsi in Live Class offrono un’esperienza formativa interattiva e coinvolgente.  
Condotti dal professor Pietro Melillo, le lezioni si svolgono online in tempo reale, permettendo ai partecipanti di interagire direttamente con il docente e approfondire i contenuti in modo personalizzato.
Questi corsi, ideali per aziende, consentono di sviluppare competenze mirate, affrontare casi pratici e personalizzare il percorso formativo in base alle esigenze specifiche del team, garantendo un apprendimento efficace e immediatamente applicabile. 
Guarda subito l'anteprima gratuita del corso su academy.redhotcyber.com
Contattaci per ulteriori informazioni tramite WhatsApp al 375 593 1011 oppure scrivi a [email protected]


Supporta Red Hot Cyber attraverso: 

  1. L'acquisto del fumetto sul Cybersecurity Awareness
  2. Ascoltando i nostri Podcast
  3. Seguendo RHC su WhatsApp
  4. Seguendo RHC su Telegram
  5. Scarica gratuitamente “Byte The Silence”, il fumetto sul Cyberbullismo di Red Hot Cyber

Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì.

Al di là delle dinamiche tra multinazionali e istituzioni, il messaggio è chiaro: la capacità dell’UE di comunicare sui social media, informare i cittadini e attuare politiche digitali è subordinata alla volontà commerciale di aziende non europee delle quali non ha nessun controllo.

La fine dell’illusione: la tecnologia non è neutra

Questi episodi mostrano un punto chiave: chi controlla la tecnologia controlla anche i comportamenti, la comunicazione e persino la politica delle nazioni. L’Europa lo ha scoperto tardi, per anni convinta che la globalizzazione digitale fosse sinonimo di neutralità.

Ma parlare di tecnologia proprietaria significa affrontare una realtà molto diversa:

  • servono anni di ricerca e sviluppo;
  • serve visione politica di lungo periodo, indipendente dai cicli elettorali;
  • serve percepire la tecnologia non come un settore industriale, ma come un pilastro strutturale della sicurezza nazionale.

E soprattutto significa accettare che nessun Paese è realmente sovrano se dipende da altri per servizi cloud, sistemi operativi, chip e infrastrutture digitali critiche.

Una dipendenza che ci espone a shock globali

Nel mondo iperconnesso di oggi, ogni incidente tecnologico ha effetti immediati e globali. Lo abbiamo visto recentemente con i blackout di AWS, Azure e Cloudflare (primo incidente e secondo incidente) hanno paralizzato servizi pubblici, aziende, banche, giornali, mobilità e sanità in mezzo mondo. Non si tratta più di “problemi tecnici”, ma di veri e propri rischi sistemici.

L’Europa, priva di un proprio stack tecnologico completo, vive in una condizione di dipendenza totale. Siamo un continente altamente digitalizzato che poggia… su fondamenta costruite altrove.

Serve un cloud europeo. E un sistema operativo europeo. E hardware europeo

Affermare la sovranità tecnologica non significa rifiutare il cloud, anzi: significa costruire il nostro.

Un cloud europeo, basato su hardware europeo, sistemi operativi europei, hypervisor europei e software europeo. Una filiera completa, dall’hardware all’applicazione.

Quanto tempo occorre? 20 anni!

Un percorso lungo, complesso, costoso. Ma oggi necessario più che lo sviluppo delle armi. Perché le armi del futuro, le armi “economiche”, sono queste e possono essere usate con un solo click.

  • Serve un sistema operativo europeo, base di tutta la catena.
  • Serve un hypervisor europeo, per garantire che la virtualizzazione non dipenda da logiche esterne.
  • Serve un cloud europeo che risponda alle leggi europee, non a quelle di altri Paesi.
  • Serve una filiera hardware, dal microchip ai server.

E serve soprattutto una scelta politica: programmare questo percorso per 20-30 anni, non per una legislatura.

Perché nell’attuale scacchiere geopolitico, chi controlla la tecnologia controlla le economie, le difese e le democrazie.

E oggi l’Europa non controlla nulla di tutto questo.

  • cloud europeo
  • filiera hardware europea
  • hypervisor europeo
  • infrastruttura digitale
  • rischi sistemici
  • shock globali
  • sicurezza nazionale
  • sistema operativo europeo
  • sovranità tecnologica
  • tecnologia proprietaria
Immagine del sitoRedazione
La redazione di Red Hot Cyber è composta da un insieme di persone fisiche e fonti anonime che collaborano attivamente fornendo informazioni in anteprima e news sulla sicurezza informatica e sull'informatica in generale.

Lista degli articoli

Articoli in evidenza

Immagine del sito
L’interruzione di Cloudflare del 5 dicembre 2025 dovuta alle patch su React Server. L’analisi tecnica
Di Redazione RHC - 07/12/2025

Cloudflare ha registrato un’interruzione significativa nella mattina del 5 dicembre 2025, quando alle 08:47 UTC una parte della propria infrastruttura ha iniziato a generare errori interni. L’inci...

Immagine del sito
GlobalProtect di Palo Alto Networks è sotto scansioni Attive. Abilitate la MFA!
Di Redazione RHC - 07/12/2025

Una campagna sempre più aggressiva, che punta direttamente alle infrastrutture di accesso remoto, ha spinto gli autori delle minacce a tentare di sfruttare attivamente le vulnerabilità dei portali V...

Immagine del sito
Rilasciata FreeBSD 15.0: ecco le novità e i miglioramenti della nuova versione
Di Redazione RHC - 06/12/2025

Dietro molte delle applicazioni e servizi digitali che diamo per scontati ogni giorno si cela un gigante silenzioso: FreeBSD. Conosciuto soprattutto dagli addetti ai lavori, questo sistema operativo U...

Immagine del sito
React2Shell: due ore tra la pubblicazione dell’exploit e lo sfruttamento attivo
Di Redazione RHC - 06/12/2025

Molto spesso parliamo su questo sito del fatto che la finestra tra la pubblicazione di un exploit e l’avvio di attacchi attivi si sta riducendo drasticamente. Per questo motivo diventa sempre più f...

Immagine del sito
Cloudflare dichiara guerra a Google e alle AI. 416 miliardi di richieste di bot bloccate
Di Redazione RHC - 05/12/2025

Dal 1° luglio, Cloudflare ha bloccato 416 miliardi di richieste da parte di bot di intelligenza artificiale che tentavano di estrarre contenuti dai siti web dei suoi clienti. Secondo Matthew Prince, ...