Redazione RHC : 24 Luglio 2025 07:08
Nvidia continua a dominare il mercato dei chip per l’intelligenza artificiale, ma il percorso non è privo di ostacoli: rimangono dubbi sul reale ritorno economico di investimenti che costeranno complessivamente mille miliardi di dollari, mentre cresce la concorrenza interna ai colossi tecnologici come Microsoft, Amazon, Alphabet e Meta, impegnati a sviluppare soluzioni proprietarie per ridurre la dipendenza da Nvidia.
Allo stesso tempo, l’azienda è finita sotto la lente delle autorità antitrust negli Stati Uniti, in Europa e in Asia, mentre fattori geopolitici contribuiscono a una forte volatilità in Borsa: emblematico il crollo del 17% in un solo giorno dopo che DeepSeek, una società cinese, aveva annunciato di poter addestrare AI avanzate con molti meno chip Nvidia. Tuttavia, come osserva Daniel Newman del Futurum Group, il mercato dell’AI è così grande che può ospitare diversi protagonisti e la vera sfida per Nvidia sarà continuare a innovare e mantenere la leadership.
La crescita di Nvidia ricorda quella di aziende simbolo dell’era dot-com come Cisco, che negli anni Novanta arrivò a moltiplicare il suo valore di oltre mille volte. Ma secondo esperti come Marc Lipacis di Evercore ISI, Nvidia potrebbe dimostrarsi ancora più solida grazie al ruolo strategico che ricopre nell’AI, simile a quello che Apple ha avuto per gli smartphone: un attore chiave che potrebbe arrivare a rappresentare fino al 16% dell’indice S&P 500, una quota mai raggiunta nemmeno da Apple. Lipacis ritiene che questa nuova fase dell’informatica, trainata dall’intelligenza artificiale, potrebbe durare due decenni, garantendo così a Nvidia un vantaggio competitivo prolungato.
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Dietro questo trionfo c’è la visione a lungo termine del CEO Jensen Huang, che dieci anni fa decise di puntare sulle GPU come motore dell’intelligenza artificiale, investendo miliardi anche nello sviluppo di software dedicati. La sua intuizione si rivelò vincente nel 2022 con il lancio di ChatGPT da parte di OpenAI, che accese una corsa globale per realizzare nuovi prodotti e servizi basati su AI. Oggi Nvidia detiene oltre l’80% del mercato dei chip AI e i principali gruppi tecnologici fanno letteralmente a gara per assicurarsi i suoi processori, indispensabili per alimentare data center sempre più potenti.
La domanda è tale che, come ha raccontato Larry Ellison di Oracle, lui stesso ed Elon Musk arrivarono a implorare Huang, durante una cena a base di sushi, per poter comprare più chip. Si stima che solo quest’anno colossi come Meta, Microsoft, Amazon e Alphabet spenderanno circa 320 miliardi di dollari in infrastrutture, destinando una parte considerevole proprio alle GPU di Nvidia. Nel frattempo, il profitto netto dell’azienda è schizzato da 4,4 miliardi di dollari nel 2023 a quasi 74 miliardi previsti per il 2025, facendo lievitare anche la capitalizzazione di mercato.
Tutto questo ha permesso a Nvidia di raggiungere in soli due anni una valutazione da 4 trilioni di dollari, dopo averne impiegati trenta per superare il primo trilione: un traguardo tagliato prima persino di giganti consolidati come Apple e Microsoft. Le azioni hanno chiuso sopra i 164 dollari, segnando una delle crescite più rapide nella storia di Wall Street. Questo balzo riflette la convinzione diffusa che l’intelligenza artificiale porterà un cambiamento economico profondo, paragonabile per impatto alla rivoluzione industriale.
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