
Redazione RHC : 19 Settembre 2025 10:50
Il supercomputer “Fugaku“, sviluppato da Fujitsu in collaborazione con il RIKEN Institute of Physical and Chemical Research, ha dominato per anni la classifica delle macchine più veloci al mondo grazie alla sua architettura ARM. La sua supremazia è stata però interrotta da un nuovo protagonista: “Frontier“.
“Frontier” ha conquistato il titolo di supercomputer più veloce, riportando l’architettura x86 al vertice dopo il lungo dominio di Fugaku. Questo risultato rappresenta un cambiamento significativo nello scenario dei sistemi di calcolo ad alte prestazioni.
La macchina utilizza i processori server EPYC di terza generazione di AMD, con nome in codice “Milan“, affiancati dalla scheda grafica accelerata Instinct MI250X, progettata con un modulo acceleratore OCP. La combinazione di queste tecnologie ha permesso di raggiungere prestazioni senza precedenti.
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Il sistema è basato sull’HPE Cray EX235a, costituito da 220 nodi di elaborazione per un totale di 8,73 milioni di core. Dispone inoltre di 128 GB di memoria HBM2e ECC ad alta densità, che ne potenzia le capacità operative e garantisce stabilità nelle elaborazioni.
Grazie a questa architettura, “Frontier” è il primo supercomputer a superare stabilmente la soglia exaflop. La sua potenza effettiva è di 1,102 ExaFLOPS, un valore che lo posiziona nettamente al di sopra di Fugaku, fermo a 442,01 PFLOPS.
Nel panorama internazionale, il supercomputer “LUMI“, del Centro finlandese per le scienze informatiche, ha raggiunto il terzo posto ed è diventato il più veloce in Europa. Anche “Adastra“, sistema condiviso tra istituti francesi, si è distinto entrando nella top ten al decimo posto e affermandosi come il secondo più veloce in Europa.
Guardando al futuro, Intel prevede di lanciare il processore Xeon Scalable di nuova generazione, nome in codice “Sapphire Rapids”, insieme alla scheda grafica “Ponte Vecchio”. Su queste tecnologie si baserà “Aurora”, il supercomputer in fase di sviluppo presso l’Argonne National Laboratory negli Stati Uniti, destinato a rimescolare ancora una volta le classifiche mondiali.
Redazione
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