
Redazione RHC : 15 Settembre 2020 06:53
Per anni, la dinastia Kim della #Corea del Nord ha guadagnato denaro attraverso attività #criminali come il traffico di #droga e la contraffazione di denaro.
Nell’ultimo decennio, #Pyongyang si è rivolta al #cybercrime, utilizzando eserciti di #hacker per condurre rapine da miliardi di dollari contro #banche e scambi di #criptovaluta, come un attacco nel 2018 che ha fruttato 250 milioni di dollari in un colpo solo.
Il #regime utilizza questi guadagni per #sviluppare armi #nucleari, ma c’è una grande differenza tra un hack e mettere le mani sui soldi veri.
Per fare ciò è necessario spostare la #criptovaluta rubata, riciclarla in modo che nessuno possa rintracciarla e quindi scambiarla con #dollari, #euro o #yuan in modo da acquistare armi, i lussi e le necessità che anche il bitcoin non può comprare.
“Direi che il riciclaggio è più sofisticato degli hack stessi”, afferma Christopher #Janczewski, un agente principale dell’#IRS specializzato in casi di criptovaluta alle prese da tempo con #Lazarus.
#redhotcyber #cybersecurity #hacking #apt #nationalstate #bitcoin #mit
https://www-technologyreview-com.cdn.ampproject.org/c/s/www.technologyreview.com/2020/09/10/1008282/north-korea-hackers-money-laundering-cryptocurrency-bitcoin/amp/
Redazione
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