Redazione RHC : 8 Giugno 2025 09:46
Sullo sfondo della diffusa popolarità degli assistenti AI generativi che promettono di creare codice funzionante per tutti basato su una semplice descrizione in linguaggio naturale, il team di Raspberry Pi ha deciso di ricordare a tutti che la programmazione non è solo un modo per ottenere un risultato. L’azienda, che è stata alle origini della democratizzazione delle tecnologie informatiche e del coinvolgimento dei giovani nella programmazione, ha pubblicato un manifesto in cui invita a non sostituire l’apprendimento reale con un uso superficiale degli strumenti di intelligenza artificiale.
L’articolo, intitolato “Perché i bambini hanno ancora bisogno di imparare a programmare nell’era dell’intelligenza artificiale”, inizia con una domanda cruciale: dovremmo affidare l’intero processo di scrittura dei programmi alle macchine, privando i futuri sviluppatori dell’opportunità di sviluppare una propria comprensione del calcolo, della logica e della struttura?
La risposta è chiara: le competenze di programmazione non sono un anacronismo, ma il fondamento dell’alfabetizzazione digitale .
Vuoi diventare un esperto del Dark Web e della Cyber Threat Intelligence (CTI)?
Stiamo per avviare il corso intermedio in modalità "Live Class", previsto per febbraio.
A differenza dei corsi in e-learning, disponibili online sulla nostra piattaforma con lezioni pre-registrate, i corsi in Live Class offrono un’esperienza formativa interattiva e coinvolgente.
Condotti dal professor Pietro Melillo, le lezioni si svolgono online in tempo reale, permettendo ai partecipanti di interagire direttamente con il docente e approfondire i contenuti in modo personalizzato.
Questi corsi, ideali per aziende, consentono di sviluppare competenze mirate, affrontare casi pratici e personalizzare il percorso formativo in base alle esigenze specifiche del team, garantendo un apprendimento efficace e immediatamente applicabile.
Per ulteriori informazioni, scrivici ad [email protected] oppure scrivici su Whatsapp al 379 163 8765
Supporta RHC attraverso:
Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.
Il cosiddetto vibe coding, in cui un utente inserisce semplicemente un’attività come “crea una calcolatrice per calcolare le mance” e ottiene uno script già pronto come output, è considerato ingannevolmente semplice nell’articolo. La praticità nasconde una perdita di comprensione e, di conseguenza, l’incapacità di valutare criticamente il risultato.
Raspberry Pi sottolinea che, anche se l’intelligenza artificiale può produrre codice funzionante, il ruolo di un essere umano non è semplicemente quello di premere un pulsante, ma di trasformare in modo intelligente le attività del mondo reale in istruzioni logiche.
Gli autori del documento temono che molti adolescenti possano essere privati di quel processo di riflessione, tentativi ed errori su cui si è tradizionalmente basata l’educazione alla programmazione. Quando l’interazione con un computer si trasforma in una “conversazione” in linguaggio naturale, non c’è bisogno di ristrutturare il pensiero, formulare una percezione algoritmica e costruire modelli mentali di calcolo.
Raspberry Pi ci ricorda che nella storia ci sono stati tentativi di aggirare le difficoltà di apprendimento “extra”. Negli anni ’70 e ’80, alcuni ingegneri insistevano sul fatto che la programmazione dovesse essere eseguita solo in codice macchina, e che tutti i linguaggi di alto livello fossero considerati “eresie di moda”. Allora, la discussione riguardava gli strumenti, ora si concentra sull’essenza: uno sviluppatore ha bisogno della capacità di creare programmi o è sufficiente saper formulare un compito?
L’azienda non nega l’utilità dei moderni strumenti di intelligenza artificiale: le loro capacità sono davvero impressionanti e per gli sviluppatori esperti sono diventati un’aggiunta pratica. Tuttavia, per i principianti, questo può trasformarsi in una trappola. Senza comprendere le basi e la capacità di leggere il codice, l’utente semplicemente non sarà in grado di distinguere la soluzione corretta da quella fittizia, soprattutto perché l’intelligenza artificiale produce spesso un risultato convincente, ma completamente inefficace.
Gli autori del manifesto sottolineano che la programmazione non riguarda solo la sintassi, ma anche il pensiero. È il superamento delle barriere logiche, la formalizzazione delle proprie idee, il tentativo di adattare il ragionamento alla struttura del linguaggio e l’identificazione degli errori che formano negli adolescenti proprio quel pensiero computazionale, un’abilità richiesta ben oltre l’ambito informatico.
In particolare, Raspberry Pi richiama l’attenzione sull’importanza dell’attrito, ovvero la tensione che si genera quando una persona è costretta a tradurre un’idea vaga in un insieme preciso di istruzioni. Questo sforzo è il punto di crescita. È qui che si sviluppano la disciplina di pensiero, la capacità di risolvere i problemi in modo coerente, l’attenzione ai dettagli e, ultimo ma non meno importante, un atteggiamento critico nei confronti delle informazioni.
Anche l’aspetto della responsabilità è di particolare interesse. Se le giovani generazioni smettono di comprendere il funzionamento delle tecnologie, non saranno in grado di valutarne le conseguenze. E la programmazione è sempre anche una questione di etica. La capacità di progettare consapevolmente il comportamento di un sistema è impossibile senza le capacità di analisi e di comprensione della natura tecnica di ciò che accade al suo interno.
Raspberry Pi invita a non lasciarsi ingannare dalle promesse che la programmazione sia ora disponibile a chiunque sappia scrivere frasi. La democratizzazione non deve trasformarsi in degrado intellettuale. Un vero programmatore non è colui che impartisce comandi a una macchina, ma colui che capisce perché funzioneranno. Senza questo, non si può parlare di programmazione di alta qualità, sicura e affidabile.
L’azienda sottolinea inoltre che non è solo l’aspetto tecnico a essere importante, ma anche quello motivazionale. Il percorso di apprendimento della scrittura di codice sviluppa fiducia in se stessi, pazienza, perseveranza e la capacità di affrontare gli errori. Tutto questo non si ottiene semplicemente cliccando sul pulsante “Genera”.
Secondo gli autori, imparare a programmare rimane un modo indispensabile per preparare una persona alla vita in una società digitale. L’intelligenza artificiale può aiutare ad accelerare il lavoro, generare un modello, suggerire una soluzione, ma è la persona la responsabile ultima del funzionamento del sistema. Ciò significa che deve comprenderne la struttura.
Sullo sfondo della diffusa popolarità degli assistenti AI generativi che promettono di creare codice funzionante per tutti basato su una semplice descrizione in linguaggio naturale, il team ...
Da tempo circolano modelli di intelligenza artificiale pensati per accelerare le attività di hacking, sia nel mondo underground che in contesti più legittimi e visibili. Kali GPT, un modello...
GhostSec, noto collettivo di hacktivisti, ha recentemente rivelato dettagli su un’operazione controversa che coinvolge un’azienda italiana e obiettivi governativi macedoni. In un’...
Negli ultimi giorni, su due noti forum underground specializzati nella compravendita di dati trafugati e metodi fraudolenti, sono comparsi dei post separati (ma identici nel contenuto), riguardanti un...
E se le intelligenze artificiali producessero del codice vulnerabile oppure utilizzassero librerie e costrutti contenenti bug vecchi mai sanati? Si tratta di allucinazione o apprendimento errato? Una ...
Copyright @ REDHOTCYBER Srl
PIVA 17898011006