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400 quadrilioni di operazioni al secondo. Ecco Nexus, il supercomputer che rivoluzionerà la ricerca negli USA

400 quadrilioni di operazioni al secondo. Ecco Nexus, il supercomputer che rivoluzionerà la ricerca negli USA

Redazione RHC : 21 Luglio 2025 07:08

La comunità scientifica americana riceve un importante impulso grazie a uno dei supercomputer più veloci del paese. Il Georgia Tech e i suoi partner hanno ricevuto un finanziamento di 20 milioni di dollari dalla National Science Foundation (NSF) per la realizzazione di Nexus, una piattaforma di calcolo di nuova generazione incentrata sull’intelligenza artificiale.

Il suo lancio è previsto per la primavera del 2026 e sarà in grado di eseguire oltre 400 quadrilioni di operazioni al secondo. Per fare un paragone, è come se ogni persona sul pianeta eseguisse 50 milioni di calcoli al secondo.

A differenza dei supercomputer tradizionali, Nexus è progettato sin dalle fondamenta per l’intelligenza artificiale e il calcolo ad alte prestazioni (HPC), consentendo agli scienziati di accelerare la ricerca in settori quali la scoperta di farmaci, l’energia pulita, la modellazione climatica e la robotica.


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“La Georgia Tech è leader nella formazione e nello sviluppo della tecnologia dell’intelligenza artificiale e siamo onorati di ospitare un nuovo sistema di supercalcolo che alimenterà l’innovazione in tutto il Paese”, ha affermato il presidente della Georgia Tech, Angel Cabrera.

Uno degli obiettivi chiave del progetto è l’accessibilità. Nexus non è concepito come un’infrastruttura chiusa per centri d’élite, ma come una risorsa nazionale. Qualsiasi gruppo di ricerca negli Stati Uniti potrà richiedere l’accesso tramite il meccanismo NSF. Inoltre, le interfacce del sistema saranno appositamente semplificate in modo che anche gli scienziati che non hanno competenze di programmazione possano utilizzare potenti strumenti di intelligenza artificiale nei loro campi di ricerca.

“Nexus combina il supporto per servizi scientifici persistenti con le capacità dei classici sistemi HPC per abilitare nuovi scenari scientifici e informatici e ridurre drasticamente il percorso verso la scoperta”, ha affermato Katie Antipas, direttore dell’infrastruttura informatica avanzata presso NSF.

L’hardware del Nexus sarà impressionante: 330 trilioni di byte di RAM e 10 quadrilioni di byte di memoria a stato solido. L’equivalente di 10 miliardi di risme di carta, impilate in modo tale da coprire un terzo del percorso dalla Terra alla Luna e viceversa.

L’altissima larghezza di banda per la trasmissione dei dati garantirà ritardi minimi quando si lavora con grandi quantità di informazioni, il che è fondamentale per simulazioni complesse e modelli di intelligenza artificiale.

Il progetto è implementato in collaborazione con il National Center for Supercomputing Applications (NCSA) dell’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign. I due centri saranno collegati da una nuova rete ad alta velocità che creerà un’infrastruttura distribuita volta a democratizzare l’accesso all’intelligenza artificiale.

“Questo rappresenterà un vero livellamento del campo di gioco”, spiega Suresh Marru, responsabile del progetto Nexus e direttore del nuovo Centro ARTISAN per l’IA in Scienza e Ingegneria. “Vogliamo rendere gli strumenti di IA all’avanguardia non solo potenti, ma anche accessibili”.

La costruzione di Nexus inizierà entro la fine dell’anno. Fino al 10% della sua potenza di calcolo sarà riservata ai progetti interni del Georgia Tech, mentre il resto sarà distribuito tramite bandi aperti sotto l’egida della NSF. Si prevede che il sistema non solo accelererà la soluzione di problemi scientifici esistenti, ma diventerà anche una piattaforma per scoperte non ancora previste.

“Con il lancio di Nexus, entriamo a far parte di un club d’élite di centri di supercalcolo universitari. Questo è il risultato di anni di lavoro e pianificazione strategica”, ha affermato il professore e preside associato del College of Computing del Georgia Tech. Nexus sarà più di un semplice computer: fornirà ai ricercatori di tutto il Paese nuovi strumenti per far progredire la scienza, dove i confini non saranno più definiti solo dalla conoscenza, ma dalla potenza di calcolo .

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