Redazione RHC : 24 Luglio 2025 11:55
AIOps (Artificial Intelligence for IT Operations) è l’applicazione di intelligenza artificiale – come machine learning, elaborazione del linguaggio naturale e analytics avanzati – per automatizzare, semplificare e ottimizzare la gestione dei servizi IT.
Nato per rispondere alla crescente complessità degli ambienti IT moderni, AIOps permette ai team di identificare, diagnosticare e persino risolvere automaticamente i problemi, migliorando così performance, disponibilità e continuità dei servizi.
Con la digital transformation che moltiplica volumi e velocità dei dati generati, le aziende stanno adottando AIOps per distinguere i segnali rilevanti dal “rumore”, correlare eventi, individuare anomalie e reagire in modo proattivo alle criticità, garantendo un’operatività IT più predittiva e meno reattiva. Scopriamo di cosa si tratta.
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AIOps, in pratica, è come dare un “cervello digitale” alle operazioni IT. Tutto parte da una grande quantità di dati: log dei sistemi, metriche sulle performance, avvisi, eventi e anche dati esterni che possono influenzare l’infrastruttura, come picchi di traffico o aggiornamenti software.
Questa mole di informazioni viene raccolta in tempo reale e analizzata da algoritmi di intelligenza artificiale e machine learning. L’AI cerca correlazioni e schemi nascosti che, a occhio umano, sarebbero quasi impossibili da individuare. Per esempio, può accorgersi che un calo di performance non è un caso isolato, ma è legato a un aggiornamento avvenuto poche ore prima o a un improvviso aumento degli utenti.
Il passo successivo è il cuore dell’AIOps: trasformare queste analisi in azioni concrete. Se il sistema individua una potenziale anomalia, può generare un avviso mirato, suggerire un intervento oppure – nei casi più evoluti – attivare da solo una correzione: spostare carichi su server meno congestionati, riavviare un servizio, applicare una patch o avviare un rollback.
Il risultato? Meno incidenti, tempi di risoluzione più rapidi e un IT che non si limita a reagire ai problemi, ma li anticipa. In questo modo, i team possono concentrarsi su attività più strategiche e innovative, lasciando all’AI la gestione automatica dei guasti e delle anomalie quotidiane.
Grazie agli algoritmi di machine learning e tecniche di analisi predittiva, questi dati vengono filtrati per distinguere gli eventi realmente critici dalle semplici variazioni di routine.
Le piattaforme AIOps sono quindi in grado di:
In pratica, si passa da un modello reattivo (identifico → diagnostico → risolvo) a uno predittivo e proattivo, dove il sistema può prevenire autonomamente molti malfunzionamenti.
Una soluzione AIOps moderna integra più tecnologie e funzionalità, tra cui:
Questi elementi, combinati, trasformano i big data dell’IT in decisioni operative rapide, contestualizzate e, in molti casi, automatiche.
Il percorso verso AIOps inizia tipicamente dall’osservabilità: dotarsi di strumenti che garantiscano una visibilità capillare e in tempo reale su infrastrutture, reti e applicazioni.
In seguito, grazie all’analytics predittiva, i team IT possono prevedere trend, identificare potenziali criticità e dimensionare correttamente le risorse. L’obiettivo finale è raggiungere una risposta proattiva: i sistemi AIOps non solo segnalano i problemi, ma avviano automaticamente procedure correttive (ad esempio, riallocazione dinamica di risorse o apertura di ticket con priorità).
Questo approccio migliora metriche chiave come il mean time to detect (MTTD) e il mean time to resolve (MTTR), riduce i downtime e libera tempo per attività a maggior valore.
Nel panorama delle piattaforme AIOps, esistono due approcci principali che rispondono a esigenze diverse delle organizzazioni: AIOps indipendente dal dominio e AIOps incentrato sul dominio.
Le piattaforme AIOps indipendenti dal dominio sono più indicate per le organizzazioni che puntano a una gestione end-to-end, proattiva e integrata dei servizi IT, dove le interdipendenze tra diversi domini possono generare incidenti complessi. Quelle incentrate sul dominio, invece, sono più adatte a team specializzati (come i team di networking o di sicurezza) che vogliono migliorare rapidamente l’osservabilità e le performance in un’area specifica.
In molti casi, le organizzazioni mature combinano entrambi gli approcci: utilizzano piattaforme AIOps trasversali per avere una visione complessiva, affiancate da strumenti verticali per analizzare in dettaglio i singoli domini.
L’evoluzione delle operazioni IT sta andando oltre la semplice automazione per abbracciare il concetto di autonomia intelligente. Questo nuovo paradigma, alimentato da piattaforme AIOps avanzate, non si limita a ridurre il carico di lavoro manuale, ma punta a trasformare radicalmente il modo in cui i team IT prevengono, identificano e risolvono i problemi.
Grazie a modelli predittivi e capacità di apprendimento continuo, le piattaforme AIOps saranno sempre più in grado di anticipare le anomalie prima che si traducano in interruzioni o degrado del servizio. La raccolta e correlazione automatica di enormi quantità di dati – metriche, log, tracce, eventi e segnali esterni – permetterà di contestualizzare in tempo reale ciò che accade nell’infrastruttura IT. Questo porterà a una gestione non più reattiva, ma proattiva e, in alcuni scenari, completamente self-healing.
Un esempio concreto? Immagina una piattaforma che rileva un pattern di degrado delle performance, lo associa a un aggiornamento software rilasciato poche ore prima, identifica automaticamente la causa e attiva una serie di azioni correttive – come rollback selettivo o bilanciamento del traffico – senza l’intervento umano. Oppure, che blocca in tempo reale un’azione potenzialmente dannosa identificata come outlier rispetto al comportamento storico.
In questo percorso verso l’autonomia, le operazioni IT stanno anche diventando più integrate con il business: non si tratta più solo di garantire la disponibilità dei servizi, ma di ottimizzare le risorse IT per allinearsi dinamicamente agli obiettivi aziendali, come il miglioramento dell’esperienza utente o la riduzione dei costi operativi.
Il futuro dell’IT Operations, quindi, non è solo una questione di tecnologie più intelligenti, ma di una trasformazione culturale: passare da un modello basato su ticket, escalation e interventi manuali, a un modello autonomo in cui l’AI diventa un co-pilota sempre più affidabile. Questo cambiamento consentirà ai team IT di concentrarsi su attività a maggior valore strategico, come l’innovazione dei servizi digitali e il supporto alla trasformazione del business.
In definitiva, stiamo andando verso un mondo dove l’IT non solo supporta il business, ma anticipa le esigenze grazie a decisioni guidate dai dati e a processi sempre più intelligenti e autonomi.
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