L'attacco informatico all'italiana Northwave è opera di Noescape. 250GB pronti alla pubblicazione tra 9gg
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L’attacco informatico all’italiana Northwave è opera di Noescape. 250GB pronti alla pubblicazione tra 9gg

L’attacco informatico all’italiana Northwave è opera di Noescape. 250GB pronti alla pubblicazione tra 9gg

Chiara Nardini : 5 Settembre 2023 08:05

Avevamo già parlato di lunedì scorso di questo attacco informatico, anche se non sapevamo ancora l’ammontare del danno e quale cybergang avesse colpito. Poco fa, la banda di criminali informatici di NoEscape, rivendica all’interno del proprio Data Leak Site (DLS) l’attacco informatico all’italiana Northwave.

Dal post pubblicato dalla cybergang, i criminali informatici riportano di essere in possesso di 250GB di dati esfiltrati dalle infrastrutture IT dell’azienda e minacciano di pubblicarli tra 9 giorni.

Post pubblicato da NoEscape poco fa sul suo data leak site

Nel post Noescape riporta che l’azienda è stata hackerata e i dati sono stati crittografati con successo.


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I dati compromessi includono una vasta gamma di informazioni aziendali, tra cui dati di Outlook per ben 230GB, registri storici, documenti di ordine e spedizione, note di credito e fatture, report settimanali, estratti conto cliente e altri documenti importanti.

Gli hacker minacciano di pubblicare tutti questi dati e danneggiare la reputazione dell’azienda, a meno che non venga contattato per una soluzione immediata per proteggere i dati.

Noi di Northwave riversiamo tutta la nostra energia in una cosa sola: creare i migliori prodotti per lo sport in montagna. Con un focus unico, creiamo prodotti innovativi, ineguagliabili in termini di prestazioni, qualità, design e stile.

L'azienda è stata crittografata e compromessa con successo.
Abbiamo 248GB di dati, vale a dire:
Dati di Outlook da 230 GB
Dati di registro dal 1998 al 20223
Oltre 10.000 file di Conferma d'Ordine
Oltre 50.000 Documenti di Trasporto depositati
Oltre 90.000 note di credito e fatture archiviate
Oltre 50.000 ordini di spedizione file
Oltre 1.500 file Report settimanali
Oltre 800 file di estratto conto cliente
E molti altri documenti aziendali importanti e riservati.

Se continui a rimanere in silenzio e non ci contatti, tutti i dati verranno pubblicati e la tua reputazione verrà distrutta.

Dopotutto, ciascuno dei tuoi futuri clienti dovrà pensarci due volte prima di collaborare con te.

Ma se sei pronto a proteggere i tuoi dati e quelli dei tuoi clienti, contattaci il prima possibile, ti aiuteremo a risolvere questo problema.

Come spesso riportiamo, l’accesso alle Darknet è praticabile da qualsiasi persona che sappia utilizzare normalmente un PC. Questo è importante portarlo all’attenzione in quanto molti sostengono il contrario, spesso nei comunicati dopo la pubblicazione dei dati delle cybergang ransomware e tali informazioni sono pubblicamente consultabili come fonti aperte.

Dettaglio del post pubblicato da NoEscape sul suo data leak site

E’ una tattica di NoEscape sfidare il management delle aziende a considerare le possibili perdite che potrebbero subire se i dati venissero divulgati pubblicamente, suggerendo che la reputazione dell’azienda e la fiducia dei clienti sarebbero gravemente compromesse.

Come nostra consuetudine, lasciamo spazio ad una dichiarazione da parte dell’azienda qualora voglia darci degli aggiornamenti su questa vicenda e saremo lieti di pubblicarla con uno specifico articolo dando risalto alla questione.

RHC monitorerà l’evoluzione della vicenda in modo da pubblicare ulteriori news sul blog, qualora ci fossero novità sostanziali. Qualora ci siano persone informate sui fatti che volessero fornire informazioni in modo anonimo possono accedere utilizzare la mail crittografata del whistleblower.

Cos’è il ransomware as a service (RaaS)

Il ransomware, è una tipologia di malware che viene inoculato all’interno di una organizzazione, per poter cifrare i dati e rendere indisponibili i sistemi. Una volta cifrati i dati, i criminali chiedono alla vittima il pagamento di un riscatto, da pagare in criptovalute, per poterli decifrare.

