
Redazione RHC : 17 Febbraio 2022 07:45
Gary Bowser, il famoso hacker che ha creato mod per le console della Nintendo, è stato condannato a 40 mesi di reclusione dal tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto occidentale di Washington per aver creato e venduto “software e dispositivi di hacking per console, utilizzati per giocare a giochi Nintendo Switch piratati”.
Sembrerebbe una battuta che il cognome dell’hacker sia lo stesso del più grande nemico di Super Mario, che denota che alle volte il destino fa scherzi strani anche nell’industria del software e nell’elettronica.
Questo secondo un comunicato stampa in stile “grande vittoria”, pubblicato da Nintendo di recente che dedica gran parte delle sue parole a lodare le forze dell’ordine americane.
Dal modo in cui Nintendo ringrazia, sembra che sia stato arrestato il prossimo Bin Laden, invece di un tizio che ha aiutato la gente a piratare i videogiochi a causa della sicurezza inadeguata della console di gioco della stessa Nintendo.
“Nintendo apprezza il duro lavoro e gli instancabili sforzi dei pubblici ministeri federali e delle forze dell’ordine per frenare le attività illegali su scala globale che causano gravi danni a Nintendo e all’industria dei videogiochi. In particolare, Nintendo desidera ringraziare il Federal Bureau of Investigation (FBI), l’Homeland Security Investigations (HSI) del Department of Homeland Security, l’US Attorney’s Office for the Western District of Washington, il Computer Crime & Intellectual del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Sezione Proprietà e Ufficio Affari Internazionali del Dipartimento di Giustizia per il loro significativo contributo e assistenza”.
L’accusa del governo degli Stati Uniti ha affermato negli atti del tribunale depositati la scorsa settimana che Bowser era il “volto pubblico” di una “impresa criminale” nota come Team Xecuter, stimando che le azioni del gruppo hanno portato perdite per 65 milioni di dollari per Nintendo.
Per ultimo vogliamo riportare che la difesa ha affermato che Bowser era il “meno colpevole” dei tre membri arrestati del Team Xecuter, solo perché i suoi compagni risiedono in paesi nei quali è stata negata l’estradizione.
Redazione
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