
La banda di criminali informatici di 8Base rivendica un attacco informatico all’azienda italiana Legalilavoro, come riportato nel suo Data Leak Site (DLS).
Ancora non sappiamo se tali dati risultano di proprietà dell’azienda, anche perché sul loro sito non c’è ancora un comunicato stampa. La cybergang pubblica nel post che è in possesso di diffusi dati dell’azienda dove riporta quanto segue:
Legalilavoro nasce da una federazione di dieci studi legali già noti per la storia e l'esperienza specifica dei loro fondatori e gruppi di giovani professionisti da essi coordinati: in totale, circa 70 avvocati operanti nel campo del diritto del lavoro, riuniti oggi sulla base di elementi di divisione che ne definiscono la forte identità.
La loro missione è offrire ai dipendenti di qualsiasi località l'opportunità di trovare servizi legali e consulenze della massima qualità.
I file sono stati caricati sui nostri server:
- Carte d'identità
- Un numero enorme di file personali (corrispondenza, foto, dati personali e molto altro)
- Fatture
- Documenti finanziari
- Corrispondenza
- Documenti interni
- Documenti del cliente
- Certificati medici
- Patente di guida
e altro ancora
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8base,si posizionano come criminali informatici con motivazioni differenti rispetto alla solita gang ransomware. Infatti riportano: “Siamo onesti e semplici pentester. Offriamo alle aziende le condizioni più leali per la restituzione dei propri dati”.
All’interno del loro pot scatta il countdown fissato a circa 6gg, data di quando verranno pubblicati i dati nelle underground qualora l’azienda non sia disposta a cedere ai ricatti dei criminali informatici.

Nelle FAQ del loro DLS riportano che “non sono ultra radicali e apprezzano la vita, la libertà, la parità di accesso all’informazione, la democrazia ei metodi di comunicazione non violenti. Non sono coinvolti nella politica o nella religione”.
Come nostra consuetudine, lasciamo spazio ad una dichiarazione da parte dell’azienda, qualora voglia darci degli aggiornamenti su questa vicenda e saremo lieti di pubblicarla con uno specifico articolo dando risalto alla questione.
RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali. Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni in modo anonimo possono accedere utilizzare la mail crittografata del whistleblower.
Il ransomware, è una tipologia di malware che viene inoculato all’interno di una organizzazione, per poter cifrare i dati e rendere indisponibili i sistemi. Una volta cifrati i dati, i criminali chiedono alla vittima il pagamento di un riscatto, da pagare in criptovalute, per poterli decifrare.
Qualora la vittima non voglia pagare il riscatto, i criminali procederanno con la doppia estorsione, ovvero la minaccia della pubblicazione di dati sensibili precedentemente esfiltrati dalle infrastrutture IT della vittima.
Per comprendere meglio il funzionamento delle organizzazioni criminali all’interno del business del ransomware as a service (RaaS), vi rimandiamo a questi articoli:
Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, e anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino non ha avuto successo.
Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono in ordine di complessità:
Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.
La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda.
Oggi occorre cambiare immediatamente mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.
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