Redazione RHC : 3 Giugno 2021 15:00
Le forze dell’ordine russe possono avere un nuovo alleato elettronico nella lotta contro il cybercrime.
Il Regional Engineering Center (RIC) “SafeNet” ha proposto agli ufficiali di sicurezza informatica russi, di creare un’unico sistema per identificare e monitorare i criminali nei social network.
La creazione e l’implementazione pratica di tale sistema automatizzato, consentirà di standardizzare la raccolta e l’analisi automatica di informazioni quali nome, alias di rete, numero di telefono, e-mail, indirizzo IP, nome di dominio e dati di geolocalizzazione.
“Un agente delle forze dell’ordine potrebbe caricare nel sistema i dati sull’aggressore di cui è venuto a conoscenza, quindi l’AWP stabilirà l’identità, la rintraccerà e troverà ulteriori contatti”
Così ha detto Igor Bederov, fondatore della società di ricerca su Internet.
Anche in futuro, sullo sfondo della tragedia di Kazan, la supervisione sulle informazioni pubblicate su Internet e sulle pubblicazioni degli studenti sui social network potrebbe essere rafforzata e gli insegnanti potrebbero essere obbligati a monitorare gli account dei loro alunni sui social network, identificando tendenze allarmanti e quindi riferirle alle forze dell’ordine.
Nel 2020 la crescita dei crimini informatici in russia, sia per telefono o via Internet, è stata del 73,4%, in termini assoluti che ha portato alla gestione di oltre 510mila incidenti.
Cinque anni fa, gli atti di criminalità informatica in Russia rappresentavano circa il 2%, ma l’anno scorso i crimini informatici sono arrivati al 25% di tutti i crimini registrati nel paese.
L’attività dei truffatori informatici è arrivata alle stelle durante la pandemia del 2020. Le perdite dei russi a causa delle azioni dei truffatori informatici nel 2020 sono aumentate di 1,5 volte rispetto al 2019 e ammontano a quasi 10 miliardi di rubli, secondo quanto riportato in precedenza dalla Banca di Russia.
Tutto questo non deve far gridare al “sacrilegio”. D’altra parte gli Stati Uniti D’America fanno questo da 10 anni con i loro sistemi di sorveglianza di massa protetti dalla FISA Emendament Act, come ben documentato dal rapporto Snowden.
Redazione
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