
Gli Stati Uniti hanno ottenuto informazioni di intelligence che indicano che Israele sta preparando un attacco contro gli impianti nucleari iraniani, lo ha riferito la CNN , citando “diversi funzionari statunitensi a conoscenza della questione”. “I funzionari avvertono che non è chiaro se gli israeliani abbiano preso una decisione definitiva e che, in effetti, esiste un profondo disaccordo all’interno del governo degli Stati Uniti sulla probabilità che Israele agisca realmente”, ha spiegato la rete statunitense.
Ha aggiunto che “se e come Israele attaccherà dipenderà probabilmente” da come valuteranno i negoziati tra gli Stati Uniti e l’Iran sul suo programma nucleare. “La probabilità di un attacco israeliano contro un impianto nucleare iraniano è aumentata significativamente negli ultimi mesi”, ha detto alla CNN un’altra fonte vicina all’intelligence statunitense. Oltre ai messaggi pubblici del governo israeliano, gli Stati Uniti avrebbero intercettato comunicazioni israeliane e osservato movimenti militari ( principalmente esercitazioni aeree e dispiegamento di munizioni aeree) che suggeriscono che un attacco è “imminente”, secondo la rete con sede ad Atlanta.
“Ma quegli stessi indicatori potrebbero anche essere semplicemente un tentativo da parte di Israele di fare pressione sull’Iran affinché abbandoni i principi chiave del suo programma nucleare, evidenziando le conseguenze che ciò potrebbe comportare e sottolineando le mutevoli complessità che la Casa Bianca si trova ad affrontare”, aggiunge il quotidiano. Se questo attacco dovesse concretizzarsi, Israele segnerebbe una rottura con la posizione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che da mesi sottolinea quanto sia importante per la sua amministrazione raggiungere un accordo sul nucleare con Teheran. Inoltre, aumenterebbe la probabilità di un conflitto regionale più ampio in Medio Oriente.
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La Guardia rivoluzionaria iraniana ha dichiarato che Israele riceverà una risposta “devastante e decisiva” se attaccherà l’Iran, in seguito alle fughe di notizie sui media statunitensi secondo cui lo Stato ebraico si sta preparando ad attaccare gli impianti nucleari dell’Iran.
Negli ambienti dell’intelligence, il ricordo dell’Operazione Giochi Olimpici è ancora vivido. Si tratta di un’azione congiunta tra Stati Uniti e Israele che portò alla creazione del famigerato malware Stuxnet, progettato per infiltrarsi e sabotare le centrifughe di arricchimento nucleare della centrale iraniana di Natanz. Questo attacco cibernetico, avvenuto in modo silenzioso ma devastante, rallentò in modo significativo il programma nucleare iraniano senza far esplodere una sola bomba, rappresentando un punto di svolta nella storia della guerra informatica.
Oggi, con l’intelligence statunitense che riporta segnali di un possibile attacco israeliano contro le installazioni nucleari iraniane, si torna inevitabilmente a guardare al precedente di Stuxnet. Secondo la CNN, sebbene non vi sia ancora una decisione definitiva da parte di Israele, le esercitazioni militari e l’intercettazione di comunicazioni lasciano intendere che qualcosa si stia muovendo. Tuttavia, è ancora incerto se si tratterà di un attacco fisico o di un’altra operazione mirata ad alta sofisticazione tecnologica.
La pista cyber, in questo contesto, potrebbe rappresentare una soluzione “indolore” per una regione geograficamente e politicamente instabile. Un nuovo attacco informatico, magari più evoluto rispetto a Stuxnet, consentirebbe di colpire infrastrutture critiche iraniane riducendo il rischio di escalation militare diretta. Ma resta da capire se Israele opterà per questo approccio o se preferirà un’azione più dimostrativa. In ogni caso, il cyberspazio torna a essere un terreno decisivo per le strategie di deterrenza e pressione geopolitica.
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