Redazione RHC : 8 Giugno 2025 09:46
Sullo sfondo della diffusa popolarità degli assistenti AI generativi che promettono di creare codice funzionante per tutti basato su una semplice descrizione in linguaggio naturale, il team di Raspberry Pi ha deciso di ricordare a tutti che la programmazione non è solo un modo per ottenere un risultato. L’azienda, che è stata alle origini della democratizzazione delle tecnologie informatiche e del coinvolgimento dei giovani nella programmazione, ha pubblicato un manifesto in cui invita a non sostituire l’apprendimento reale con un uso superficiale degli strumenti di intelligenza artificiale.
L’articolo, intitolato “Perché i bambini hanno ancora bisogno di imparare a programmare nell’era dell’intelligenza artificiale”, inizia con una domanda cruciale: dovremmo affidare l’intero processo di scrittura dei programmi alle macchine, privando i futuri sviluppatori dell’opportunità di sviluppare una propria comprensione del calcolo, della logica e della struttura?
La risposta è chiara: le competenze di programmazione non sono un anacronismo, ma il fondamento dell’alfabetizzazione digitale .
CALL FOR SPONSOR - Sponsorizza l'ottavo episodio della serie Betti-RHC
Sei un'azienda innovativa, che crede nella diffusione di concetti attraverso metodi "non convenzionali"?
Conosci il nostro corso sul cybersecurity awareness a fumetti?
Red Hot Cyber sta ricercando un nuovo sponsor per una nuova puntata del fumetto Betti-RHC mentre il team è impegnato a realizzare 3 nuovi episodi che ci sono stati commissionati.
Contattaci tramite WhatsApp al numero 375 593 1011 per richiedere ulteriori informazioni oppure alla casella di posta [email protected]
Supporta RHC attraverso:
Ti piacciono gli articoli di Red Hot Cyber? Non aspettare oltre, iscriviti alla newsletter settimanale per non perdere nessun articolo.
Il cosiddetto vibe coding, in cui un utente inserisce semplicemente un’attività come “crea una calcolatrice per calcolare le mance” e ottiene uno script già pronto come output, è considerato ingannevolmente semplice nell’articolo. La praticità nasconde una perdita di comprensione e, di conseguenza, l’incapacità di valutare criticamente il risultato.
Raspberry Pi sottolinea che, anche se l’intelligenza artificiale può produrre codice funzionante, il ruolo di un essere umano non è semplicemente quello di premere un pulsante, ma di trasformare in modo intelligente le attività del mondo reale in istruzioni logiche.
Gli autori del documento temono che molti adolescenti possano essere privati di quel processo di riflessione, tentativi ed errori su cui si è tradizionalmente basata l’educazione alla programmazione. Quando l’interazione con un computer si trasforma in una “conversazione” in linguaggio naturale, non c’è bisogno di ristrutturare il pensiero, formulare una percezione algoritmica e costruire modelli mentali di calcolo.
Raspberry Pi ci ricorda che nella storia ci sono stati tentativi di aggirare le difficoltà di apprendimento “extra”. Negli anni ’70 e ’80, alcuni ingegneri insistevano sul fatto che la programmazione dovesse essere eseguita solo in codice macchina, e che tutti i linguaggi di alto livello fossero considerati “eresie di moda”. Allora, la discussione riguardava gli strumenti, ora si concentra sull’essenza: uno sviluppatore ha bisogno della capacità di creare programmi o è sufficiente saper formulare un compito?
L’azienda non nega l’utilità dei moderni strumenti di intelligenza artificiale: le loro capacità sono davvero impressionanti e per gli sviluppatori esperti sono diventati un’aggiunta pratica. Tuttavia, per i principianti, questo può trasformarsi in una trappola. Senza comprendere le basi e la capacità di leggere il codice, l’utente semplicemente non sarà in grado di distinguere la soluzione corretta da quella fittizia, soprattutto perché l’intelligenza artificiale produce spesso un risultato convincente, ma completamente inefficace.
Gli autori del manifesto sottolineano che la programmazione non riguarda solo la sintassi, ma anche il pensiero. È il superamento delle barriere logiche, la formalizzazione delle proprie idee, il tentativo di adattare il ragionamento alla struttura del linguaggio e l’identificazione degli errori che formano negli adolescenti proprio quel pensiero computazionale, un’abilità richiesta ben oltre l’ambito informatico.
In particolare, Raspberry Pi richiama l’attenzione sull’importanza dell’attrito, ovvero la tensione che si genera quando una persona è costretta a tradurre un’idea vaga in un insieme preciso di istruzioni. Questo sforzo è il punto di crescita. È qui che si sviluppano la disciplina di pensiero, la capacità di risolvere i problemi in modo coerente, l’attenzione ai dettagli e, ultimo ma non meno importante, un atteggiamento critico nei confronti delle informazioni.
Anche l’aspetto della responsabilità è di particolare interesse. Se le giovani generazioni smettono di comprendere il funzionamento delle tecnologie, non saranno in grado di valutarne le conseguenze. E la programmazione è sempre anche una questione di etica. La capacità di progettare consapevolmente il comportamento di un sistema è impossibile senza le capacità di analisi e di comprensione della natura tecnica di ciò che accade al suo interno.
Raspberry Pi invita a non lasciarsi ingannare dalle promesse che la programmazione sia ora disponibile a chiunque sappia scrivere frasi. La democratizzazione non deve trasformarsi in degrado intellettuale. Un vero programmatore non è colui che impartisce comandi a una macchina, ma colui che capisce perché funzioneranno. Senza questo, non si può parlare di programmazione di alta qualità, sicura e affidabile.
L’azienda sottolinea inoltre che non è solo l’aspetto tecnico a essere importante, ma anche quello motivazionale. Il percorso di apprendimento della scrittura di codice sviluppa fiducia in se stessi, pazienza, perseveranza e la capacità di affrontare gli errori. Tutto questo non si ottiene semplicemente cliccando sul pulsante “Genera”.
Secondo gli autori, imparare a programmare rimane un modo indispensabile per preparare una persona alla vita in una società digitale. L’intelligenza artificiale può aiutare ad accelerare il lavoro, generare un modello, suggerire una soluzione, ma è la persona la responsabile ultima del funzionamento del sistema. Ciò significa che deve comprenderne la struttura.
La nuova famiglia di malware LameHug utilizza il Large Language Model (LLM) per generare comandi che vengono eseguiti sui sistemi Windows compromessi. Come riportato da Bleeping Computer, LameHug ...
Recentemente, abbiamo discusso una vulnerabilità critica zero-day, CVE-2025-53770, presente in Microsoft SharePoint Server, che rappresenta un bypass della precedente falla di sicurezza CVE-2025-...
Sophos ha recentemente annunciato la risoluzione di cinque vulnerabilità di sicurezza indipendenti individuate nei propri firewall, alcune delle quali di gravità critica e altre di livello a...
Giovedì 16 luglio è stata una giornata significativa per i ricercatori di sicurezza informatica del team italiano Red Team Research (RTR) di TIM, che ha visto pubblicate cinque nuove vulnera...
Una falla critica nella sicurezza, relativa alla corruzione della memoria, è stata individuata nel noto software di archiviazione 7-Zip. Questa vulnerabilità può essere sfruttata da mal...
Iscriviti alla newsletter settimanale di Red Hot Cyber per restare sempre aggiornato sulle ultime novità in cybersecurity e tecnologia digitale.
Copyright @ REDHOTCYBER Srl
PIVA 17898011006