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Rhysida rivendica un attacco informatico all’italiana BM GROUP POLYTEC Spa e minaccia di pubblicare i dati tra 6 giorni

Rhysida rivendica un attacco informatico all’italiana BM GROUP POLYTEC Spa e minaccia di pubblicare i dati tra 6 giorni

Chiara Nardini : 3 Luglio 2023 10:46

Nella giornata di oggi, la banda di criminali informatici di Rhysida, pubblica all’interno del proprio Data Leak Site (DLS) una rivendicazione di un attacco informatico alle infrastrutture IT dell’azienda BM GROUP POLYTEC Spa. Dal post pubblicato dalla cybergang, sembra che i criminali informatici abbiano in mano una serie di dati dell’azienda e hanno attivato un countdown fissato a 6 giorni e 15 ore.

Andando sul sito dell’azienda, non è ancora presente un comunicato stampa relativamente all’accaduto. All’interno del sito della cybergang viene riportata una immagine di collection di informazioni esfiltrate dalle infrastrutture IT dell’azienda che vogliono attestare la compromissione dei dati della vittima.

La pubblicazione di specifici “samples” dei dati della vittima, come sanno i lettori di RHC, generalmente avviene quando ancora non è stato definito un accordo per il pagamento del riscatto richiesto da parte dei criminali informatici. In questo modo, i criminali informatici minacciando la pubblicazione dei dati in loro possesso, aumentano la pressione verso l’organizzazione violata, sperando che il pagamento avvenga velocemente.




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All’interno del sito dell’azienda si legge che “Polytec è la fusione di due aziende leader nel settore dell’automazione, della robotica, delle energie rinnovabili e dell’impiantistica, un’azienda di fama internazionale operante nel campo della system integration , specializzata in soluzioni e piattaforme che uniscono robotica, intelligenza artificiale, automazione di processo e  software per aiutare le aziende manifatturiere realizzano la trasformazione tecnologica di cui hanno bisogno per diventare fabbriche intelligenti. BM Group Polytec è la società operativa più rilevante di BM Group, uno dei gruppi globali più importanti in grado di fornire soluzioni innovative in automazione industriale, robotica, ingegneria e appaltatori di approvvigionamento e investimenti verdi all’interno di un’unica entità”.

Come spesso riportiamo, l’accesso alle Darknet è praticabile da qualsiasi persona che sappia utilizzare normalmente un PC. Questo è importante portarlo all’attenzione in quanto molti sostengono il contrario, spesso nei comunicati stampa dopo la pubblicazione dei dati delle cybergang ransomware nel darkweb, ma tali informazioni sono pubblicamente consultabili come fonti aperte.

Come avevamo anticipato all’inizio dell’articolo, al momento della scrittura non è presente un comunicato stampa sul sito della vittima che avverte dell’incidente informatico.

Come nostra consuetudine, lasciamo spazio ad una dichiarazione da parte dell’azienda qualora voglia darci degli aggiornamenti su questa vicenda e saremo lieti di pubblicarla con uno specifico articolo dando risalto alla questione.

RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali. Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni in modo anonimo possono accedere utilizzare la mail crittografata del whistleblower.

Cos’è il ransomware as a service (RaaS)

Il ransomware, è una tipologia di malware che viene inoculato all’interno di una organizzazione, per poter cifrare i dati e rendere indisponibili i sistemi. Una volta cifrati i dati, i criminali chiedono alla vittima il pagamento di un riscatto, da pagare in criptovalute, per poterli decifrare.

Qualora la vittima non voglia pagare il riscatto, i criminali procederanno con la doppia estorsione, ovvero la minaccia della pubblicazione di dati sensibili precedentemente esfiltrati dalle infrastrutture IT della vittima.

Per comprendere meglio il funzionamento delle organizzazioni criminali all’interno del business del ransomware as a service (RaaS), vi rimandiamo a questi articoli:

Come proteggersi dal ransomware

Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, e anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino non ha avuto successo.

Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono in ordine di complessità:

  • Formare il personale attraverso corsi di Awareness;
  • Utilizzare un piano di backup e ripristino dei dati per tutte le informazioni critiche. Eseguire e testare backup regolari per limitare l’impatto della perdita di dati o del sistema e per accelerare il processo di ripristino. Da tenere presente che anche i backup connessi alla rete possono essere influenzati dal ransomware. I backup critici devono essere isolati dalla rete per una protezione ottimale;
  • Mantenere il sistema operativo e tutto il software sempre aggiornato con le patch più recenti. Le applicazioni ei sistemi operativi vulnerabili sono l’obiettivo della maggior parte degli attacchi. Garantire che questi siano corretti con gli ultimi aggiornamenti riduce notevolmente il numero di punti di ingresso sfruttabili a disposizione di un utente malintenzionato;
  • Mantenere aggiornato il software antivirus ed eseguire la scansione di tutto il software scaricato da Internet prima dell’esecuzione;
  • Limitare la capacità degli utenti (autorizzazioni) di installare ed eseguire applicazioni software indesiderate e applicare il principio del “privilegio minimo” a tutti i sistemi e servizi. La limitazione di questi privilegi può impedire l’esecuzione del malware o limitarne la capacità di diffondersi attraverso la rete;
  • Evitare di abilitare le macro dagli allegati di posta elettronicaSe un utente apre l’allegato e abilita le macro, il codice incorporato eseguirà il malware sul computer;
  • Non seguire i collegamenti Web non richiesti nelle e-mail;
  • Esporre le connessione Remote Desktop Protocol (RDP) mai direttamente su internet. Qualora si ha necessità di un accesso da internet, il tutto deve essere mediato da una VPN;
  • Implementare sistemi di Intrusion Prevention System (IPS) e Web Application Firewall (WAF) come protezione perimetrale a ridosso dei servizi esposti su internet.
  • Implementare una piattaforma di sicurezza XDR, nativamente automatizzata, possibilmente supportata da un servizio MDR 24 ore su 24, 7 giorni su 7, consentendo di raggiungere una protezione e una visibilità completa ed efficace su endpoint, utenti, reti e applicazioni, indipendentemente dalle risorse, dalle dimensioni del team o dalle competenze, fornendo altresì rilevamento, correlazione, analisi e risposta automatizzate.

Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.

La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda.

Oggi occorre cambiare immediatamente mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.

Chiara Nardini
Esperta di Cyber Threat intelligence e di cybersecurity awareness, blogger per passione e ricercatrice di sicurezza informatica. Crede che si possa combattere il cybercrime solo conoscendo le minacce informatiche attraverso una costante attività di "lesson learned" e di divulgazione. Analista di punta per quello che concerne gli incidenti di sicurezza informatica del comparto Italia.

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