Redazione RHC : 5 Novembre 2023 15:33
ChatGpt ha fallito il test di Turing. Il test è progettato per capire se una macchina ha raggiunto un livello di intelligenza tale da poter ingannare qualcuno facendogli credere che sia umana. Tuttavia ci è andato molto vicino: Gpt-4, è riuscita a ingannare i partecipanti nel 41% dei casi.
Due ricercatori dell’Università della California a San Diego affermano che ci si avvicina, ma non del tutto.
ChatGPT può essere intelligente, veloce e impressionante. Fa un buon lavoro nel mostrare un’apparente intelligenza. Sembra umano nelle conversazioni con le persone e può persino mostrare umorismo, emulare la fraseologia degli adolescenti e superare gli esami per la facoltà di giurisprudenza.
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Il risultato è stato pubblicato sulla piattaforma arXiv, che ospita lavori non ancora esaminati dalla comunità scientifica, da due ricercatori dell’Università della California a San Diego. I ricercatori mettono in guardia sulle conseguenze economiche e sociali che l’Intelligenza Artificiale potrebbe portare.
Cameron Jones e Benjamin Bergen, esperti in scienze cognitive e linguistiche, hanno condotto uno studio confrontando le prestazioni delle versioni 3.5 e 4 di ChatGPT. Hanno organizzato conversazioni tra 650 partecipanti e un modello umano o ChatGPT. Alla fine hanno chiesto ai partecipanti di determinare con quale entità fossero interagendo.
I risultati hanno rivelato che ChatGPT-4 è riuscita a ingannare i partecipanti il 41% delle volte, mentre ChatGPT-3.5 ha raggiunto percentuali di successo comprese tra il 5% e il 14%.
I ricercatori hanno concluso: “Non abbiamo prove che GPT-4 possa superare il test di Turing”. Hanno notato, tuttavia, che il test di Turing conserva ancora valore come misura dell’efficacia del dialogo tra macchine. “Il test ha una rilevanza continua come quadro per misurare l’interazione sociale e l’inganno, e per comprendere le strategie umane per adattarsi a questi dispositivi”, hanno affermato.
Il Test di Turing, è un test proposto dal matematico e informatico britannico Alan Turing nel 1950. Questo test è stato progettato per determinare se una macchina, in particolare un computer, può dimostrare comportamenti intelligenti indistinguibili da quelli umani. In altre parole, il Test di Turing mira a valutare la capacità di una macchina di eseguire attività linguistiche e cognitive in modo tale da poter ingannare un essere umano, facendogli credere che stia comunicando con un altro essere umano.
Il test comporta tipicamente una conversazione scritta tra un essere umano e una macchina tramite un’interfaccia testuale. Un giudice umano pone domande e riceve risposte scritte da parte di entrambi, senza sapere quale delle due entità sia l’essere umano e quale sia la macchina. Se il giudice non è in grado di distinguere tra le due risposte e scambia regolarmente la macchina per un essere umano, la macchina supera il Test di Turing.
L’obiettivo di Alan Turing era dimostrare che la macchina può emulare l’intelligenza umana in modo convincente. Sebbene il test di Turing sia stato dibattuto e criticato in varie forme, rimane uno dei concetti fondamentali nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale e della valutazione delle capacità delle macchine di comunicare e pensare in modo simile agli esseri umani.
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