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Allarme Cyber: Gli Attacchi Ransomware Phobos Mettono gli Stati Uniti in Allerta

Allarme Cyber: Gli Attacchi Ransomware Phobos Mettono gli Stati Uniti in Allerta

19 Marzo 2024 06:48

Nelle ultime settimane di febbraio di quest’anno le agenzie governative statunitensi hanno avvertito pubblicamente di attacchi “ransomware Phobos” in corso. Attacchi compiuti contro il governo degli Stati Uniti, l’istruzione, i servizi di emergenza, la sanità e altri settori infrastrutturali critici.

Secondo affermano MS-ISAC, FBI e CISA in un avviso congiunto questo software malevolo è attivo da maggio 2019. Phobos è un ransomware che opera secondo il modello di business ransomware-as-a-service (RaaS). Questo modello ha estorto diversi milioni di dollari a varie organizzazioni sia statali che private.

Target e obiettivi

Si stima che l’attacco potrebbe estendesi verso tutto l’occidente, inclusa l’Italia. In special modo su aziende multinazionali, focalizzando il target su quelle che utilizzano la lingua inglese come loro “comunication language”.


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Basato su “tattiche, tecniche e procedure” (Tactics, Techniques, and Procedures – TTP) simili, Phobos è collegato a varianti di ransomware come Backmydata, Devos, Eight, Elking e Faust ed è stato implementato insieme a strumenti popolari tra i criminali informatici, tra cui Bloodhound, Cobalt Strike, e SmokeLoader.

Storia e natura del ransomware

La famiglia di ransomware Phobos appartiene ad un gruppo di software dannoso progettato per crittografare i file sui computer vittima. Dal 2019 è stato coinvolto in numerosi attacchi informatici.

Questo ransomware in generale utilizza la strategia classica di aggiungere file crittografati con un’estensione univoca e richiede un riscatto in criptovaluta per la chiave di decrittazione. Alcune aziende di difesa di Cybersecurity hanno catturato e segnalato diverse varianti di ransomware della famiglia Phobos, tra cui EKING e 8Base.

Gli attacchi Phobos iniziano con e-mail di phishing che rilasciano strumenti di scansione IP volti a identificare le porte RDP (Remote Desktop Protocol) vulnerabili. Successivamente vengono sottoposte a forza bruta per l’accesso e la profilazione aziendale.

“Gli autori delle minacce che sfruttano Phobos hanno in particolare implementato strumenti di accesso remoto per stabilire una connessione remota all’interno della rete compromessa”, si legge nell’avviso congiunto degli enti statali statunitensi.

Metodi di attacco

Gli aggressori utilizzano allegati e-mail contraffatti per fornire payload dannosi come la backdoor SmokeLoader, che viene poi utilizzata per distribuire Phobos ed esfiltrare dati dalla rete della vittima.

È stato inoltre osservato che i criminali informatici attivavano eseguibili legittimi per distribuire payload aggiuntivi con privilegi elevati. Essi modificavano le configurazioni dei firewall di sistema per aggirare le difese della rete e utilizzavano cartelle di avvio di Windows eseguendo chiavi di registro per mantenere la persistenza.

La ricognizione, la raccolta delle credenziali e il rilevamento sono stati eseguiti utilizzando strumenti open source, tra cui Bloodhound, Sharphound, Mimikatz, NirSoft e Remote Desktop Passview.

A sua volta strumenti legittimi come WinSCP e Mega.io sono stati utilizzati per l’esfiltrazione dei dati su server FTP o archiviazione nel Cloud.

Le agenzie governative statunitensi hanno notato inoltre che Phobos ha identificato ed eliminando i backup dei dati per impedirne il ripristino. A sua volta crittografano tutte le unità logiche connesse sulla macchina di destinazione. L’obiettivo è quello di impedire un ripristino dei dati attaccati.

Sebbene l’estorsione avvenga generalmente tramite e-mail, alcuni affiliati di Phobos utilizzano le chiamate vocali con voce contraffatta attraverso intelligenza artificiale per contattare le loro vittime.

Per la comunicazione talvolta sono state utilizzate anche applicazioni di messaggistica istantanea utilizzando il metodo di messaggi vocali contraffatti tramite intelligenza artificiale.

Le organizzazioni compromesse sono state elencate su siti basati su Tor che ospitano anche dati presumibilmente rubati.

L’avviso congiunto contiene anche indicatori di compromissione (IoC) che le organizzazioni possono utilizzare per individuare potenziali compromessi del ransomware Phobos, nonché misure di mitigazione consigliate.

“L’FBI, la CISA e l’MS-ISAC incoraggiano le organizzazioni a implementare le raccomandazioni nella sezione sulle mitigazioni per ridurre la probabilità e l’impatto del ransomware Phobos e di altri incidenti ransomware”, si legge nell’avviso.

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Ricardo Nardini

Specialista elettronico in telecomunicazioni, si dedicò all'informatica dal 1987. Prestò servizio per Ericsson, Harris e Nokia. Negli anni novanta ha lavorato per clienti come Agusta, Siai Marchetti, e per Euratom (JRC) Ispra. Negli anni 2000 era IT di secondo livello presso Vodafone. Lavorò per otto anni su sistemi AS400 presso Intesasanpaolo. Attualmente è un IT System Specialist, e si occupa anche esternamente di problematiche inerenti il perimetro della sicurezza informatica e la cybersecurity.

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