Red Hot Cyber
Condividi la tua difesa. Incoraggia l'eccellenza. La vera forza della cybersecurity risiede nell'effetto moltiplicatore della conoscenza.
Cerca
Redhotcyber Banner Sito 970x120px Uscita 101125
320×100
Verso il GDPR 2.0 a favore del settore tech e delle PMI, ma a quale costo?

Verso il GDPR 2.0 a favore del settore tech e delle PMI, ma a quale costo?

Stefano Gazzella : 4 Aprile 2025 07:38

La notizia è stata anticipata da politico.eu: a partire da maggio 2025, la Commissione von der Leyen revisionerà il GDPR introducendo semplificazioni. Certo, non sarebbe male pubblicare prima le CVE del Regolamento, ma quel che è stato anticipato riguarda per lo più una generale riduzione degli adempimenti nel settore tech e nelle PMI.

L’obiettivo dichiarato è quello di favorire la competitività, soprattutto nei confronti di Cina e Stati Uniti. Dopo il rapporto Draghi sul futuro della competitività europea, una rilettura degli adempimenti normativi in modo tale che non possano ostacolare l’innovazione e lo sviluppo tecnologico sembrerebbe una strada quasi obbligata. Quasi, perché quella fra innovazione e rispetto delle regole è una falsa dicotomia. La quale è però bastevole a rivelare l’approccio fallimentare dell’Unione Europea nel ritenersi un giardino dei diritti nella giungla internazionale e pretendere la sovraestensione del proprio sistema normativo. La sovranità tecnologia non può certamente essere ottenuta tramite una legge. A meno che, ovviamente, non si disponga la forza di imporla.

Ad ogni modo, sebbene gli eccessi dei vari “Act” e la resistenza a rimettere in discussione più che le regole la loro applicazione siano sotto gli occhi di tutti, il rischio è che in nome di una pretesa semplificazione si vada semplicemente a sostituire un dogma con un altro. Transitando così da un eccesso regolatorio alla promozione di comportamenti spregiudicati, finanche a premiare quanti semplicemente hanno ignorato o eluso l’applicazione del GDPR con la scusa di difficoltà indimostrate. Di fatto, andando ad operare al di fuori delle regole con un vantaggio competitivo indebito rispetto a chi invece ha investito in compliance.

Aree di intervento e principali dubbi


Cve Enrichment Redhotcyber

CVE Enrichment
Mentre la finestra tra divulgazione pubblica di una vulnerabilità e sfruttamento si riduce sempre di più, Red Hot Cyber ha lanciato un servizio pensato per supportare professionisti IT, analisti della sicurezza, aziende e pentester: un sistema di monitoraggio gratuito che mostra le vulnerabilità critiche pubblicate negli ultimi 3 giorni dal database NVD degli Stati Uniti e l'accesso ai loro exploit su GitHub.

Cosa trovi nel servizio:
✅ Visualizzazione immediata delle CVE con filtri per gravità e vendor.
✅ Pagine dedicate per ogni CVE con arricchimento dati (NIST, EPSS, percentile di rischio, stato di sfruttamento CISA KEV).
✅ Link ad articoli di approfondimento ed exploit correlati su GitHub, per ottenere un quadro completo della minaccia.
✅ Funzione di ricerca: inserisci un codice CVE e accedi subito a insight completi e contestualizzati.


Supporta Red Hot Cyber attraverso: 

  1. L'acquisto del fumetto sul Cybersecurity Awareness
  2. Ascoltando i nostri Podcast
  3. Seguendo RHC su WhatsApp
  4. Seguendo RHC su Telegram
  5. Scarica gratuitamente “Byte The Silence”, il fumetto sul Cyberbullismo di Red Hot Cyber

Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì.

Dopo 7 anni dall’applicazione del GDPR è comunque opportuno trarre un bilancio della norma e metterla in discussione nelle parti in cui ha dimostrato di non funzionare o di avere un impatto eccessivo rispetto ai benefici. Ovviamente, senza snaturarne le finalità di garantire un’elevata protezione dei dati personali e la libera circolazione degli stessi. Anche nei nuovi scenari di competizione sulle tecnologie di Intelligenza Artificiale infatti bisogna ragionare secondo il canone della sostenibilità dell’impiego dei dati personali.

Le semplificazioni trapelate sembrerebbero però collegate alla dimensione dell’organizzazione, secondo un limite che potrebbe essere quello dei 500 dipendenti. Eppure, tale limite non risponde ad alcun tipo di criterio logico dal momento che l’esigenza di una maggiore responsabilizzazione – e dunque: maggiori adempimenti – non è correlabile alle dimensioni dell’organizzazione bensì al volume delle attività di trattamento svolte, alla natura dei dati e ai rischi.

