
Redazione RHC : 25 Ottobre 2024 17:27
Un gruppo di scienziati ha sviluppato un metodo per registrare informazioni digitali sulle molecole di DNA che è 350 volte più veloce della tecnologia esistente. Lo studio dimostra un nuovo modo di archiviare i dati utilizzando la modifica epigenetica del DNA. Gli esperti sono fiduciosi che questa tecnologia possa aprire la strada alla creazione di sistemi biomolecolari per l’archiviazione reale delle informazioni.
Sulla base della ricerca, gli scienziati affermano che una molecola di DNA umano può potenzialmente immagazzinare fino a 215.000 terabyte di informazioni, il che ha da tempo attirato l’attenzione della comunità scientifica sul DNA come promettente vettore di dati digitali.

Rimangono due ostacoli principali sulla strada verso il pieno utilizzo del DNA per immagazzinare informazioni. Innanzitutto il costo di produzione. Oggi l’unico modo possibile per registrare i dati è la sintesi del DNA nelle fabbriche, ma questo approccio è troppo costoso per un uso di massa. La seconda difficoltà è la bassa velocità dei processi di codifica delle informazioni nelle molecole.
Christmas Sale -40% 𝗖𝗵𝗿𝗶𝘀𝘁𝗺𝗮𝘀 𝗦𝗮𝗹𝗲! Sconto del 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮 del Corso "Dark Web & Cyber Threat Intelligence" in modalità E-Learning sulla nostra Academy!🚀
Fino al 𝟯𝟭 𝗱𝗶 𝗗𝗶𝗰𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲, prezzi pazzi alla Red Hot Cyber Academy. 𝗧𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗰𝗼𝗿𝘀𝗶 𝘀𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝟰𝟬% 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗽𝗲𝗿𝘁𝗶𝗻𝗮.
Per beneficiare della promo sconto Christmas Sale, scrivici ad [email protected] o contattaci su Whatsapp al numero di telefono: 379 163 8765.
Se ti piacciono le novità e gli articoli riportati su di Red Hot Cyber, iscriviti immediatamente alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo. La newsletter generalmente viene inviata ai nostri lettori ad inizio settimana, indicativamente di lunedì. |
L’approccio proposto ci consente di risolvere entrambi i problemi utilizzando meccanismi naturali che accelerano notevolmente il processo. Il metodo si basa sulla metilazione delle basi azotate su uno stampo di DNA già esistente. Ciò elimina la necessità di sintesi e consente la registrazione dei dati ad alta velocità, che i ricercatori chiamano epi-bit, un analogo dei bit nei computer digitali convenzionali.
La metilazione, o la sua mancanza, consente di rappresentare le unità di dati come 1 e 0. I test hanno dimostrato che il nuovo metodo è in grado di registrare dati a una velocità di 350 bit per reazione, un miglioramento significativo rispetto agli approcci precedenti che fornivano solo un bit. per reazione.
Oltre ad aumentare la produttività, gli scienziati hanno anche migliorato l’usabilità delle unità DNA creando la piattaforma iDNAdrive. Circa 60 volontari provenienti da diversi campi scientifici hanno codificato con successo circa 5.000 bit di informazioni di testo sulla piattaforma.
Tuttavia, la tecnologia è ancora inferiore ai metodi di archiviazione tradizionali. Anche con l’uso di epi-bit e di una piattaforma automatizzata di elaborazione liquida, la velocità di scrittura dei dati raggiunge solo 40 bit al secondo (le unità SSD possono leggere e scrivere dati a velocità di 200-550 MB/s).
I ricercatori sollevano anche domande sulla durabilità delle etichette metiliche create dalla nuova tecnologia. Inoltre, c’è il problema di implementare un accesso casuale ai dati simile alla RAM: l’accesso selettivo ai file nel sistema epi-bit richiede la lettura dell’intero database, il che è inefficiente con il sequenziamento dei nanopori.
Il costo della tecnologia epi-bit supera finora il costo dei tradizionali sistemi di archiviazione basati sul DNA. Tuttavia, gli scienziati sperano che un’ulteriore automazione e ottimizzazione contribuiranno a ridurre i costi e ad avvicinare la commercializzazione.
Redazione
Cloudflare ha registrato un’interruzione significativa nella mattina del 5 dicembre 2025, quando alle 08:47 UTC una parte della propria infrastruttura ha iniziato a generare errori interni. L’inci...

Una campagna sempre più aggressiva, che punta direttamente alle infrastrutture di accesso remoto, ha spinto gli autori delle minacce a tentare di sfruttare attivamente le vulnerabilità dei portali V...

Dietro molte delle applicazioni e servizi digitali che diamo per scontati ogni giorno si cela un gigante silenzioso: FreeBSD. Conosciuto soprattutto dagli addetti ai lavori, questo sistema operativo U...

Molto spesso parliamo su questo sito del fatto che la finestra tra la pubblicazione di un exploit e l’avvio di attacchi attivi si sta riducendo drasticamente. Per questo motivo diventa sempre più f...

Dal 1° luglio, Cloudflare ha bloccato 416 miliardi di richieste da parte di bot di intelligenza artificiale che tentavano di estrarre contenuti dai siti web dei suoi clienti. Secondo Matthew Prince, ...