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La MSI è stata violata e il codice sorgente del BIOS è nelle mani degli aggressori. 4 milioni di dollari richiesti di riscatto

Redazione RHC : 6 Aprile 2023 19:52

Il produttore taiwanese di componenti per computer MSI (Micro-Star International) è stato elencato come vittima sul portale di una nuova banda di ransomware nota come “Money Message” ieri. 

Gli hacker criminali affermano di aver rubato il codice sorgente di molti prodotti e altri dati dalla rete interna dell’azienda.

MSI è un gigante tecnologico di fama mondiale che produce schede madri, schede grafiche, desktop, laptop, server, sistemi industriali, periferiche e prodotti per l’infotainment. Il reddito annuo dell’azienda supera i 6,5 miliardi di dollari.


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Gli aggressori hanno elencato l’MSI sul loro sito Web di violazione dei dati e hanno pubblicato schermate relative al database CTMS ed ERP, nonché file contenenti codice sorgente del software, chiavi private e firmware del BIOS.

I criminali informatici affermano di aver rubato circa 1,5 TB di dati dai sistemi MSI in totale. 

Il riscatto richiesto è di 4 milioni di dollari. Se la società taiwanese si rifiuta di pagare, tutti i file di cui sopra verranno resi pubblici dai malintenzionati il 10 aprile.

Secondo quanto riferito, gli aggressori hanno già contattato MSI e riferito di disporre di un toolkit completo per lo sviluppo del BIOS personalizzati che consentono agli hacker di incorporare codice dannoso nel software MSI, se lo desiderano. Ciò rappresenta potenzialmente un serio rischio per la sicurezza di tutti gli utenti dei prodotti dell’azienda.

Il produttore taiwanese non ha ancora commentato pubblicamente l’hack.

Tuttavia, se questo incidente informatico è realmente accaduto, l’azienda dovrà fare una scelta seria. Il mancato pagamento dei truffatori potrebbe comportare un vero disastro per la sicurezza dei milioni di clienti dell’azienda. D’altra parte, se un’azienda con un fatturato di quasi 7 miliardi di dollari all’anno paga i 4 milioni di dollari richiesti dagli aggressori, questo garantirà che gli hacker non diffondano i dati ottenuti o li utilizzino per scopi dannosi? O forse i criminali informatici torneranno dopo un po’ e chiederanno ancora più soldi all’azienda?

È per questi motivi che gli esperti di sicurezza informatica non raccomandano mai di trasferire il denaro del riscatto agli estorsori. 

E come MSI deciderà di agire, lo scopriremo la prossima settimana. 

Tutti i videogiocatori probabilmente tengono le dita incrociate per il loro brand preferito e desiderano che questa situazione si risolva il prima possibile.

Redazione
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