
La Marina americana ha vietato ai suoi dipendenti di utilizzare l’intelligenza artificiale DeepSeek , creata in Cina. La lettera ufficiale, inviata attraverso canali interni, afferma che l’utilizzo di DeepSeek “a qualsiasi titolo” è inaccettabile a causa di “potenziali rischi per la sicurezza e preoccupazioni etiche”.
Il divieto è legato agli ultimi successi di DeepSeek, che ha introdotto un nuovo potente modello R1, paragonabile agli sviluppi di OpenAI. Subito dopo il rilascio, DeepSeek AI ha rapidamente superato la classifica dei download più scaricati nell’App Store, superando ChatGPT. Gli investitori sono allarmati: la società cinese ha affermato che ci sono voluti meno di 6 milioni di dollari e due mesi per creare la R1, che è significativamente più economica rispetto alle sue controparti occidentali.
Nel mercato azionario la reazione è stata rapida: le azioni di Nvidia e Broadcom sono scese del 17% e il Nasdaq ha perso il 3,1%. Ciò è costato ai giganti della tecnologia circa 800 miliardi di dollari di capitalizzazione. Il motivo del panico è la possibilità di ridurre i costi infrastrutturali per la formazione sull’intelligenza artificiale, che cambierà le regole del gioco nel settore.
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Il divieto della Marina americana è stato annunciato pochi giorni prima di questi eventi. La lettera, scritta a nome del Chief Information Officer della Marina, afferma che l’uso di DeepSeek è vietato sia per scopi aziendali che personali. Si sottolinea che gli utenti non devono scaricare, installare o utilizzare il modello cinese in alcuna forma.
Allo stesso tempo, DeepSeek ha annunciato una sospensione temporanea della registrazione di nuovi utenti a causa di “attacchi su larga scala” alla piattaforma, ma ha presto ripreso i lavori.
Il presidente Donald Trump ha commentato la situazione, definendo il successo di DeepSeek un “campanello d’allarme” per le aziende americane. La sua amministrazione ha già annunciato il lancio del progetto Stargate, una joint venture tra OpenAI, Oracle e SoftBank, volta a sviluppare un’infrastruttura AI nazionale.
Nel frattempo, Meta ha creato quattro “war room” di crisi studiando i rischi associati a DeepSeek. Secondo il capo di Scale AI, Alexander Wang, il modello cinese “sciocca il mercato” e non è inferiore nelle sue capacità ai migliori sviluppi americani. Ha definito la situazione una “guerra dell’intelligenza artificiale” tra Stati Uniti e Cina.
Il divieto imposto dalla Marina americana sull’uso di DeepSeek non è solo una questione tecnica, ma un chiaro segnale geopolitico: gli Stati Uniti riconoscono i rischi legati all’intelligenza artificiale cinese e ne temono le implicazioni sulla sicurezza nazionale.
Ma questa decisione solleva una domanda scomoda: se Washington teme che un’AI straniera possa compromettere i propri segreti, perché l’Europa dovrebbe cedere i propri dati e affidarsi ciecamente a OpenAI e ad altre big tech statunitensi?
L’AI è ormai un’arma strategica, e il divieto di DeepSeek dimostra che gli USA vogliono mantenere il controllo su chi può svilupparla e su come viene utilizzata. Tuttavia, mentre gli Stati Uniti proteggono i loro interessi, l’Europa continua a dipendere da soluzioni americane senza garanzie di trasparenza o sovranità sui dati. La vera sfida, quindi, non è solo scegliere tra l’AI cinese e quella americana, ma capire come costruire un’alternativa europea che garantisca indipendenza tecnologica e sicurezza.
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