Redazione RHC : 29 Dicembre 2021 08:58
Un gruppo di ricercatori della Stony Brook University e la società di sicurezza informatica Palo Alto Networks hanno scoperto più di 1,2 mila set di strumenti di phishing che consentono ai criminali informatici di aggirare i codici di sicurezza con l’autenticazione a due fattori (2FA).
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Gli strumenti di phishing MitM (Man-in-the-Middle) sono diventati estremamente popolari nel mondo dei criminali informatici negli ultimi anni dopo che le principali aziende tecnologiche hanno iniziato a rendere 2FA una funzionalità di sicurezza indispensabile per i loro utenti. Gli aggressori che hanno indotto un utente a inserire le credenziali su un sito di phishing hanno scoperto che le credenziali rubate sono diventate inutili perché non potevano ignorare la procedura di 2FA.
Per contrastare la nuova tendenza, gli hacker hanno iniziato a implementare nuovi strumenti che consentissero loro di aggirare la 2FA rubando i cookie di autenticazione degli utenti.
Negli ultimi anni, i criminali informatici hanno lentamente adattato i loro vecchi strumenti di phishing per aggirare le procedure 2FA, principalmente attraverso due metodi: phishing in tempo reale e toolkit di phishing MitM.
Il primo metodo si basa su un operatore seduto davanti al pannello web mentre l’utente naviga e interagisce con il sito di phishing.
I kit di phishing, a loro volta, sono adattati per agire come server proxy inverso che trasmettono il traffico tra una vittima, un sito di phishing e un servizio legittimo.
Molti di questi toolkit di phishing MitM sono basati su strumenti sviluppati da ricercatori di sicurezza come Evilginx, Muraena e Modlishka.
Gli esperti hanno analizzato 13 versioni di questi tre toolkit di phishing MitM e hanno creato impronte digitali per il traffico web che viaggia attraverso risorse fraudolente. Hanno usato le loro scoperte per sviluppare uno strumento chiamato PHOCA in grado di determinare se un sito di phishing stava utilizzando un proxy inverso.
Tra marzo 2020 e marzo 2021, hanno inviato URL PHOCA che la comunità della sicurezza informatica ha contrassegnato come phishing.
Secondo lo studio, 1.220 dei siti contrassegnati utilizzavano i toolkit di phishing MitM. Si tratta di un salto significativo rispetto ai circa 200 siti di phishing che utilizzano proxy inversi alla fine del 2018 e all’inizio del 2019.
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