
Un ransomware cripta i dati, ma una falla di sicurezza sul sito dell’operatore del ransomware, utilizzato per il pagamento del riscatto, consente di recuperare la chiave a costo zero. Questa è la jungla della cybersecurity, questo è il nuovo ransomware Qlocker.
È in corso una massiccia campagna di ransomware rivolta ai dispositivi QNAP in tutto il mondo, mentre gli utenti stanno trovando i loro dati archiviati in file 7zip protetti da password.
Il ransomware si chiama Qlocker e ha iniziato a prendere di mira i dispositivi QNAP il 19 aprile 2021. Da allora, c’è stata un’enorme quantità di attività di richieste di supporto sul famoso sito ID-Ransomware, di Micheal Gillespie (che aiuta senza scopo di lucro le persone affette da Ransomware, del quale abbiamo parlato in un video sul canale di RHC Youtube) a seguito dell’ondata degli attacchi.
Secondo i rapporti delle vittime, gli aggressori utilizzano 7-zip per spostare i file sui dispositivi QNAP in archivi protetti da password. Mentre i file vengono bloccati, QNAP Resource Monitor visualizzerà numerosi processi “7z” che sono gli eseguibili della riga di comando 7zip.
Al termine del ransomware, i file del dispositivo QNAP verranno archiviati in archivi 7-zip protetti da password che terminano con l’estensione .7z . Per estrarre questi archivi, le vittime dovranno inserire una password nota solo all’aggressore.
Dopo che i dispositivi QNAP sono stati crittografati, agli utenti viene lasciata una richiesta di riscatto !!! READ_ME.txt (riportata la print in calce) che include una chiave client univoca che le vittime devono inserire per accedere al sito di pagamento Tor del ransomware.
Qlocker chiede alle vittime di pagare 0,01 Bitcoin, che è circa 557,74 dollari, per ottenere una password per i loro file archiviati.
Dopo aver pagato il riscatto e inserito un ID di transazione Bitcoin valido, il sito di pagamento Tor visualizzerà la password per gli archivi 7Zip della vittima, come mostrato di seguito.
Questa password è unica per la vittima e non può essere utilizzata sui dispositivi di altre vittime.
Ironia della sorte, il ricercatore Jack Cable, ha scoperto nel sito di Qlocker Tor un bug software che permetteva agli utenti di recuperare gratuitamente le loro password 7zip.
Usando questo bug, le vittime potevano prendere un ID di transazione Bitcoin da una persona che aveva già pagato e acquisire la chiave. La scorsa notte, Cable aveva aiutato delle persone a recuperare le proprie password e si stavano prendendo accordi con Emsisoft per creare un sistema di aiuto per sfruttare meglio questa debolezza.
Purtroppo, un’ora dopo appreso del bug, gli operatori di ransomware hanno scoperto la falla e l’hanno fixata.
Seguici su Google News, LinkedIn, Facebook e Instagram per ricevere aggiornamenti quotidiani sulla sicurezza informatica. Scrivici se desideri segnalarci notizie, approfondimenti o contributi da pubblicare.


Una nuova vulnerabilità nei componenti FreeBSD responsabili della configurazione IPv6 consente l’esecuzione remota di codice arbitrario su un dispositivo situato sulla stessa rete locale dell’agg...

Dopo aver approfondito i delicati equilibri che vincolano gli operatori di Cyber Threat Intelligence(CTI) tra il GDPR e il rischio di Ricettazione, è fondamentale rivolgere l’attenzione a chiunque,...

Il mondo della tecnologia è un vero e proprio campo di battaglia, dove i geni del coding sfidano ogni giorno i malintenzionati a colpi di exploit e patch di sicurezza. Ecco perché la recente scopert...

Questa notizia ci arriva dal feed News & Research di Recorded Future (Insikt Group): Check Point Research ha documentato una nuova ondata di attività attribuita al threat actor China-linked Ink D...

La cultura del “tanto chi vuoi che mi attacchi?” gira ancora, testarda. Non è uno slogan, è proprio un modo di pensare. Una specie di alibi mentale che permette di rimandare, di non guardare tro...