
Durante l’attuale boom dell’intelligenza artificiale, sempre più dipendenti temono che gli algoritmi possano prendere il sopravvento sul loro lavoro. Ci sono già degli esempi nei media in cui questa paura si è rivelata giustificata. L’anno scorso la rivista online americana Gizmodo ha licenziato l’intera redazione della sua divisione in lingua spagnola Gizmodo en Espanol: invece di articoli originali unici, ora pubblica testi tradotti automaticamente dall’intelligenza artificiale.
Sembrerebbe che i lettori online non siano però molto soddisfatti della qualità degli articoli tradotti automaticamente, che a quanto pare non vengono affatto controllati. Gli articoli su Gizmodo en Espanol contengono un collegamento ai testi originali.
Hace unos días @GizmodoES despidió a sus redactores en español para pasar a solo publicar traducciones de su edición de USA vía inteligencia artificial.
— Víctor Millán (@victorcmn) September 1, 2023
El resultado: textos que de pronto te cambian de castellano a inglés y titulares que te dejan con el culo torcido. pic.twitter.com/Uumvvdi5AW
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La società madre di Gizmodo, G/O Media, non ha commentato le politiche della pubblicazione. Tuttavia, questa mossa è in linea con gli eventi relativi all’intelligenza artificiale che stiamo vivendo negli ultimi mesi.
L’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA) per abbreviare le pipeline delle attività di routine è diventato una pratica comune in molti settori, compreso quello giornalistico. Tuttavia, l’IA deve essere adeguatamente supervisionata da esseri umani per evitare strafalcioni e incongruenze che potrebbero compromettere la qualità e l’affidabilità dei contenuti.
Come evidenziato da un recente caso riguardante la redazione di Gizmodo en Espanol, l’adozione dell’IA per la traduzione automatica degli articoli ha portato a una serie di errori di formattazione e di contenuto. Si è riscontrato che gli articoli tradotti contenevano pezzi casuali di codice HTML, errori di punteggiatura e collegamenti esterni errati o eccessivi, compromettendo così la leggibilità e l’integrità dei testi.
Un editor umano sarebbe stato in grado di individuare e correggere questi errori prima della pubblicazione, garantendo una migliore coerenza e coesione del contenuto. Tuttavia, l’assenza di una supervisione umana adeguata ha portato alla diffusione di articoli con difetti, minando la reputazione e l’affidabilità della pubblicazione.
Questi episodi mettono in evidenza l’importanza cruciale della supervisione umana nell’utilizzo dell’IA per compiti di scrittura e traduzione. Mentre l’IA può essere estremamente utile nel migliorare l’efficienza e ridurre i tempi di produzione, è fondamentale che sia accompagnata da una supervisione umana attenta per garantire la qualità e l’accuratezza dei contenuti.
In conclusione, l’IA è uno strumento potente che può contribuire significativamente alla produttività e all’automazione delle attività giornalistiche. Tuttavia, affinché sia efficace e affidabile, deve essere utilizzata in modo responsabile e integrata con un adeguato controllo umano per evitare errori e garantire la qualità del lavoro finale.
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