Qualora venga seguita questa direzione, qualche dubbio circa l’approccio della Commissione è inevitabile che sorga. Se questa è la risposta europea ai dazi degli Stati Uniti, infatti, che allora venga dichiarata come tale e non mascherata dai pur condivisibili intenti di semplificazione.

Anche perchè il rischio è che i cittadini perdano ulteriormente fiducia nell’azione delle istituzioni dell’Unione Europea. Fiducia che dopo il QatarGate è stata già profondamente intaccata.

Semplificazione o deregolamentazione?

L’evoluzione sperata verso un GDPR 2.0 deve contemplare principi e framework, valorizzare l’accountability e, soprattutto, promuovere un’applicazione uniforme e coordinata della norma eliminando le incertezze a riguardo. Ben venga ogni semplificazione, purché ovviamente non sacrifichi in modo spoporzionato tanto la protezione degli interessati quanto le strategie e gli investimenti delle aziende data-driven “virtuose”.

Se invece la semplificazione diventa una pretesa indimostrata per giustificare qualsivoglia intervento, allora si apre la strada verso una deregolamentazione di fatto che sembra giovare più agli interessi delle Big Tech che alla competitività delle imprese europee.

Noyb e altri attivisti della privacy hanno denunciato il pericolo della messa in discussione del GDPR derivante dal cedere alla pressione delle azioni di lobbying. Ma poiché la protezione dei dati personali è una libertà fondamentale riconosciuta dall’ordinamento europeo, il nucleo di tutele e garanzie cui provvede continuerebbe comunque a resistere anche nel caso di profonde modifiche della norma. O della tecnologia.

Questo vale e varrà fintanto che i cittadini stessi percepiscano come un valore la protezione dei propri dati personali. E agiscano per difendere i propri diritti, anche per mezzo dei propri rappresentanti.

Non bisogna mai dimenticare infatti che è la domanda a condizionare l’offerta tanto tecnologica quanto politica.

Immagine del sitoStefano Gazzella
Privacy Officer e Data Protection Officer, è Of Counsel per Area Legale. Si occupa di protezione dei dati personali e, per la gestione della sicurezza delle informazioni nelle organizzazioni, pone attenzione alle tematiche relative all’ingegneria sociale. Responsabile del comitato scientifico di Assoinfluencer, coordina le attività di ricerca, pubblicazione e divulgazione. Giornalista pubblicista, scrive su temi collegati a diritti di quarta generazione, nuove tecnologie e sicurezza delle informazioni.

Lista degli articoli
Visita il sito web dell'autore

Articoli in evidenza

Immagine del sito
Bancomat nel mirino! Gli esperti di cybersecurity rivelano una campagna di attacco agli sportelli bancomat
Di Redazione RHC - 23/11/2025

Gli esperti del Group-IB hanno presentato un’analisi dettagliata della lunga campagna di UNC2891, che ha dimostrato la continua sofisticatezza degli schemi di attacco agli sportelli bancomat. L’at...

Immagine del sito
“Vogliamo Hackerarvi Ancora!”. La NSO Group non ci sta nella causa di WhatsApp per Pegasus
Di Redazione RHC - 22/11/2025

L’azienda israeliana NSO Group ha presentato ricorso contro una decisione di un tribunale federale della California che le vieta di utilizzare l’infrastruttura di WhatsApp per diffondere il softwa...

Immagine del sito
Oracle sotto attacco: scoperta una vulnerabilità RCE pre-auth che compromette interi sistemi
Di Redazione RHC - 22/11/2025

Una vulnerabilità, contrassegnata come CVE-2025-61757, è stata resa pubblica Searchlight Cyber giovedì scorso. I ricercatori dell’azienda hanno individuato il problema e hanno informato Oracle, c...

Immagine del sito
CrowdStrike: licenziato un insider per aver fornito dati sensibili agli hacker criminali
Di Redazione RHC - 22/11/2025

Negli ultimi mesi il problema degli insider sta assumendo un peso sempre più crescente per le grandi aziende, e un episodio ha coinvolto recentemente CrowdStrike. La società di cybersecurity ha infa...

Immagine del sito
TamperedChef: malware tramite falsi installer di app
Di Redazione RHC - 21/11/2025

La campagna su larga scala TamperedChef sta nuovamente attirando l’attenzione degli specialisti, poiché gli aggressori continuano a distribuire malware tramite falsi programmi di installazione di a...