Qualora la vittima non voglia pagare il riscatto, i criminali procederanno con la doppia estorsione, ovvero la minaccia della pubblicazione di dati sensibili precedentemente esfiltrati dalle infrastrutture IT della vittima.

Per comprendere meglio il funzionamento delle organizzazioni criminali all’interno del business del ransomware as a service (RaaS), vi rimandiamo a questi articoli:

Come proteggersi dal ransomware

Le infezioni da ransomware possono essere devastanti per un’organizzazione e il ripristino dei dati può essere un processo difficile e laborioso che richiede operatori altamente specializzati per un recupero affidabile, e anche se in assenza di un backup dei dati, sono molte le volte che il ripristino non ha avuto successo.

Infatti, si consiglia agli utenti e agli amministratori di adottare delle misure di sicurezza preventive per proteggere le proprie reti dalle infezioni da ransomware e sono in ordine di complessità:

  • Formare il personale attraverso corsi di Awareness;
  • Utilizzare un piano di backup e ripristino dei dati per tutte le informazioni critiche. Eseguire e testare backup regolari per limitare l’impatto della perdita di dati o del sistema e per accelerare il processo di ripristino. Da tenere presente che anche i backup connessi alla rete possono essere influenzati dal ransomware. I backup critici devono essere isolati dalla rete per una protezione ottimale;
  • Mantenere il sistema operativo e tutto il software sempre aggiornato con le patch più recenti. Le applicazioni ei sistemi operativi vulnerabili sono l’obiettivo della maggior parte degli attacchi. Garantire che questi siano corretti con gli ultimi aggiornamenti riduce notevolmente il numero di punti di ingresso sfruttabili a disposizione di un utente malintenzionato;
  • Mantenere aggiornato il software antivirus ed eseguire la scansione di tutto il software scaricato da Internet prima dell’esecuzione;
  • Limitare la capacità degli utenti (autorizzazioni) di installare ed eseguire applicazioni software indesiderate e applicare il principio del “privilegio minimo” a tutti i sistemi e servizi. La limitazione di questi privilegi può impedire l’esecuzione del malware o limitarne la capacità di diffondersi attraverso la rete;
  • Evitare di abilitare le macro dagli allegati di posta elettronicaSe un utente apre l’allegato e abilita le macro, il codice incorporato eseguirà il malware sul computer;
  • Non seguire i collegamenti Web non richiesti nelle e-mail;
  • Esporre le connessione Remote Desktop Protocol (RDP) mai direttamente su internet. Qualora si ha necessità di un accesso da internet, il tutto deve essere mediato da una VPN;
  • Implementare sistemi di Intrusion Prevention System (IPS) e Web Application Firewall (WAF) come protezione perimetrale a ridosso dei servizi esposti su internet.
  • Implementare una piattaforma di sicurezza XDR, nativamente automatizzata, possibilmente supportata da un servizio MDR 24 ore su 24, 7 giorni su 7, consentendo di raggiungere una protezione e una visibilità completa ed efficace su endpoint, utenti, reti e applicazioni, indipendentemente dalle risorse, dalle dimensioni del team o dalle competenze, fornendo altresì rilevamento, correlazione, analisi e risposta automatizzate.

Sia gli individui che le organizzazioni sono scoraggiati dal pagare il riscatto, in quanto anche dopo il pagamento le cyber gang possono non rilasciare la chiave di decrittazione oppure le operazioni di ripristino possono subire degli errori e delle inconsistenze.

La sicurezza informatica è una cosa seria e oggi può minare profondamente il business di una azienda.

Oggi occorre cambiare immediatamente mentalità e pensare alla cybersecurity come una parte integrante del business e non pensarci solo dopo che è avvenuto un incidente di sicurezza informatica.

Immagine del sitoChiara Nardini
Esperta di Cyber Threat intelligence e di cybersecurity awareness, blogger per passione e ricercatrice di sicurezza informatica. Crede che si possa combattere il cybercrime solo conoscendo le minacce informatiche attraverso una costante attività di "lesson learned" e di divulgazione. Analista di punta per quello che concerne gli incidenti di sicurezza informatica del comparto Italia.

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